laR+ Tiri liberi

Livello basso? Aumentiamo gli stranieri

La qualità del prodotto peggiora sempre più, e una soluzione sarebbe proprio seguire l'esempio dell'Italia

La situazione del nostro basket presenta nubi all’orizzonte: detto che Friburgo e Ginevra, uniche squadre professionistiche al 100%, si giocheranno il titolo secondo logica, le altre arrancano specie a livello finanziario. Il Lugano, lo ha ribadito il presidente Cedraschi, ha difficoltà a reperire soldi e quindi giocatori. La Spinelli ha ridotto il budget, e pare lo farà anche l'anno venturo. Neuchâtel si è salvato coi prestiti di Comune e privati, idem Monthey, mentre a Basilea si fanno i conti della serva e a Nyon non si naviga nell’oro. Insomma, un campionato che invece di crescere pare stia affondando, almeno in serie A.

Fra le donne c’è la rinuncia alla serie A del Riva, consapevole di non poter competere senza giocatrici adeguate e senza una terza straniera, il cui ingaggio comporterebbe però l'andare nelle cifre rosse. Con tre straniere si può giocare contro le avversarie, ma con due decisamente no, anche perché alcune seniori di quest’anno smettono per studi o lavoro.
La realtà del Riva non è molto diversa da altre, fatta eccezione per Elfic e Nyon. Chi ha seguito il basket femminile avrà visto come il livello generale si sia abbassato, come pure quello maschile. Ciò ha anche significato un certo calo di spettatori, sempre fatta eccezione per le squadre leader stagionali.

Allora bisogna chiedersi: cosa vuole il pubblico per tornare sugli spalti? Una soluzione, come è avvenuto per esempio in Italia, è aumentare il numero di stranieri per sopperire alla mancanza di indigeni di una certa qualità. Da noi gli svizzeri più bravi giocano in due o tre squadre, e le altre si arrangiano spesso con giocatori del vivaio, che però devono crescere, come hanno fatto alcuni dei Tigers negli ultimi due anni. Il divario tra chi ha svizzeri forti e chi non li ha si riflette sulla classifica. Per cui, aprendo a cinque stranieri, i costi non aumenterebbero di molto, visto i prezzi di mercato degli svizzeri bravi: si avrebbero dunque sfide più accattivanti anche per il pubblico.

I giovani potrebbero crescere più in fretta con allenamenti più tosti, perché confrontati con giocatori di buona tecnica e non più opposti a compagni di levatura inferiore. E se si aumentano gli spettatori, potrebbe crescere anche l’interesse degli sponsor. È magari un azzardo, ma un pensierino in merito non costerebbe molto farlo. Se vogliamo salvare il basket, si deve cercare di percorrere ogni strada sostenibile, e questa potrebbe esserlo.