Il Davos stavolta regge metà gara, quando Andrighetto e compagni danno una svolta alla serata in un minuto. Il Losanna batte il Friborgo e resta in vita
Fin verso metà partita, nessuno avrebbe potuto immaginare che il quinto atto della semifinale tra Zurigo e Davos sarebbe finito a quel modo. E ciòe con i Leoni della Limmat praticamente padroni del ghiaccio, com’era già successo in gara 1 e in gara 3. Invece, nonostante nella prima parte del match Zadina e compagni sembravano essere all’altezza della situazione anche nella bolgia della Swiss Life Arena, alla fine si sono dovuti dichiarare battuti. Un po’ per colpa loro, un po’ per la supremazia di un avversario che trova sempre il modo di accendersi, prima o poi, e quando ci riesce sono dolori.
Se c’è un momento chiave nel quinto atto della serie è da ricercare in ciò che capita nel corso del trentesimo minuto, quando gli attenti e disciplinati gialloblù di Holden (che riescono anche a stare alla larga dalla panchina, il che non è un male quando dall’altra parte c’è un quintetto di powerplay che in questi playoff vanta una riuscita del 33%) subiscono l’improvvisa accelerazione degli zurighesi, e debbono inseguire il disco che nel loro terzo gira come una trottola: prima, al 29’32’’, Guebey e Jung si mostrano un po’ troppo passivi davanti alla gabbia, e Riedi in seconda battuta infila il puck dell’1-0 dopo un tentativo di Rohrer. Poi, poco più di un minuto dopo la ripresa del gioco i Lions raddoppiano, mentre i grigionesi in pista sono i ritardo a livello di copertura, e lo scatenato Andrighetto al 30’40’’ trova un tiro dei suoi dalla media distanza, che s’infila nel “sette” senza che il povero Aeschlimann possa farci nulla. Josh Holden capisce che lo Zurigo ha il vento in poppa e così richiama i suoi in panchina, strigliandoli a dovere. Ma cambia poco o nulla, perché da lì in poi per lo Zsc la partita è in discesa, anche perché gli uomini di Bayer potranno limitarsi a fare ciò fanno meglio, cioè gestire le operazioni senza dover forzare il loro talento, appoggiandosi sulla consapevolezza di essere migliori. Anche perché dall’altra parte c’è un Davos troppo approssimativo, che dà l’impressione di non sapere come scardinare il sistema avversario. Senza contare, poi, che l’impalpabile Ryfors e compagni perdono la stragrande maggioranza degli ingaggi (le statistiche parlano di un 64% a 36%), ed è più il tempo che debbono passare a rincorrere i dischi invece di potersi concentrare sull’inventare qualcosa, magari in velocità.
Grazie a questo nuovo successo, giovedì sera nei Grigioni lo Zurigo può chiudere i conti, e lo stesso vale per il Friborgo nell’altra semifinale (pur se il Gottéron in gara 5 si è dovuto arrendere al Losanna, che ha ribaltato il risultato segnando due gol in avvio di terzo periodo). Tuttavia, non è detta l’ultima parola, anche perché in casa il Davos è tutt’altra cosa, e a maggior raggione potrebbe esserlo se la linea di Stransky, Ryfors e Tambellini – sempre che non venga smembrata – dimostrerà di essere infine all’altezza della sua fama.
Quanto allo spareggio di promozione/relegazione, per la prima volta dall'inizio della serie c‘è stato un successo netto: quello dell'Ajoie, che ha espugnato la Lonza Arena di Visp grazie alle reti di Romanenghi (al 10’‘05’‘), Garessus (al 21'55’‘) e Aeschbach, in superiorità numerica (al 33'36’'). Da sottolineare, comunque, che i vallesani campioni di B hanno dovuto giocare dal dodicesimo senza il portiere titolare Robin Meyer, rimpiazzato dalla riserva Alessio Beglieri. In vantaggio 3-1 nella serie, i giurassiani di Greg Ireland sono ormai a una sola vittoria dalla permanenza nella massima categoria.