A Pristina, col lanciato Kosovo, la Svizzera ha una sola missione: ratificare la qualifica al Mondiale. ‘La sconfitta è uno scenario che non contempliamo’

Da un lato c’è la consapevolezza di un destino praticamente ineluttabile. Alla vigilia della ultima sfida della campagna di qualificazione, domani contro la Svizzera, nemmeno il più ottimista dei tifosi kosovari punterebbe un euro sulla qualificazione diretta al Mondiale nordamericano della selezione di Franco Foda. Ciononostante, pur con la certezza, salvo clamorosi miracoli, di doversi giocare il biglietto per varcare l’Atlantico la prossima estate passando dagli spareggi, il Kosovo farà di tutto per brillare davanti al suo pubblico.
Solo tre punti separano i due Paesi alla vigilia di quest’ultima partita. Ma la differenza reti depone largamente a favore della Svizzera, cosa che lascia poco spazio a dubbi. I kosovari devono infatti vincere con sei gol di scarto per scalzare gli uomini di Yakin dal primo posto del girone, e tutti concordano sul fatto che uno scenario del genere appare decisamente assai remoto. Il primo a non farsi grandi illusioni è lo stesso selezionatore dei kosovari: «La Svizzera è stata molto solida dall’inizio delle qualificazioni. Essendo realistici, è impossibile che li battiamo 6-0», dice schiettamente il tecnico tedesco. Tuttavia, dalla partita di andata tra le due nazionali a Basilea, dove la Svizzera aveva avuto bisogno solo di un tempo per addomesticare il suo avversario (4-0), molta acqua è passata sotto i ponti. Da allora, il Kosovo ha ottenuto tanti punti quanto gli elvetici, sia contro la Svezia (due vittorie), sia contro la Slovenia (una vittoria e un pareggio), il tutto senza subire reti. Questi ottimi risultati hanno sorpreso molti, dato che sulla carta il Kosovo era la squadra meno forte del girone. Dopo cinque partite, è davanti – e di gran lunga – alla Svezia e ai suoi attaccanti che valgono milioni. Ma tutto ciò non basta per placare l’ambizione dei kosovari: «La squadra ha ottenuto grandi risultati negli ultimi tempi, ma non c’è ancora nulla da festeggiare. Se dagli spareggi usciremo con la qualifica alla fase finale della Coppa del mondo, allora sì che potremo festeggiare».
Nel 2016, otto anni dopo aver proclamato la sua indipendenza, il Paese balcanico è entrato a far parte dell’Uefa e della Fifa. Da allora ha rapidamente scalato le gerarchie internazionali, passando dalla 165esima all’84esima posizione del ranking mondiale. Nel 2020, sotto la guida del neocastellano Bernard Challandes, i kosovari avevano sfiorato la qualificazione per Euro 2021 (mancandola perdendo nel primo turno degli spareggi). La selezione kosovara ha poi compiuto un ulteriore passo avanti dall’arrivo di Franco Foda nel febbraio 2024, riuscendo a salire nella Lega B di Nations League, il livello in cui giocherà la Svizzera nella prossima edizione.
Sempre più attraente per i giocatori in possesso della doppia nazionalità, come Albian Hadjari e Leon Avdullahu, le due promesse che hanno voltato le spalle alla Svizzera questo autunno, la nazionale kosovara si sta avvicinando a grandi passi alle big. E anche in caso di fallimento sulla strada che porta al Mondiale nordamericano, potrà legittimamente puntare a partecipare a Euro 2028.
Prima di pensare al futuro, i kosovari vogliono a ogni buon conto concentrarsi sul presente, nella speranza di prendersi la rivincita sulla Svizzera. Anche una vittoria di misura sarebbe altamente simbolica per quei tifosi di fede kosovara che hanno sempre considerato Xhaka e Shaqiri come parte della loro squadra. «È una sensazione molto particolare affrontare la Svizzera – afferma l’ex bianconero Albian Hajdari –. Sarebbe stato meglio se fosse stata una vera finale, ma vogliamo comunque conquistare i tre punti. Abbiamo già scritto una pagina della nostra storia raggiungendo gli spareggi, vogliamo aggiungerne un’altra battendo la Svizzera».
Sul fronte elvetico, Murat Yakin si aspetta una prova di grande serietà dai suoi uomini in quel di Pristina. Contro il Kosovo, la Svizzera vuole portare a termine il lavoro e ufficializzare la sua qualificazione ai Mondiali del 2026. «Il Kosovo non ha nulla da perdere – sottolinea il selezionatore dei rossocrociati, ricordando quanto i balcanici siano cambiati dal 4-0 di Basilea –. I loro nuovi giocatori provenienti dalla Svizzera (Avdullahu e Hajdari, ndr) hanno mutato parecchio la squadra. Dovremo essere molto concentrati fin dall’inizio».
Sabato a Lubiana, infatti, i kosovari hanno sorpreso la Slovenia fin dall’inizio, segnando già al 6’. «La sconfitta è uno scenario a cui non vogliamo pensare, ma non di meno il Kosovo è un avversario che va rispettato».