La soddisfazione dell'Acb per l'ottenimento del pass per il prossimo campionato. Confermato in panchina Sannino, ma pure l'intenzione di vendere il club
«Vorrei paragonare la felicità per l'ottenimento della licenza a quella che la città visse il 21 maggio 2008 per la promozione nella massima serie». Inizia gettando uno sguardo al passato – e dunque alla continuità di una tradizione – la conferenza stampa in cui il presidente Brenno Martignoni Polti ha raccontato peculiarità e retroscena dell'iter che ha portato, dopo la mancata assegnazione in prima istanza e a seguito del ricorso inoltrato, al rilascio da parte della Swiss Football League del nullaosta che apre le porte del prossimo campionato di Challenge League all'Ac Bellinzona.
«Effettivamente in queste settimane ci sono state preoccupazione e paura», ha continuato il presidente, «ma alla fine siamo qui a festeggiare una vittoria, ed è una vittoria davvero da incorniciare. L'intero iter è stato una sfida su tutta la linea, e il risultato abbiamo potuto ottenerlo soltanto grazie all'enorme ed eccellente lavoro svolto dal nostro team di collaboratori, avvocati e fiduciari: si tratta di Luca Tettamanti, Pierluigi Pasi, Adriano Sala, Stefano Camponovo e Pietro Minotti. Li ringrazio davvero tutti di cuore».
Quando avete saputo che la licenza vi era stata accordata? «Ieri sera (mercoledì) dopo le ore 20, ma non abbiamo potuto comunicarlo a nessuno perché vigeva un embargo stampa voluto dalla Swiss Football League, che non intendeva render nota la decisione prima che fosse pubblicata sul proprio sito. E così, per non farci di nuovo bacchettare per il mancato rispetto delle scadenze, non abbiamo fatto trapelare nulla».
La Lega calcio, appunto, è sempre pronta a sanzionare ogni minimo ritardo, ma pure lei ha rischiato di sforare sui tempi previsti per la comunicazione... «Proprio così, e infatti abbiamo fatto presente a chi di dovere che i termini vanno rispettati sia dai club ma pure dalle istituzioni».
Certo che, dopo aver ottenuto la vittoria sul campo – con una serie di buone prestazioni nelle ultime settimane – sarebbe stato davvero un peccato dover rinunciare alla permanenza nel torneo cadetto a causa di problemi burocratici e di gestione... «Vero, perdere la categoria sarebbe stato un gran dispiacere, sotto ogni punto di vista. L'eventuale mancata licenza, ho fatto notare ai nostri interlocutori istituzionali, sarebbe stata un colpo basso per tutta la Svizzera italiana. Avere nel nostro cantone due squadre nel calcio professionistico – nei due maggiori campionati nazionali – è infatti qualcosa di fondamentale per tutto il movimento calcistico a sud delle Alpi, perché è qualcosa che aiuta lo sviluppo del calcio nostrano, specie a livello giovanile, che è un settore di enorme importanza. E a proposito di vivai, tengo a ringraziare la famiglia Bentancur per tutto quanto ha fatto e continua a fare per i nostri giovani: ha sempre garantito alla nostra sezione giovanile tutto il necessario. Il suo impegno finanziario, che è notevole, non si è mai limitato soltanto alla prima squadra».
Cosa è stato a convincere gli emissari della Sfl – e dunque la Commissione delle licenze – della bontà del vostro ricorso? «Credo che a far pendere la bilancia dalla nostra parte sia stato il fatto di aver presentato documenti affidabili, che effettivamente dimostrassero la nostra capacità di sostenere un'altra stagione nella Challenge League, al di là del nostro budget modesto, che è indiscutibilmente il più basso nel calcio professionistico svizzero. Abbiamo confermato di essere un club sano e in grado di far fronte a tutte le spese necessarie, solvibile insomma. Coi documenti prodotti, abbiamo certificato che possiamo avere accesso alla liquidità necessaria entro i tempi imposti. E infatti la condizione per il rilascio della licenza – cioè la garanzia finanziaria supplementare, che la Sfl aveva inizialmente quantificato in mezzo milione – è stata sensibilmente ridotta. Addirittura, se ora dovessimo registrare ulteriori entrate derivanti dalla cessione di altri giocatori, ci è stato assicurato che la garanzia non sarà nemmeno più necessaria. Certo, il documento controfirmato dall’Fc Sion che attesta l'entrata nelle nostre casse di oltre 650mila franchi frutto della vendita di Nivokazi qualcosa ha contato, ma a esser stato determinante non è ovviamente stato soltanto quello. In pratica, abbiamo certificato che Pablo Bentancur i soldi necessari a coprire la garanzia che la Sfl ci chiedeva li avrebbe trovati e messi senza problemi, e in tal modo avremmo potuto liquidare la faccenda anche molto più in fretta. Ma abbiamo scelto di intraprendere la via più difficile e più rischiosa, perché ciò che a noi premeva era che la Sfl riconoscesse infine la verità. Abbiamo anche presentato le carte che dimostravano la serietà delle intenzioni degli eventuali compratori del club, ma quei documenti non hanno avuto alcun ruolo sulla decisione del rilascio della licenza».
Di cosa avevate più paura, nell'attesa della comunicazione del verdetto della Commissione dei ricorsi? «Noi temevamo, a causa anche di alcuni segnali negativi in arrivo, che la Lega seguisse una strategia politica invece di fare soltanto un ragionamento tecnico sulla base degli elementi oggettivi che le avevamo fornito».
Più voci sostenevano che il disegno istituzionale fosse quello di salvare lo Sciaffusa – retrocesso sul campo – e di fargli prendere il vostro posto in Challenge League. Pista rivelatasi sbagliata, dato che i gialloneri, alla fine, al contrario di quanto successo a voi, si sono visti negare la licenza... «Non so se davvero qualcuno volesse favorire lo Sciaffusa, comunque trovo inaccettabile l'atteggiamento avuto dai renani e da altri club, che negli ultimi giorni si sono espressi sulla situazione del Bellinzona benché non la conoscessero per nulla».
Voi avevate minacciato di non scendere in campo domani sera, proprio a Sciaffusa per l'ultima gara di campionato, qualora vi fosse stata negata la licenza. Paradossalmente, ora a non schierare la squadra per protesta potrebbero essere proprio i gialloneri, secondo i quali non sarebbe stato corretto concedere il lasciapassare all'Acb... «Posso dire soltanto che noi giocheremo regolarmente. Se poi sarà lo Sciaffusa a prendere certe iniziative, non saranno affari nostri».
Alla conferenza stampa ha partecipato, pur defilato, anche il patron Pablo Bentancur, che indubbiamente si è preso una bella rivincita nei confronti in pratica di tutti. Il manager sudamericano, ad ogni modo, non ha voluto esprimersi sull'esito positivo del ricorso. Certo è che l'ottenimento della licenza gli permetterà di vendere il club nel modo che auspicava. La sua intenzione, infatti, è ancora quella di cedere la società, a patto che abbia la certezza che finisca in mani affidabili, per salvaguardare quella che lui stesso ha definito ‘una bella realtà e un'importante tradizione’. La speranza dei dirigenti granata è che a comprare, fra tutti i pretendenti, sia la cordata della Svizzera interna. In caso di vendita, i nuovi proprietari dovranno peraltro presentare alla Sfl ulteriori documenti di garanzia, ma a quel punto non sarà più un problema dell'attuale dirigenza, benché – come confermato da Brenno Martignoni – ci sarebbe un logico periodo di transizione e di accompagnamento che vedrebbe attivi entrambi i gruppi dirigenti.
In sala stampa, di fianco al presidente, c'era il capitano Dragan Mihajlovic, che si è ovviamente detto sollevato per l'esito di tutta la vicenda... «Ho avuto un po' paura che potesse finire male, e dunque sono molto felice che la squadra sia rimasta nel professionismo. È una bellissima notizia, sia da giocatore sia da cittadino bellinzonese. Sul campo la salvezza l'avevamo già raggiunta, benché sia innegabile che, a un certo punto, anche a livello sportivo le cose si erano messe male, ma poi ci siamo ricompattati, forse anche grazie alle contestazioni di una parte del pubblico. Da bellinzonese sono cose che fanno dispiacere. Bentancur meriterebbe un altro trattamento, anche perché ha fatto tanto per il club, specie a livello finanziario. Vi assicuro che nella mia carriera ho vissuto situazioni ben peggiori: sia in Svizzera che all'estero mi è capitato ad esempio di non ricevere lo stipendio per diversi mesi, una cosa che all'Acb non è mai successa. Ricordo inoltre che qui Giulini era molto amato, ma poi portò la società al fallimento, quindi non è detto che la concordia con la piazza sia per forza benefica».
Infine, la società ha comunicato di aver prolungato per la prossima stagione il contratto del tecnico Beppe Sannino, il cui operato è stato molto apprezzato nei pochi mesi in cui ha potuto sedersi sulla panchina granata.