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Il cuore non basta. Agli ottavi ci va il Grasshopper

Alle Cavallette basta un gol per domare il Bellinzona. Che esce a testa alta. Sörensen: ‘Al di là del risultato abbiamo fornito una buona prova’

Il cuore non basta
(Ti-Press)
21 settembre 2025
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Niente miracoli all’ombra dei castelli della capitale. E pertanto, complice la sconfitta del Bellinzona al cospetto del Grasshopper – logica almeno sulla carta, ma un po’ meno per quanto mostrato dai ventidue sul rettangolo da gioco sull’arco dei novanta minuti, e in modo particolare nella ripresa – nel primo giorno d’autunno, la Coppa Svizzera saluta il Ticino: gli ottavi di finale si giocheranno tutti oltre San Gottardo, con le formazioni rossoblù che, loro malgrado, faranno unicamente da spettatrici.

A salutare per ultima la competizione è stata la formazione di mister Manuel Benavente, che a dispetto dell’ingrato ruolo di Cenerentola del campionato cadetto figlio di un inizio di torneo con le polveri bagnate, contro il ben più blasonato Grasshopper lascia sì il campo da battuta, ma lo fa a testa alta, con la consapevolezza di aver conteso fino al triplice fischio del direttore di gara il passaggio di turno. Insinuando anche il tarlo del dubbio nelle teste delle Cavallette. Specie in una ripresa in cui i granata giocano tutte le loro carte piu buone nel tentativo di ricucire lo strappo iniziale propiziato da una zampata di Meyer, complice non da ultimo, un poker di sostituzioni operato da Gerald Scheiblehner in avvio di secondo tempo che smussa forse troppo prematuramente il tridente offensivo con cui gli zurighesi si presentano in campo per il calcio d’inizio della partita.

Senza strafare e soprattutto senza incantare, allo scadere dei novanta minuti (e rotti) di gioco, a uscire dal rettangolo da gioco con in tasca il pass per gli ottavi di finale in tasca sono gli zurighesi. Ma, d’altro canto, alla fine a contare sono i fatti e le reti: quella deviazione del 21enne centrale degli zurighesi, malamente marcato al centro dell’area di rigore, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, è appunto l’unica che finisce in fondo al sacco. E dire che i primi a far correre i brividi lungo la schiena degli avversari sono stati gli uomini di Benavente, con quella traversa colpita a portiere battuto da Vogt con un destro dal limite dell’area di rigore. Ed è sempre lui allo scoccare del quarto d’ora, dopo un tiro finito di poco a lato di Plange sull’altro fronte, a mancare di pochi centimetri una deviazione a due passi dalla porta. Dopo quelle prime fiammate iniziali, la partita cala un po’ di intensità, con un primo tempo che non offre più sussulti particolari, ma con un Bellinzona che nei minuti finali moltiplica gli sforzi nel tentativo di riequilibrare il punteggio. Pur mettendoci anima e cuore, però, il pareggio non arriva.

Dopo la pausa, i granata si presentano in campo ancora più determinati, alzando ulteriormente il loro ritmo e con esso anche il baricentro del gioco. Con un Grasshopper che allora assume un atteggiamento più attendista, volto a proteggere quell’unica rete di vantaggio piuttosto che andare alla ricerca del gol della sicurezza. Prova ne è che dopo pochi minuti, intuito il graduale crescendo dei padroni di casa, il tecnico delle Cavallette opta per una girandola di cambi che dà più peso alla squadra in retrovia.

L’occasionissima per il pareggio, forse la più nitida, allo scoccare dell’ora di gioco, capita sui piedi di Armando Sadiku dopo un calcio dalla bandierina di Shabani, con la 34enne punta del Bellinzona che da due passi manda il pallone sopra la traversa della porta difesa da Hammel.

«Prima di tutto ci tengo a elogiare i miei ragazzi, per la qualità della partita, per l’attitudine e per il cuore che ci hanno messo, dall’inizio alla fine – sottolinea subito, in sede di analisi, il tecnico del Bellinzona –. Allo stesso tempo faccio i miei complimenti al Grasshopper, una squadra di grande blasone che anche oggi ha mostrato il suo valore. Unico neo l’atteggiamento che il suo allenatore ha avuto nei miei confronti, in particolare negli ultimi venti minuti... Ciò detto, veniamo all’analisi della partita: come tutti avranno potuto vedere, siamo una squadra ancora in costruzione, ma che sta lavorando molto bene. Oggi, ne sono convinto, abbiamo fornito una riprova di essere sulla buona strada: mi è piaciuta l’impostazione che la squadra ha avuto in campo, tanto in difesa, quanto in attacco. Abbiamo lottato, e anche se non ce l’abbiamo fatta, possiamo tenere la testa ben alta». «Alla fine usciamo dal campo battuti, e dunque eliminati dalla Coppa Svizzera: se la guardiamo da questo lato, non possiamo certo essere soddisfatti per come siano andate le cose; d’altro canto, possiamo essere contenti per il tenore della nostra partita – gli fa eco Aris Sörensen –. Al di là del risultato, abbiamo fornito una prestazione solida e di carattere, e questo dev’essere di buon auspicio per il prosieguo del campionato».