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Il Luganese e un ‘matrimonio’ per riacquisire la forza perduta

Alle conferenze stampa di presentazione in vista della nuova stagione è tornato d'attualità l’argomento fusione tra i Tigers e la Sam

Il sindaco di Massagno Simona Rusconi
(Ti-Press/Galli)

Le conferenze stampa di presentazione di Lugano e Sam Massagno in vista della nuova stagione hanno rimesso sul tavolo l’argomento della fusione. Quello che è evidente per le due società ticinesi sono le difficoltà finanziarie che li assillano e a queste bisogna trovare una soluzione. Sia il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco, sia il sindaco di Massagno Simona Rusconi hanno testimoniato del valore delle due società in ambito svizzero, dove i nomi delle due società sono ambasciatori. Se poi questi messaggi fossero anche corroborati da qualche vittoria significativa, ancora meglio. Inoltre la prospettiva di avere finalmente, dopo oltre cinquant’anni, un palazzetto, è uno stimolo a pensare con una maggior larghezza di vedute e di coinvolgimento di risorse.

La domanda da porsi è quella se basta unire le forze di due ammalati, finanziariamente parlando, per fare un una forza sana al punto da poter puntare molto in alto. È evidente che, già ora, unendo i due budget che si aggirano attorno ai 400’000 franchi per ciascuna società, si arriverebbe a un capitale abbastanza sostanzioso per creare una rosa valida per competere con le migliori che, attualmente non sono più di un paio o tre. Il punto è capire come arrivare a questa fusione perché già sul nome ci si fermerà per non poco tempo, visto che nessuno ci pare di aver capito, sarà disposto a rinunciarvi.

Vi è poi una questione legata ai giocatori. Il Ticino è lontano dall’asse Friborgo-Ginevra lungo il quale evolvono quasi tutte le formazioni, con leggera deviazione in Vallese. I giocatori svizzeri non hanno problemi a spostarsi lungo questo asse se si considerano le distanze, per cui non è nemmeno necessario cambiare domicilio. Cosa ben diversa è un ingaggio in Ticino dove è necessario il trasloco a tutti gli effetti, con costi aggiuntivi per chi ingaggia questi giocatori. Inoltre si pone un secondo problema che in parte è abbastanza facile risolvere e cioè la U23 del Lugano che milita in Lega nazionale B e i due settori giovanili che, come abbiamo detto nelle presentazioni, hanno una adesione molto elevata. E dev’essere chiaro a tutti che la squadra di Lega nazionale B non potrà mai essere promossa in A, come del resto già lo è oggi, dato che ha lo stesso nome, ma in futuro sarà diverso, mentre i due settori giovanili, per contro, potranno continuare a evolvere senza problemi con i loro nomi attuali. Vedremo se un giorno questo ‘matrimonio’ si farà o non si farà: quello che è certo è che per il Luganese avere una squadra forte significherebbe riacquistare una forza perduta nel mondo elvetico del basket.