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Dalla pole alla vittoria: Piastri mette in riga tutti a Shakir

Il Gp del Bahrain incorona l’australiano della McLaren. Che sotto la bandiera a scacchi precede nell'ordine Russell e Norris

L’arrivo vittorioso dell’australiano
(Keystone)
13 aprile 2025
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C’è un nuovo Iceman nel Circus e il suo nome è Oscar Piastri. Se infatti c’è un pilota al quale l’australiano può essere accostato, questi è Kimi Raikkonen. Stessa glacialità, identico vocabolario volutamente ridotto all’osso nelle interviste, medesima imperturbabilità in gara, che gli ha permesso di vincere con grande scioltezza un Gran premio ricco di emozioni, sorpassi e colpi di scena, in netta controtendenza rispetto a quello ben più moscio di Suzuka. Ma a Sakhir la track position non è così importante, perché il layout del tracciato – con ben tre zone Drs – permette di effettuare sorpassi e le temperature dell’asfalto favoriscono le monoposto che meglio sanno gestire il degrado delle gomme, permettendo una serie di strategie differenziate che movimentano la gara. L’unico dato che non è mai cambiato ha riguardato la leadership di Piastri, eccellente nel convertire la pole position nella sua quarta vittoria in carriera, una sola in meno del compagno di squadra Lando Norris, il quale però di Gp ne ha corsi circa un’ottantina in più rispetto all’australiano.

Il confronto Piastri-Norris è esemplificativo di quanto la tenuta mentale possa fare la differenza, anche su una monoposto dominante con la McLaren di questo inizio di stagione. A un Piastri impeccabile lungo tutto il weekend nel concretizzare in pista l’elevato potenziale della macchina, ha fatto da contraltare un Norris nervoso, pasticcione e ondivago nell’alternare grandi spunti ai tradizionali errori che, nei momenti di massima pressione, continuano a non mancare. Indicativa sotto questo profilo la partenza, con un errato posizionamento in griglia che gli ha procurato una penalità di cinque secondi finendo con il depotenziare un ottimo sprint iniziale che lo aveva catapultato dal sesto al terzo posto. Ecco, il sesto posto: lì erano riassunti tutti i problemi di tenuta mentale di Norris, onestamente ammessi dal diretto interessato, che non ha cercato scuse parlando di macchina «stellare» e fatta funzionare a dovere da Piastri. «Il mio problema è qui», ha detto Norris puntandosi un dito al capo. La penalità ha costretto Norris a giocare all’attacco, favorito anche dalla safety car entrata al giro 32 per favorire la rimozione di detriti lasciati in curva 3 da un contatto tra Tsunoda e Sainz, e rientrato in pista con la gomma più performante, la media, rispetto alle due Ferrari, che montavano le hard, e Russell, in gara con le più degradabili soft quando mancavano ancora 25 giri al termine. Norris ha però trovato difficoltà nel superare le due rosse, prima sopravanzando Hamilton fuori pista e trovandosi costretto a restituirgli la posizione per evitare una ulteriore sanzione, poi con un bloccaggio alla staccata di curva 1 nel tentativo di passare Leclerc, per un sorpasso infine riuscito sei giri dopo. Una serie di sbavature che gli hanno consentito di arrivare a ridosso di Russell solo negli ultimi due giri, con il connazionale bravo a chiudere tutte le porte. Ancora una volta la sensazione è stata quella di una certa difficoltà di Norris nel gestire la leadership mondiale, con un vantaggio sì incrementato su Max Verstappen, ma assottigliatosi sul compagno di Piastri, portatosi a tre lunghezze. Salvo stravolgimenti della classifica riguardanti il secondo posto di Russell, sotto investigazione per aver usato impropriamente il Drs in una situazione di gara in cui, per problemi con i trasponder, era però attivabile per tutti.

La prima guida Mercedes sta comunque vivendo il suo miglior inizio di stagione di sempre, con tre podi nelle prime quattro gare, frutto di una grandissima costanza di rendimento, tanto in qualifica, quanto in gara. Problema del Drs a parte, Russell ancora una volta è riuscito a finire davanti alle Ferrari, che hanno rischiato una strategia diversa partendo con le medie, anziché con le soft, ottenendo buoni riscontri nel secondo stint e, grazie agli aggiornamenti portati, una sensazione di maggiore competitività delle monoposto. La safety car ha però scombinato i piani di Charles Leclerc e Lewis Hamilton, costretti entrambi a un pit stop anticipato rispetto al ciclo vita della gomma e risolto con la scelta della peggior mescola per Sakhir, ossia la hard. Una mescola che già si era vista essere poco performante sulla Red Bull di Verstappen, in difficoltà comunque per tutto il weekend con una monoposto che ha sofferto tanto le temperature alte del Bahrain (a un certo punto l’olandese è sbottato via radio: «everything is overheating» – tutto si sta surriscaldando). Un calvario al quale si sono aggiunti due pitstop lenti, a causa rispettivamente di un semaforo non funzionante e di un problema all’anteriore destra. Il sesto posto finale, ottenuto dopo un faticosissimo sorpasso sull’Alpine di Pierre Gasly all’ultimo giro, testimonia tutte le difficoltà incontrate dal team di Milton Keynes nel weekend. Chris Horner e compagni hanno comunque un motivo in più per sorridere grazie a Yuki Tsunoda, nono, che ha portato alla scuderia i primi punti stagionali non griffati Verstappen.

Il premio di migliori attori non protagonisti va alla coppia della Haas Esteban Ocon-Oliver Bearman, entrambi a punti dopo un sabato terribile. Ocon, infatti, era partito quindicesimo dopo essere finito contro le barriere in Q2, mentre a Bearman era toccata addirittura l’ultima posizione in griglia. Ma l’ottima strategia di gara della scuderia di Kannapolis, unita alle grandi performance dei piloti, hanno portato cinque punti al team, con Bearman che ha strappato l’ultima posizione utile a Antonelli, il pilota più penalizzato di tutti dalla safety. Per l’inglese si tratta del terzo piazzamento consecutivo a punti. Festa anche in casa Alpine, che grazie al settimo posto di Gasly cancella lo zero nella classifica Costruttori e sopravanza la Sauber in virtù dei migliori piazzamenti. Dopo l’ottimo esordio in Australia, il tredicesimo posto di Nico Hulkenberg è stato il miglior piazzamento stagionale della squadra di Hinwil. Non pervenuto invece Gabriel Bortoleto, a cui discolpa va comunque detto che probabilmente si trova nella peggior condizione tecnico-strutturale possibile per un rookie.