Calcio

Sul campo di una Svezia disperata

Venrdì sera il terzo impegno dei rossocrociati nelle qualificazioni alla prossima Coppa del mondo, fin qui disputate con grande efficacia

9 ottobre 2025
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Confermare quanto di buono visto in settembre: ecco l’obiettivo della Svizzera per la sfida di venerdì sul campo della Svezia (20.45), terza gara delle qualificazioni al Mondiale 2026. Un mese dopo la perfetta entrata in materia con la doppia vittoria di Basilea – 4-0 al Kosovo e 3-0 alla Slovenia – i rossocrociati cominciato la seconda finestra internazionale della nuova stagione, fatta stavolta di due trasferte. La prima sarà a Solna (periferia di Stoccolma), mentre la seconda andrà in scena lunedì a Lubiana, capitale slovena. Il percorso verso il torneo in programma la prossima estate in Messico, Canada e Usa si chiuderà poi in novembre, contro i Vichinghi a Ginevra e al cospetto dei kosovari a Pristina.

‘Sarà comunque un match difficile’

«Non so se siamo davvero favoriti», ha detto il Ct rossocrociato Yakin appena atterrato a Stoccolma. «La Svezia ha giocato due volte in trasferta, mentre noi due volte in casa, dunque tutto può cambiare in fretta. Sarà un match davvero difficile per noi». Ad ogni modo, pare che il tecnico voglia mandare in campo gli stessi 11 che hanno demolito Kosovo e Slovenia. Sarebbe una prima assoluta, dato che non ha mai schierato per tre volte di fila la stessa formazione iniziale. «Abbiamo grande fiducia, vogliamo fare risultato», assicura Remo Freuler, che dovrebbe formare con Xhaka e Rieder il centrocampo elvetico. In attacco, invece, Embolo – in cerca della rete per la sesta volta consecutiva in Nazionale, come riuscì soltanto a Leopold Kielholz 91 anni fa – dovrebbe associarsi a Vargas e Ndoye. Per quanto attiene alla retroguardia, tutto lascia intuire che davanti a Kobel giostreranno Akanji ed Elvedi, mentre le fasce saranno competenza – benché nei loro club non siano più titolari indiscussi – di Widmer e Rodriguez.

I sei punti conquistati a settembre, sommati al pessimo inizio della Svezia – che fin qui ha raccolto solo 1 punto figlio del 2-2 ottenuto in Slovenia prima di arrendersi 2-0 al Kosovo – mettono la nostra Nazionale in una posizione privilegiata. La strada per il Nordamerica, comunque, è ‘ancora lunga’, come ha avvisato l’attaccante Dan Ndoye al termine della seconda gara basilese degli elvetici. Due controprestazioni in questi due prossimi impegni, infatti, rimetterebbero del tutto in discussione la qualificazione, e trasformerebbero novembre in un mese davvero ad alta tensione. Ricordiamo che solo la prima del girone avrà accesso diretto alla fase finale, mentre la seconda dovrà disputare un pericoloso spareggio il prossimo marzo.

La Svizzera non affronta gli svedesi dalla funesta eliminazione (1-0) subita dagli scandinavi in occasione degli ottavi di finale del Mondiale russo, nel 2018. A San Pietroburgo, una sfortunata deviazione di Manuel Akanji su un tiro praticamente innocuo di Forsberg aveva decretato l’uscita di scena dei rossocrociati – allora allenati da Vladimir Petkovic – dal palcoscenico più prestigioso. Da quel 3 luglio di sette anni fa, la selezione svedese è radicalmente cambiata: solo il difensore Victor Lindelöf e il portiere di riserva Kristoffer Nordfeldt sono infatti ancora membri della rosa gialloblù. La Svizzera, invece, ha mantenuto il grosso dell’ossatura già presente, e inoltre porta con sé una certa voglia di rivincita, specie in Ricardo Rodriguez, Manuel Akanji, Nico Elvedi, Granit Xhaka, Remo Freuler e Breel Embolo, che domani dovrebbero essere tutti titolari e che nel 2018 avevano vissuto quella grande delusione.

Sullo slancio delle due convincenti vittorie iniziali, la formazione diretta da Murat Yakin vorrà senz’altro approfittare delle insicurezze che stanno minando gli svedesi in questo periodo: la sconfitta degli scandinavi in Kosovo ha lasciato strascichi pesantissimi, fra i quali la sfiducia nel trentacinquenne portiere Robin Olsen (79 presenze nella selezione, parecchio insicuro sia contro i kosovari sia di fronte agli sloveni), a cui il Ct danese Jon Dahl Tomasson ha tolto il posto da titolare. Addirittura, l’estremo difensore ha dichiarato che – finché in panchina ci sarà appunto Tomasson – non accetterà più nessuna convocazione in nazionale.

Contro Xhaka e compagni – che dall’inizio del 2025 hanno segnato oltre tre gol di media a partita – a difendere la porta gialloblù ci sarà dunque Viktor Johansson (27 anni, 9 selezioni). Murat Yakin è però ben cosciente che per i suoi giocatori non sarà una gara facile quella da giocare a Solna sul campo della Nationalarenan, iconico impianto dal tetto che può essere chiuso. «Loro sono in ‘modalità’ sopravvivenza», ha detto il Ct elvetico. «Per gli svedesi, ora, è tutto o niente, e ciò li renderà ancor più pericolosi, perché giocheranno alla morte, senza alcun timore».

Occhio alle punte scandinave

Particolarmente temibili sono gli attaccanti scandinavi, autentiche star internazionali. Nulla comunque garantisce che Isak – che ha di recente raggiunto il Liverpool per addirittura 145 milioni di euro complessivi – partirà fra i titolari venerdì sera. L’ex centravanti del Newcasle, infatti, è tornato in campo già da qualche settimana, ma continua ad avere grandi problemi. Piu in forma paiono l’ala Anthony Elanga (Newcastle) e il possente goleador dell’Arsenal Viktor Gyökeres, che potrebbero dunque costituire la coppia d’attacco titolare nel 3-5-2 di Tomasson. Sbagliato sarebbe comunque concentrarsi solo sulle punte avversarie: grande attenzione andrà rivolta anche al fluidificante Svensson (Borussia Dortmund) e al promettente centrocampista Ayari (Brighton), due volte decisivo contro la Slovenia.