Domani sera a Monaco la finale di Champions League. L'intelligenza artificiale punta sui francesi, ma i nerazzurri sono stati in svantaggio appena 16’38”
O tutto, o niente. Dopo aver perso la Coppa Italia e aver gettato al vento lo scudetto a favore del Napoli, l'Inter punta a salvare la stagione con la finale di Champions League, in programma sabato a Monaco di Baviera (21.00). Per i nerazzurri si tratta della seconda finale negli ultimi tre anni, dopo quella persa due stagioni fa contro il Manchester City. A contendere a Simone Inzaghi e compagni la coppa dalle grandi orecchie, il Psg, alla ricerca del primo trionfo dopo la finale persa per mano del Bayern Monaco nell'anno del Covid. Nessuna delle due squadre è nettamente superiore all'altra, anche se l'Inter sembra meglio attrezzata per approfittare, come già aveva fatto in semifinale contro il Barcellona, dello spirito offensivo dei suoi avversari. Nella compagine milanese, Yann Sommer spera di coronare, a 36 anni, la sua preziosa carriera con quello che sarebbe il primo trofeo internazionale, il terzo in assoluto dopo il Meisterschale conquistato due anni fa nel suo breve (sei mesi) passaggio proprio da Monaco e il titolo italiano della passata stagione (senza contare la Coppa del Liechtenstein del 2008).
Sull'altro fronte ci sarà un Psg che spera di mettere fine all'attesa del suo proprietario (Nasser Al-Khelaifi) che dal 2011 aspetta un trionfo in Champions, così come tutto il calcio francese, al quale una sola volta è capitato di issarsi sul trono d'Europa, 32 anni fa per mano del Marsiglia. E se l'Inter ha blindato il suo leader e capitano Lautaro Martinez, il Psg si è separato la scorsa estate dalla sua star Kylian Mbappé per dar spazio a un gruppo giovane e affamato (Désiré Doué, Bradley Barcola, João Neves, William Pacho), da affiancare a gente esperta come Marquinhos e un redivivo Ousmane Dembélé, tuttora in lizza per il Pallone d'Oro.
Nonostante l'Inter possa apparire favorita, in particolare sulla base della sua esperienza e per la solidità difensiva, i bookmaker e l’intelligenza artificiale sembrano prediligere il Psg. Il super calcolatore di Opta, leader mondiale nella raccolta ed elaborazione in diretta di dati sportivi, ha simulato 10'000 possibili risultati sulla base dei percorsi effettuati dalle due squadre e nel 53,6% dei casi a imporsi è stato il Psg. Il computer, insomma, predilige il possesso palla e pressing alto della compagine di Luis Enrique, rispetto alla difesa e alla verticalità di quella di Simone Inzaghi. Ed è proprio sulla solidità del reparto arretrato che l'Inter vuole costruire la vittoria: lungo tutto il cammino della Champions League, i nerazzurri sono stati in svantaggio per la bellezza di 16’38”: se non è record, poco ci manca.
Nella partita a scacchi che Luis Enrique e Simone Inzaghi giocheranno sullo scacchiere dell'Allianz Arena, quattro duelli (diretti o a distanza) potranno risultare decisivi.
Ousmane Dembélé (28 anni) e Lautaro Martinez (27 anni), entrambi campioni del mondo, appartengono alla stessa generazione di giocatori. Ma Dembélé è il veterano in una squadra molto giovane, il contrario di Lautaro Martinez.
Entrambi sono i leader dell'attacco delle loro squadre, con 33 gol e 13 assist in 48 partite in tutte le competizioni per il francese, 22 gol e 7 assist in 48 partite per l'argentino. Sia Dembélé, sia Martinez sono in grado di valorizzare i loro compagni e di arretrare a centrocampo se necessario. I due attaccanti sono anche i primi uomini di un pressing che sa essere asfissiante.
Entrambi i portieri hanno più volte salvato la loro squadra nel corso di questa campagna europea ed entrambi sono stati protagonisti nei momenti importanti, basti pensare alle due semifinali contro Arsenal, rispettivamente Barcellona. Senza di loro, né l'Inter, né il Psg sarebbero in finale a Monaco: Gianluigi Donnarumma ha lasciato il segno a Liverpool, dove è stato l'eroe dei calci di rigore e si è dimostrato prezioso quando la sua squadra ha vacillato a Birmingham contro l'Aston Villa (sconfitta per 3-2), effettuando diversi interventi decisivi, proprio come nella semifinale contro i Gunners. L'italiano ha ritrovato il suo livello massimo degli Europei 2021.
Nello stesso modo, i giocatori del Barça, con in testa il prodigio Lamine Yamal, non dimenticheranno facilmente i salvataggi di un Yann Sommer che li ha privati della finale con due parate spettacolari nel ritorno di San Siro (4-3 dopo i tempi supplementari).
Il portoghese Vitinha, a soli 25 anni, è già il leader del centrocampo parigino. Il lusitano di 172 centimetri brilla distribuendo con serenità palloni precisi, si distingue regolarmente per le sue incursioni e si rivela quasi impossibile da pressare grazie alla sua protezione della palla.
Più imponente fisicamente, più esperto con i suoi 31 anni, Hakan Calhanoglu, turco nato in Germania, non è meno tecnico e intelligente, né meno pericoloso nei tiri dalla distanza. Capitano della Nazionale turca, colpisce per la sua calma e il suo carisma. Dagli undici metri, entrambi sono una sentenza.
Solido ma discreto, il difensore centrale Willian Pacho è stato uno degli uomini cardine del percorso europeo del Psg. Avrà un compito difficile contro Marcus Thuram, che, dal profilo statistico (14 gol e 7 assist in campionato, 4 gol e 2 assist in Champions), a 27 anni ha disputato la migliore stagione della carriera. Il suo rendimento è calato nella seconda parte della stagione (due gol in campionato e tre in Champions League dalla fine di dicembre) a causa di un infortunio alla caviglia, ma la sua intesa con Lautaro Martinez ha continuato a dare ottimi risultati.