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Alfredo Maranesi, il pedale era la sua vita

Ricordo del dirigente momò scomparso pochi giorni fa dopo una fitta e intensa attività al servizio dei giovani atleti

16 giugno 2025
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Che dire di un uomo che è stato per oltre cinquanta anni il punto di riferimento del ciclismo ticinese, e non solo? L’articolo potrebbe finire qui, perché tutto questo era Alfredo Maranesi, scomparso pochi giorni fa. La retorica, i necrologi, le frasi fatte non servono: Maranesi merita di più, molto di più. Ci dobbiamo ripetere, ma non finiremmo mai di scrivere che ‘Ul Fredo’ ha attraversato, con la sua passione e competenza, tutto il mondo del ciclismo, in ogni sua angolatura.

Ha iniziato la sua carriera agonistica con l’‘arancione divisa’ della Sport Lugano. Solo una stagione, poi scopre la bianconera maglia del Vc Mendrisio, che lo accompagnerà per tutta la vita. Pochi sanno che Maranesi, prima di diventare dirigente, fu un ottimo corridore, raggiungendo facilmente i punti per passare nella categoria dei dilettanti A, pari a quella che oggi chiamiamo Elite. E di quel Velo Club Mendrisio, da corridore Maranesi vive il declino. Anche grazie alla sua grande passione, sarà uno dei soci rifondatori che nel1970 fecero rinascere il club bianconero.

È l’anno della svolta: arriva un presidente appassionato, con molte ambizioni – Renzo Bordogna – e il miracolo diventa realtà. L’anno successivo ecco a sorpresa i Mondiali, poi gli anni della gloria sanciti dai successi di Vitali, Travella, Bellati, Oberson, Stiz e chi più ne ha più ne metta. Per poche stagioni Maranesi lascia il suo club, perché chiamato al capezzale della Federazione, e in quel ruolo compie un piccolo miracolo portando Mauro Gianetti al titolo svizzero juniores, completato da altri tre ticinesi fra i piazzati: un vero trionfo.

Quindi il ritorno agli ‘antichi amori’: Maranesi, sulla ammiraglia del Vc Mendrisio conquista un titolo europeo grazie e Michele Albasini. I dirigenti passano, ma ‘il Mara’ è sempre lì. È un punto di riferimento per tutti i giovani, gli U23 in particolare. Da quella nidiata nascono, fra gli altri, un potenziale campione – Gino Maeder – portatoci via nel fiore degli anni, e il grigionese Badilatti, passato al professionismo. Nell’ ultimo periodo Maranesi raccoglie un'altra sfida: in un momento difficile per la società, ne diventa il presidente. Sarà lui a gestire il passaggio generazionale con l’arrivo di giovani e volonterosi dirigenti. Potremmo scrivere molto ma molto di più, ma il groppo in gola diventa sempre più forte, allora mi fermo qui, caro Alfredo. Riposa in pace e che la terra ti sia lieve.