Nel giorno del suo rientro, i bianconeri incassano un pesante kappaò. ‘C’è molta rabbia per questa sconfitta’. E oggi c’è la sfida con i Lions
Lugano – Ora sì che si fa dura. Persa la partita da non perdere col Langnau, il Lugano vede farsi ancora più in salita la sua rincorsa ai play-in. Inguaiato in parte dai risultati delle altre concorrenti dirette, che vanno a punti con una certa regolarità – col Ginevra Servette tredicesimo che ha pure lui realizzato il colpaccio facendo suo il derby del Lemano con il Losanna capolista per riportarsi pericolosamente sotto ai bianconeri –, e inguaiatosi in parte (molto) di suo. Come contro la squadra di Thierry Paterlini, in una domenica peraltro cominciata bene dalla formazione di Uwe Krupp, ma ben presto messasi male, con i bianconeri incapaci di raddrizzare il timone cammin facendo. Per la quarta volta in altrettanti confronti diretti, il Langnau festeggia così il successo ai danni del Lugano, per un bilancio di 11 punti raccolti dai bernesi contro il solo messo in classifica dai bianconeri. «C’è sicuramente tanta rabbia per questa sconfitta: sappiamo tutti quanto a questo punto della stagione ogni partita sia importante, e questa volevamo assolutamente vincerla – osserva Giovanni Morini, alla sua prima partita stagionale dopo l’infortunio patito lo scorso campionato –. Penso anche che per volume di gioco lo abbiamo dimostrato, e credevamo di avere sufficienti qualità per domare i nostri avversari, ma non ci siamo riusciti. Non siamo stati sufficientemente presenti davanti al loro slot. Il Langnau, per contro, è stato bravo a capitalizzare due nostri errori, dimostrandosi poi una squadra molto organizzata, con una difesa difficile da scardinare».
In una domenica decisamente grigia per il Lugano, il solo raggio di sole è appunto stato il rientro dell’attaccante numero 23. «Se devo essere onesto, nel primo tempo a un certo punto le mie gambe ‘bruciavano’, anche parecchio. Un anno lontano dalle competizioni è molto tempo, e si fa sentire. Ma ho avuto buone sensazioni: se io, gli allenatori o lo staff medico avessimo avuto qualche dubbio sulla mia tenuta, allora non sarei sceso in pista oggi (fra l’altro proprio nel giorno del su trentesimo compleanno, ndr). Per questo tengo a ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile il fatto che oggi potessi scendere in pista. Anche l’intesa con i compagni di linea (Canonica e Verboon) è andata bene, del resto sono ragazzi che conosco già dalla passata stagione».
Ironia della sorte, il match il Lugano l’ha perso nella frazione in cui, globalmente, ha spinto di più: il periodo iniziale. Avviato con un buon ritmo da Morini e compagni, pericolosi in più di un’occasione, tanto che se alla prima sirena il parziale fosse stato il loro favore, o almeno in parità, nessuno avrebbe urlato allo scandalo. Poi, nel secondo tempo, la manovra dei bianconeri si è un po’ appiattita, permettendo comunque a Sekac di riaprire i giochi. Ma, appunto, a quel punto ha fatto seguito un terzo tempo giocato a corrente alterna dal Lugano, incapace di cambiare marcia per ricucire lo strappo. Classifica alla mano, questa rischia di essere una sconfitta pesante... «C’è ovviamente frustrazione per questo risultato, ma non ci possiamo permettere di guardare l’avversario di turno. L’abbiamo visto in questi giorni, con uno Zugo che ci ha battuto per poi perdere l’indomani contro l’Ajoie: tutti possono davvero battere tutti, ragion per cui noi ora dobbiamo solo pensare a portare in pista il massimo impegno e la massima concentrazione in ognuna delle partite che ci restano». E la prima in ordine di tempo è già in programma stasera, quando il Lugano riceverà lo Zurigo.
Diverse buone azioni per scaldare il motore, seguite da un paio di limpide occasioni per segnare. Poi, quando al nono minuto e spiccioli si ritrova anche con l’uomo in più per la penalità di Paschoud, il Lugano ha l’opportunità di raccogliere i primi frutti di cotanto lavoro. Piazza le tende nel settore offensivo, tanto che il Langnau per centoventi secondi da quella porzione di ghiaccio non riesce a uscire. I bianconeri ci provano prima con diversi dischi messi sullo slot, ma nessuno riesce ad agganciare quei puck per deviarli in rete. Dopodiché ci provano pure con tiri dalla distanza: un paio finiscono in porta, altri fuori misura. Niente di fatto. E, peggio, appena rimette piede sul ghiaccio dopo aver purgato la penalità, lo stesso Paschoud s’invola tutto solo verso la porta di Schlegel, con cui vince il duello personale per firmare la prima rete del confronto, addirittura al primo tiro in porta dei bernesi. La seconda in stagione per il trentenne, lui che sul foglio partita parte come settimo difensore. E indovinate a chi l’aveva segnata la sua prima? Proprio al Lugano, nella partita poi vinta dai bernesi 5-3 lo scorso 21 dicembre.