Insuperabili ai rigori i biancoblù racimolano altri punti e si lanciano nello sprint verso i play-in. ‘Nessuno può dirsi al sicuro: l’esempio siamo noi’
Ambrì – Le dieci e mezza sono passate da un pezzo, e come sempre, d’altronde, il corridoio è un brulicare di persone. Un viavai di gente che sfila avanti e indietro per concedersi alle rituali interviste post partita, o più semplicemente per spostarsi in palestra a ultimare il lavoro, sudando un po’ sotto i pesi. Magari, senza sapere cos’hanno combinato quella sera le avversarie che contendono all’Ambrì il posto ai play-in. «Visto come stanno le cose adesso, quelli strappati all’Ajoie sono senz’altro due punti guadagnati – dice Floran Douay mentre osserva attentamente lo schermo del nostro smartphone su cui spicca una classifica che più serrata non potrebbe essere, visto che ci sono cinque squadre in cinque punti a cinque partite dalla fine. «Certo che ci pensiamo alla classifica, continuamente anche, e da qui in avanti dobbiamo far punti ogni sera – aggiunge, sincero, il possente attaccante numero 81 –. Poi vabbé, ‘la riga, la riga!’, cerchiamo di evitare di panicare, e se giocheremo un buon hockey, dando il massimo ogni volta che scenderemo in pista, non vedo per quale motivo non dovremmo farcela».
Ma un obiettivo ce l’avrete pure: «Sì, certo che ce l’abbiamo. Il coach ci ha imposto un obiettivo a livello di punti-partita durante la regular season – aggiunge, senza svelarlo –, ed evidentemente ancora non ci siamo, sennò adesso saremmo un po’ più in alto... Tuttavia ci restano ancora due settimane di tempo per provarci».
Ogni anno, con l’avvicinarsi della postseason un po’ tutti fanno a gara nel pronosticare a quale quota si situerà la famosa riga tra la decima e l’undicesima posizione: chi dice 72, chi 73, chi addirittura meno... «Il fatto è che ogni stagione è diversa dalle altre. L’anno scorso, se non sbaglio, la soglia era a 73 o 74 (il Servette, decimo, si qualificò con 74 punti, ndr), e quest’anno potrebbero essere un po’ di più o un po’ di meno. Però, adesso, certi calcoli non ci debbono interessare: mancano cinque partite e dobbiamo correre, semplicemente, spingendo a fondo come cavalli da corsa con i paraocchi».
Intanto, però, il primo weekend dopo la pausa, che segna tra l’altro l’inizio del volatone in cui tutto si decide, restituisce l’immagine di un Ambrì confrontato con parecchie difficoltà, prima contro il Langnau, venerdì, in un match quasi ingiocabile, poi – sabato – contro un Ajoie sì ultimo della classe, ma che proprio perché non ha niente da perdere di danni ne ha già combinati parecchi, un po’ ovunque. «Senz’altro non abbiamo fatto tutto giusto, ma nemmeno abbiamo fatto tutto sbagliato – dice Luca Cereda –. A differenza della sera prima, sabato la nostra prova a livello di compattezza è stata ‘okay’, ma il vero problema è che rispetto a prima della pausa gli special team non ci hanno dato una mano. Anzi, semmai ci hanno messo in difficoltà. Non penso solo ai numeri, bensì alla possibilità di generare energia, di creare il ‘momentum’. Da questo punto di vista, dobbiamo compiere un bel passo avanti».
Dopo l’ennesimo overtime – il numero 23, per gli amanti delle statistiche –, per la settima volta in stagione vi siete dovuti giocare il successo ai rigori, e per la settima volta ce l’avete fatta. «Sì, infatti, e tocco tutto quello che c’è da toccare – aggiunge sorridendo, mentre si aggrappa al portone in ferro che conduce alle panchine –. Onestamente non saprei cosa dire: bravi i tiratori, bravi i portieri e bene che ci sia stata anche un po’ di fortuna, di cui magari a volte ne abbiamo avuto meno prima, nei sessanta minuti. Credo sia il mix delle tre cose».
Ma c’è un motivo perché tocca sempre a Heed tirare per primo? «A lui io non ho mai detto nulla. Semplicemente, quando gli chiedo se gli va di cominciare, Tim risponde sempre di sì. Poi è vero, ammetto che da parte mia c’è anche un po’ di scaramanzia, ma vado anche abbastanza sul sicuro, perché di certo lui è uno di quelli bravi».
Al di là del weekend da due punti, il principale risultato del ‘back to back’ contro Langnau e Ajoie è che, pure grazie alle notizie che arrivavano dalle altre piste, a due settimane esatte dalla fine della regular season avete ancora il destino tra le mani. «Io credo che oggi, esattamente come prima della pausa, tra il settimo e il tredicesimo classificato tutto è ancora aperto. Certamente, Kloten e Langnau (70 punti entrambi, ndr) partono con un leggero vantaggio, ma neppure loro possono dirsi al sicuro: ricordatevi cosa avevamo fatto noi l’anno scorso, quando partendo da una situazione come quella odierna eravamo riusciti a chiudere a quota 79 punti, dopo aver vinto sei delle ultime sette partite. Quindi sì, dal settimo al tredicesimo posto tutto è possibile: sarà uno sprint in cui bisognerà sgomitare, e ci siamo anche noi e sgomiteremo».