Il Friborgo è a un passo dalla finale e lo deve a un diciannovenne. ‘Non mi ero nemmeno accorto che il puck fosse entrato, ma poi ho avvertito il boato’
Sono le ventitré e ventisei minuti di sabato, e i novemila della Bcf Arena riescono infine a liberare quell’urlo strozzato in gola dal 59’55’’. Da quando, cioè, il Gottéron pareva ormai essere arrivato a un passo dalla finale e, invece, tra la sorpresa generale, un disgraziato errore di Borgman, che sparacchia il puck dove c’è Sklenicka, bravissimo a catturarlo con le mani e poi a servire Riat, l’ala destra vodese arma lo slap che vale il 3-3 in extremis, a quattro secondi e mezzo dal sessantesimo. Alla fine, però, dopo aver tanto sofferto, il Friborgo riuscirà comunque a spuntarla, nelle primissime battute del secondo overtime, per merito di un attaccante che è il meno atteso di tutti, siccome in una partita durata più di ottanta minuti, il diciannovenne Jan Dorthe, schierato da Lars Leuenberger in qualità di tredicesimo attaccante, ne aveva giocati appena sette. E in pista, al momento di segnare il gol-partita, il più sorpreso di tutti sembra proprio essere lui. «Quando ho tirato, non ho neppure visto il disco entrare – dice il ragazzo nato a Friborgo, formato e cresciuto nel Gottéron, un paio di minuti dopo aver realizzato il suo exploit –. Però ho capito subito di aver segnato, avvertendo il boato del pubblico. Quello è un momento che sognavo da una vita. In regular season avevo già segnato (due volte, ndr), ma farlo in quel modo, nei playoff, in semifinale, nel secondo tempo supplementare, è qualcosa di ancor più incredibile».
Così come è incredibile il momento che sta attraversando il suo Friborgo, che dopo aver vinto a dicembre una Coppa Spengler che era semplicemente il primo trofeo della sua pur lunghissima storia, iniziata nel lontano 1937, ora è a una sola vittoria dalla qualificazione a quella che sarebbe la sua prima finale dal 2013, quando dovette arrendesi in sei partite allo strapotere del Berna. «È il sogno di un po’ tutti, qui – dice Julien Sprunger, trentanovenne emblematico capitano dei Dragoni –. Però non è il caso di lasciarsi prendere la mano: nello spogliatoio abbiamo una parola d’ordine, e cioè che sia si tratti di gara 1 oppure di una gara 7 di un quarto, di una semifinale o di una finale, non ci sarà nulla che cambierà nel nostro modo di essere».
Andasse tutto per il verso giusto, nell’ottica friborghese, Dorthe, Sprunger e i loro compagni potrebbero mettersi in tasca il ticket per la finale già martedì sera, opposti a un Losanna che si trova sull’orlo del precipizio. Anche se, come si suol dire, il settimo punto è il più difficile da conquistare in una serie. Del resto, lo sa bene anche il Friborgo, che nel quarto con il Berna si era fatto rimontare fin sul 3-3 dopo essere stato sul 3-1 alla vigilia di gara 5.