Nell'andata dei playoff di Champions League finisce in parità fra Basilea e Copenhagen, incrinando le possibilità dei renani
Il dover affrontare il match potenzialmente decisivo in ottica passaggio del turno, ergo la fase a campionato della Champions League, in trasferta ha sicuramente motivato il Basilea. Basilea che nel fortino del Sankt Jakob-Park, sotto una pioggia battente (e copiosa), come del resto tutta la Svizzera, ha subito mostrato di voler tornare a respirare aria di grandi competizioni. Non una qualsiasi, bensì la massima fra i confini europei. Un palcoscenico che non riesce più a calcare da otto lunghissimi anni, da quel marzo 2018 in cui era stato eliminato dal Manchester City accaparratosi un posto fra le migliori sedici del continente.
A mettersi particolarmente in mostra e indicare la strada era scontato fosse capitan Xherdan Shaqiri, che sogna di ritrovare la ribalta europea indossando la maglia del club in cui si è formato calcisticamente parlando a tredici anni dall'ultima volta. Tant'è che, trascorsi circa dieci minuti, la squadra renana ha sbloccato tutto sommato meritatamente il punteggio. Sì, perché l’ex nazionale rossocrociato ha trasformato in modo glaciale (come di consueto) un rigore procurato da Ajeti. Con l’esaurirsi della sabbia nella clessidra i rossoblù hanno tuttavia cominciato a subire la pressione del Copenaghen, che ha confermato i favori dei pronostici velocizzando la manovra: decisivo qualche istante prima, HItz si è in seguito messo in luce in negativo sbagliando il tempo dell’uscita e permettendo a Gabriel Pereira di pareggiare la contesa. Nella ripresa i beniamini dello Joggeli hanno cercato di ritrovare l’entusiasmo delle battute iniziali, e più fluidità, senza riuscire a bucare Kotarski. Fra revisioni video e cartellini gialli, i difensori renani sono tutti stati ammoniti tranne Schmid, c’è stato inoltre spazio per il rosso ad Adjetey. Un rosso che ha incrinato ulteriormente la sfida del Basilea, soprattutto considerato il ritorno che si disputerà in terra danese.