Calcio

Delocalizzazione, l'Uefa valuta le richieste

Il governo del football continentale ammette di aver poco spazio di manovra, se le singole federazioni nazionali daranno il proprio benestare

11 settembre 2025
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L'Uefa consulterà gli attori del calcio continentale a seguito della richiesta della Liga e della Serie A di poter delocalizzare negli Stati Uniti e in Australia sue partite dei loro tornei, ciò che costituirebbe una prima mondiale. A Tirana, il comitato esecutivo ha detto di aver esaminato le domande inoltrate dalle federazioni di Spagna e Italia affinché Villarreal-Barcellona (20 dicembre) possa tenersi a Miami, così come Milan-Como (primi di febbraio 2026) possa disputarsi a Perth.

Ma – prima di giungere a una decisione definitiva – la Uefa lancerà una serie di consultazioni presso tutte le parti coinvolte nel football europeo, compresi i tifosi, i cui rappresentanti si mostrano fortemente contrari a questi progetti. «Ci sono ancora molte questioni da risolvere», spiega il governo del pallone del Vecchio continente, riconoscendo che si tratta di un problema importante e di interesse crescente.

La scorsa settimana, il numero 1 Aleksander Ceferin aveva dichiarato a un quotidiano di avere un margine di manovra piuttosto limitato, dal momento che la Fifa lo scorso maggio – a seguito di un accordo giuridico col colosso dei diritti del calcio Relevent Sports – aveva dovuto cominciare a rivedere le proprie regole circa il divieto di svolgimento all'estero delle gare di campionato. «Non siamo contenti dei progetti di delocalizzazione, ma dal punto di vista legale non avremo molto spazio di manovra con Liga e Serie A, se la due rispettive federazioni nazionali concederanno il loro accordo», ha riassunto il dirigente sloveno.

Da parte sua, Football Supporters Europe – che rappresenta i tifosi – mercoledì ha mostrato volontà di dialogo con la Uefa, ribadendo però la propria posizione contraria in un documento firmato da oltre 430 gruppi di sostenitori di 25 diversi Paesi. «Il calcio europeo appartiene ai nostri stadi, alle nostre città, alle nostre comunità: anche un solo match disputato all'estero sarebbe di troppo», recita il testo di FSE, arroccandosi su una posizione simile a quella espressa da Glenn Micallef, ministro europeo dello sport.

Davanti alla domanda dei nuovi mercati – e nel caso di Milan-Como anche all'indisponibilità di San Siro in febbraio per via delle Olimpiadi invernali (cerimonia d'apertura) – i tifosi parlano di ‘aberrazione logistica e ambientale e di imparzialità sportiva, dato che eventuali soluzioni di questo tipo non garantirebbero l'equità fornita dal classico meccanismo basato su partite di andata e ritorno’.