Due errori condannano Fazzini e compagni alla resa a Davos. ‘Gli stranieri faticano a incidere’. Ma alla Cornèr Arena sbarca lo svedese Linus Omark
Davos – Benché tornare a Davos, borgo dal fascino fiabesco, sia sempre qualcosa di speciale, il sabato sera dei bianconeri nei Grigioni è stato tutto fuorché una rigenerativa passeggiata di salute. La squadra di Holden sta dominando e imponendo la propria legge sul campionato. Compito quindi difficile per un Lugano che si è subito complicato la vita regalando due gol agli avversari con gravi errori di Dahlström e Van Pottelberghe.
Per l’occasione, coach Mitell ha deciso di dare fiducia all’ex Bienne, preferendolo a Schlegel dopo la partita della Cornèr Arena. Una scelta comprensibile: Joren Van Pottelberghe ha bisogno di giocare, ma con uno Schlegel in questo stato di forma non è facile rinunciare allo zurighese. Resta però evidente la grande responsabilità che pesa sulle spalle del numero 37, che ha mostrato insicurezze tali da non lasciare tranquillo il General Manager bianconero Steinmann. Ma, evidentemente, la preoccupazione più immediata di quest’ultimo concerne l’attacco, visto che per ovviare al prolungarsi delle assenze di Rasmus Kupari, Jiri Sekac e Marco Zanetti, ha deciso di correre ai ripari ingaggiando Linus Omark, il cui debutto in maglia bianconera è già atteso per la partita di martedì contro il Berna.
Ben guidati dalla ‘vecchia volpe’ Holden, i gialloblù si confermano squadra compatta, con pochi punti deboli e due portieri di valore che si equivalgono. Sabato, contro il Lugano, a difesa della porta grigionese ha giocato Hollenstein (migliore dei suoi), mentre in difesa Fora e Andersson hanno ribadito la loro solidità. Ma in generale tutta la squadra appare fortissima, con alternative in ogni blocco che la rendono imprevedibile.
Contro un avversario di questo livello non puoi concedere errori come quelli di Dahlström e Van Pottelberghe. Lo svedese, dopo un avvio ordinato, è ricaduto nei passaggi a vuoto già visti lo scorso anno. Zadina e Kessler non si sono fatti pregare per approfittarne e, da quel momento, la strada per il Davos si è fatta in discesa, anche se il Lugano nel secondo e terzo tempo ha avuto il pregio di non disunirsi e di avere una buona reazione.
Gli stranieri dei grigionesi sembrano avere una marcia in più rispetto a quelli scelti da Steinmann, fatta forse eccezione per Carrick, che da solo riesce spesso a esaltarsi ma non può risolvere ogni situazione. Siamo solo all’inizio, ma mentre gli ‘import’ delle altre squadre hanno già portato punti preziosi, quelli del Lugano faticano ancora a lasciare il segno, e fra gli svizzeri solo Fazzini rende al meglio anche in fase offensiva.
Sulle spalle di Stransky, il Davos è parso davvero una squadra di un altro livello – se non di un altro pianeta – rispetto ai bianconeri. I troppi dischi persi in zona neutra hanno più volte messo in difficoltà una difesa apparsa meno brillante rispetto alle uscite precedenti. Mitell propone un gioco veloce, intenso e verticale, ma le ripartenze concesse agli avversari sono state troppe. Sono dettagli che col tempo andranno corretti, altrimenti si rischia di costruire molto senza raccogliere nulla, puniti da errori banali e personali che costano punti pesantissimi.
Nonostante un calendario iniziale ostico, il Lugano deve sperare che i suoi stranieri inizino davvero a incidere, con gol e assist. In questa squadra, servono come il pane. Il citato arrivo di Omark potrebbe essere la panacea...
«Non posso dirmi soddisfatto: a Davos la prestazione non è stata pessima, ma in attacco non siamo stati abbastanza precisi», commenta Luca Fazzini. Il quale si sofferma poi su un bilancio di queste prime partite del Lugano: «Di occasioni ce ne creiamo, ma ci manca ancora quel fiuto e quella tranquillità per fare la giocata giusta. Le difese avversarie sono forti: devi sempre dare qualcosa in più per segnare. Del resto questo era già un problema che avevamo ravvisato pure l’anno scorso... Sei gol in cinque partite sono troppo pochi se vuoi vincere, soprattutto contro squadre di vertice. Abbiamo qualità, ma dobbiamo giocare più semplice e andare di più sulla porta: qualche gol sporco arriverà. Anche gli stranieri faticano a incidere, ma sono fiducioso che troveranno il loro contributo. Con il Davos abbiamo reagito bene nel terzo tempo, dimostrando che la squadra ha carattere, ma ci manca cinismo: creiamo molto, poi però a segnare nei momenti chiave e a portare a casa la partita è l’avversario. Martedì contro il Berna dovremo essere più concreti: lavoriamo duro, ma serve qualità davanti e dobbiamo essere più cinici, sfruttando meglio qualche giocata sporca».