laR+ Formula 1

In Belgio è doppietta McLaren. Ma sul gradino più alto ci sale Piastri

Niente di nuovo a Spa, dove a completare il podio è Charles Leclerc. Con la Sauber che stavolta va a punti con Bortoleto, nono

Bandiera a scacchi
(Keystone)
27 luglio 2025
|

Dopo la pioggia e la paura di rivivere un nuovo 2021, quando si disputò il Gran Premio più corto nella storia della Formula 1 (due giri dietro safety car, bandiera rossa al terzo, appena 6,880 chilometri percorsi), è arrivata una nuova e prevedibile doppietta McLaren, la terza consecutiva, la sesta complessiva in stagione. Questa volta il gradino più alto del podio è toccato a Oscar Piastri, che ha negato al compagno Lando Norris il suo terzo successo consecutivo (mai raccolto per ora in carriera), portando il proprio vantaggio in classifica a 16 punti e chiudendo un weekend quasi perfetto, dal momento che è finito davanti all’inglese sia in gara, sia nella sprint race. Il quasi riguarda appunto il mini-Gran Premio del sabato, nel quale ha dovuto cedere il passo a Max Verstappen accontentandosi della seconda posizione, e mai come in questo caso il verbo utilizzato appare quella più consono, perché l’australiano è sembrato più voler gestire la propria posizione che tentare l’assalto all’olandese solo per guadagnare un punto in più.

Dalle 15 il via della gara è slittato alle 16.20, con quattro giri percorsi dietro la safety car e partenza lanciata. Una strategia molto conservativa della direzione di gara, che ha provocato tra gli appassionati un nugolo di critiche a una Formula 1 sempre più propensa a fermarsi in condizioni di bagnato, rendendo di fatto inutili le gomme full wet, nemmeno previste a Spa in quanto alzavano troppa acqua, che sarebbe andata ad aggiungersi al muro già creato dal diffusore posteriore delle monoposto. Trattandosi però del circuito dove nel 2019 perse la vita Anthoine Hubert in F2, va anche capita la necessità degli organi competenti di non voler rischiare nulla, specialmente su una pista che presenta punti (curve Eau Rouge e Raidillon su tutti) particolarmente pericolosi. Sicurezza contro spettacolo e nostalgia dei bei tempi andati: il dibattito rimane aperto. Proprio alla partenza è arrivato il momento cruciale della gara, con Piastri subito negli scarichi di Norris e perfetto nel trovare la traiettoria migliore in entrata del rettilineo del Kemmel e sopravanzare il compagno. Una manovra di grandissima qualità che è suonata come un metaforico ceffone ai danni di Norris, fin dai primi team radio sotto safety car apparso inquieto. Un’incostanza che è stata il Leitmotiv di tutta la sua gara, nonostante la ghiotta occasione di un pit stop ritardato dove gli sono state montate le gomme hard, mentre Piastri e compagnia erano in gara con le medie, il che significava maggiore possibilità per l’inglese di spingere nel finale. Cosa che in effetti è accaduta quando, tra il giro 37 e il giro 43, Norris si è portato da 6,3” a 3,1” da Piastri. Peccato che l’inglese si era mangiato almeno 2” con un errore a Pouhon e un bloccaggio a La Source, poi ripetuto nel penultimo giro quando Piastri era oramai in vista. I numeri non mentono: con la freddezza e la costanza di Piastri, Norris avrebbe potuto giocarsela fino in fondo. Ma, come le lamentele quando piove e le macchine vengono fatte rientrare ai box, anche in questo caso si tratta di una storia già sentita.

Il resto è stata una gara ad annullarsi a vicenda. Charles Leclerc, che al sabato aveva strappato un ottimo terzo tempo in qualifica, ha tenuto a bada Max Verstappen, il quale a sua volta ha rintuzzato gli attacchi di George Russell. Sostanziale equilibrio quindi tra le scuderie dietro alla McLaren, con la Ferrari (graziata da una possibile penalità a Leclerc per unsafe release su Alexander Albon) più soddisfatta delle altre per la bella rimonta di Lewis Hamilton, partito dalla pit lane per delle modifiche apportate alla monoposto a parco chiuso dopo un sabato disastroso, e abile nello sfruttare il maggior carico aerodinamico della sua Sf-25 soprattutto nella prima parte di gara, quella con pista ancora parzialmente bagnata, con una serie di sorpassi che lo hanno issato dal fondo al tredicesimo posto. Poi una corretta strategia di sosta lo ha portato dentro la zona punti, fino a un settimo posto finale alle spalle della Williams di Albon. In casa Mercedes e Red Bull, invece, male le rispettive seconde guide: Andrea Kimi Antonelli non si è mai acceso nel weekend, mentre Yuki Tsunoda è partito in zona punti ma ha terminato tredicesimo. Non può essere felice nemmeno Verstappen, quarto in uno dei suoi tracciati favoriti, non tanto per la vicinanza al suo luogo di nascita, Hasselt, quanto perché il circuito nelle Ardenne rientra in quelli nei quali il suo livello prestazionale riesce a raggiungere vette assolute. Ma l’assetto da bagnato con il quale è stata messa a punto la sua Red Bull non lo ha aiutato nella fase di gara ‘asciutta’, e non è un caso che Max era uno dei piloti maggiormente contrari allo stop iniziale della gara. Bilancio quindi appena sufficiente per una Red Bull che per la prima volta nella sua storia non era guidata da Christian Horner, licenziato a sorpresa dopo Silverstone e sostituito dall’ex Racing Bulls Laurent Mekies.

Prima di Spa 2025, l’ultima gara senza Horner si era disputata il 24 ottobre 2024 a Interlagos, quando al posto della Red Bull c’era ancora la Jaguar e i punti si assegnavano solo fino all’ottava posizione, occupata in quell’occasiona da Felipe Massa su Sauber. Il team di Hinwil è finito a punti anche in Belgio, con un ottimo Gabriel Bortoleto che ha chiuso nono, portando a cinque le gare consecutive in cui i nero-verdi hanno mosso la classifica. Ma la Kick deve anche mangiarsi le mani per la gestione di gara di Nico Hülkenberg, richiamato per il secondo pit stop al giro 33 quando si trovava in decima posizione e rientrato in pista cinque gradini più sotto. Con soli undici giri davanti e avversari con strategia a una sosta sola, non sono bastate le gomme più fresche a portare il tedesco più in alto del dodicesimo posto, a 0,9” da Pierre Gasly decimo su Alpine. A Hülkenberg è stato anche imposto di invertire la posizione con Bortoleto quando entrambi erano a punti, e il tedesco ha eseguito senza battere ciglio. Un piccolo ma significativo esempio del clima sereno che si respira in casa Sauber.