Sotto il diluvio, alla Pontaise spicca il 9’’87 di Seville sui 100 m. Ma i concorsi pagano dazio. Ehammer: ‘Dopo il quarto salto ho deciso di finirla’
Più che uno stadio la Pontaise pare una piscina, nel mercoledì in cui la pista del vetusto stadio vodese celebra la cinquantesima edizione di Athletissima. Inzuppato dagli acquazzoni che non vogliono saperne di cessare, neppure volendo il meeting vodese potrebbe regalare dei ‘temponi’ e, anzi, per alcune discipline – come il concorso dell’asta, in particolare – gareggiare in quelle condizioni è un vero azzardo. «Onestamente, era diventato troppo pericoloso, così i giudici hanno deciso di fermare tutto» dice, a caldo, Angelica Moser ai microfoni di Rts. «Così, io ho fatto un solo tentativo, a 4m35, e non era neppure male – continua la zurighese –. Però era davvero pericoloso: non riuscivamo più ad asciugare le mani e nemmeno l’asta. Di solito, in casi del genere si continua a sostituire il ‘tape’, ma anche quello non bastava, e visto che oltretutto tra un po’ ci sono i Mondiali, nessuna di noi aveva voglia di rischiare». Discorso che vale per le saltatrici dell'asta ma anche per i saltatori del lungo come Simon Ehammer, che dopo quattro tentativi decide di gettare la spugna. «Così è davvero difficile, e la cosa più brutta è che invece di migliorare le cose peggioravano – spiega l’appenzellese davanti alle telecamere –. Mi spiace davvero per Athletissima, ma dopo il quarto salto mi son detto che dovevo finirla». Nonostante ciò Ehammer chiuderà sul podio, con 7m72, battuto solo dall’uzbeco Anvarov (7m84).
Pioggia o no, per qualcuno degli atleti in lizza non sono però mancati i motivi di soddisfazione. E tra coloro che ne hanno potuto beneficiare c’è Audrey Werro, la friborghese che per l’occasione festeggia il primo podio in Diamond League, chiudendo al secondo posto gli 800 m in 1’57’’34, a 0’’09 dal primato nazionale che già le appartiene, battuta soltanto dalla grande favorita, la britannica Keely Hodgkinson. «La partenza è stata buona – spiega la ventunenne di Belfaux davanti ai giornalisti –, poi però è stata una battaglia riuscire a trovare una buona posizione. L’accelerazione è stata buona, ma avrei voluto farla prima, quindi direi che avrei potuto fare anche meglio». Specialmente nel caso in cui ci fossero state condizioni meteo diverse, anche grazie all’aiuto della ‘wavelight’, la lepre luminosa colorata di rosso per indicare il suo primato nazionale. «Normalmente la seguo, ma stavolta ero all’esterno, dove c’era parecchio da sgomitare, e non la vedevo benissimo. Quindi sì, forse potevo attaccare il record, non ero lontana».
Così come nei 100 ostacoli non è lontana Ditaji Kambundji, partita a razzo in uno sprint davvero veloce viste le premesse, vinto dall’olandese Visser in 12’’45, mentre la bernese si piazza terza in 12’’54, battuta al fotofinish dall’americana Russell. «Francamente trovo sia stata una bella corsa – spiega Ditaji ai microfoni della diretta –, anche perché vedendo quanto pioveva sinceramente non avevo grandi aspettative. Semplicemente mi ero detto che dovevo battermi fino all’arrivo, ma direi che è il 12’’54 è un buon tempo sotto una pioggia simile, senza contare che è solo il mio secondo podio dell’anno in Diamond League e che ho battuto ragazze che hanno davvero ottimi tempi».
A proposito di ottimi tempi, da segnalare il 9’’87 di Oblique Seville sui 100 m, con vento contrario (-0.3 m/s) e pista fradicia, davanti all’americano Lyles e al connazionale Blake (ottavo, in 10’’41, il nostro Mumenthaler), mentre spicca anche il 42’’81 della 4 x 100 rossocrociata (gara vinta dalle tedesche in 42’’53), sinonimo di miglior tempo stagionale nonostante condizioni proibitive.