Ciclismo

Non piace a nessuno (o quasi) la novità dei cartellini al Tour

Alcuni corridori la trovano ingiusto, mentre per altri è un rimedio aleatorio ma soprattutto fatale, perché con due ammonizioni si va a casa

C’è giallo e giallo
(Keystone)
8 luglio 2025
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La decisione di infliggere dei cartellini gialli lunedì a quattro corridori del Tour, che è la novità di quest'anno, ha suscitato ampie critiche da parte del gruppo, che la definscono ingiusta nella migliore delle ipotesi. L'italiano Davide Ballerini, l'olandese Danny van Poppel, il belga Edward Theuns e il francese Bryan Coquard al termine della tappa numero tre si erano visti ammonire dalla giuria dei commissari, al termine di una terza tappa particolarmente caotica. In particolare Coquard, della Cofidis, reo di aver causato la caduta di Jasper Philipsen durante lo sprint intermedio, costringendolo ad abbandonare la corsa a causa della frattura della clavicola. Quasi in lacrime all'arrivo, il francese ha detto di «non essere una cattiva persona», asserendo di non averlo fatto apposta, prima di scusarsi con Philipsen e la sua squadra Alpecin, cosa che non gli ha levato l'ammonizione per "sprint irregolare". «È una punizione ingiustificata. Bryan non ha commesso errori, è un incidente sfortunato» ha dichiarato oggi Cédric Vasseur, il direttore generale della Cofidis. «A questo punto, distribuiamo 25 cartellini gialli a tappa e possiamo tutti tornare a casa dopo quattro giorni», ha aggiunto. Effettivamente, in caso di secondo giallo il corridore deve effettivamente fare le valigie, secondo i termini di questo sistema introdotto a inizio stagione dall'Uci per cercare di disciplinare un plotone sempre più veloce. E non è tutto: tre cartellini gialli nel giro di 30 giorni valgono una squalifica di due settimane, mentre sei in un periodo di un anno sono punibili con una squalifica di 30 giorni.

Prima del Tour de France erano stati emessi 159 cartellini gialli, meno del 42% dei quali era però andato a corridori, poiché la sanzione riguarda anche i direttori sportivi e persino i piloti di moto o auto presenti in corsa. Il direttore di gara del Tour, Thierry Gouvenou, ammette che «a volte ci sono stati abusi», senza menzionare un caso specifico, aggiungendo però che questo passo era necessario «per restituire un po‘ di rispetto al gruppo. L'obiettivo principale non è sospendere i corridori, ma far loro capire quando si comportano male. È vero che per i velocisti è un po’ una sfida, perché potrebbero fare in fretta a prenrne due...».

Nel gruppo, prima della quarta tappa qualcuno ha preferito scherzarci su, come Remco Evenepoel, che ha mimato l'arbitro che mostrava un cartellino giallo a Van Poppel, uno dei quattro sanzionati lunedì.