laR+ Tiri liberi

E Friborgo rimase senza Coppa Svizzera

Per la prima volta dal 2017 nessuna delle squadre burgunde – in campo maschile come in quello femminile – è riuscita ad alzare il trofeo

Dopo anni di trionfi, singoli o a coppie, quest’anno la Coppa Svizzera ha lasciato a mani vuote Friborgo, tanto in campo femminile quanto in quello maschile. Una rarità, perché bisogna risalire fino al 2017 per trovare burgunde e burgundi senza Coppa: infatti nel 2017 l’Elfic aveva regalato la vittoria al Winterthur, mentre l’Olympic era stato eliminato prima della finale e aveva poi vinto Ginevra contro Monthey. Non vogliamo mettere pulci nelle orecchie però va detto che anche nel 2017 le finali non si sono giocate a Friborgo, ma a Ginevra: forse è solo una questione di aria differente, qualcosa deve pur voler dire, provate a pensarci.

La vittoria del Nyon è scaturita dopo un tempo supplementare e non è stata certamente un esempio di grande tecnica, con percentuali al tiro decisamente basse, meno del 30% per l’Elfic, del 40% per il Nyon. Altre cifre significative: l’Elfic ha preso 48 rimbalzi, il Nyon solo 35; però le vodesi hanno perso solo 5 palloni mentre le friborghesi ne hanno scialacquati ben 18, un’enormità. Se pensiamo che una palla persa “pesa” anche 6 punti (+3, -3), lascio a voi fare i conti. A Friborgo hanno pagato caro una Fogg decisamente fuori condizione, solo 12 punti malgrado i 15 rimbalzi, dei quali ben 7 offensivi, e il fatto di aver praticamente giocato con solo 6 giocatrici. Mattatrice dell’incontro è stata la Breen con 24 punti e 17 rimbalzi, una vera spina nel fianco delle friborghesi. Ora si vedrà nei playoff quello che faranno le partite casalinghe, che hanno pur sempre un peso diverso… in tanti sensi.

In campo maschile, Ginevra ha vinto con merito anche se i neocastellani se la sono giocata sino all’ultimo secondo o quasi. Anche in questa sfida le percentuali al tiro non sono state certamente all’altezza di una finale, con un complessivo 32% per i Lions e un 33% per il Neuchâtel. Parliamo inoltre di 15 palle perse per i neocastellani e 18 per i ginevrini e, diciamolo tranquillamente, non sempre perché le difese erano… asfissianti. Basti vedere il 59% nei liberi da una parte e il 66% dall’altra. Insomma, una partita molto tesa e comunque ben arbitrata perché tenuta con un metro equilibrato per l’intero incontro. È forse questo l’aspetto migliore di una finale che avrebbe potuto dire qualcosa in più.

In effetti il qualcosa in più è arrivato negli ultimi giorni, quando sono stati portati alla luce i debiti del Neuchâtel, per cui si vociferava della quasi impossibilità che la squadra potesse concludere la stagione. Pare che la causa sia il mancato contributo di uno sponsor che si è ritirato e non ha versato i soldi promessi. Tutto ciò non ci meraviglia: non perché qualcuno non abbia pagato, ma per il fatto che un club abbia speso più di quanto poteva spendere. E questo è un aspetto sul quale vale la pena riflettere e capire come sia poco bello che chi fa i conti con quello che possiede debba essere sopraffatto da chi spende soldi che non ha.