Domani pomeriggio, alle 14.30, Bencic sfida l'indiavolata Andreeva per un posto in semifinale. ‘Le lacrime in campo? Sono una persona emotiva’
Lo sa bene, Belinda, che dovrà riuscire a realizzare qualcosa di veramente grande, domani pomeriggio, alle 14.30 ora di Londra. Quando la ventottenne sangallese metterà piede sul Centrale di Wimbledon per contendere il posto in semifinale al prodigio Mirra Andreeva, diciottenne siberiana numero 7 al mondo che si presenta all’appuntamento col pieno di fiducia. Basti un dato per raccontare dello suo strapotere fin qui, nella quindicina londinese: in una sola occasione ha concesso alle sue avversarie più di tre game nello stesso set, cioè nel secondo turno vinto 6-1 7-6 contro l’italiana Bronzetti.
Allenata da quella Conchita Martinez che sull’erba di Wimbledon si laureò campionessa nel 1994, la ragazza di Krasnojarsk sui campi di Church Road aveva saputo illustrarsi sin dalla prima volta che ci mise piede, nel 2023, un paio di mesi dopo aver brillato in Ticino, vincendo entrambi i tornei Itf di Chiasso e Bellinzona, arrivando sino al terzo turno a Londra partendo dalle qualificazioni, quando aveva appena sedici anni. Due anni dopo, Mirra Andreeva è già numero 7 al mnodo, exploit in gran parte frutto dei trionfi ottenuti quest’anno in ben due tornei Wta 1000, a Dubai e Indian Wells. Talento, tenacia e freddezza sono le armi vincenti della russa, che non ha avuto esitazioni neppure quando, lunedì, s’è ritrovata di fronte la numero 10 al mondo, Emma Navarro, figlia di quel Benjamin Navarro, miliardario newyorkese, il cui patrimonio è stimato da Forbes a 1500 milioni di euro, ciò che fa ovviamente di lei la tennista più ricca del pianeta. Eppure tra la sperimentata americana, di sei anni più vecchia, e Mirra Andreeva non c’è partita: la russa vince 6-2 6-3 senza fare una piega, tanto che il suo unico vero momento di nervosismo è stato quando s’è accorta che in tribuna, nel Royal box, c’era anche sua maestà Roger Federer. «Incontrarlo dal vivo era uno dei miei sogni», dirà ai giornalisti.
Lo stesso Federer che qualche ora prima aveva applaudito il successo di Belinda Bencic nell’ottavo contro Ekaterina Alexandrova, russa pure lei. «Quando Roger ha trionfato qui per la prima volta (nel 2003, ndr) io avevo soltanto sei anni», scherza Belinda. Le cui lacrime in campo dopo il successo di lunedì la dicono lunga di quando per lei fosse importante giocarsi il posto in semifinale a Londra. «Sono una persona emotiva – dice la 28enne di Flawil –, e il tennis significa molto per me». Il fatto di tornare ai quarti nello Slam quattro anni dopo l’ultima volta, ha sorpreso lei per prima, che quindici mesi or sono dava alla luce la piccola Bella. «È incredibile, in campo mi sento come prima della maternità». E comunque andranno le cose contro Mirra Andreeva, nella peggiore delle ipotesi a fine torneo la sangallese risalirà dal 35esimo al 23esimo posto nelle gerarchie mondiali.