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Il Losanna spreca l’occasione, Lions a un passo dal trionfo

Lo Zurigo reagisce e va sul 3-1: giovedì alla Vaudoise Arena, gli uomini di Bayer potrebbero festeggiare il loro secondo titolo consecutivo

Zehnder e compagni hanno di che festeggiare
(Keystone)
22 aprile 2025
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Ci sono occasioni che capitano una volta e poi non tornano più. Sono quelle di un primo tempo davvero sorprendente, nell’atto numero quattro della finale tra Zurigo e Losanna. Sorprendente non soltanto per la quantità di occasioni che riescono a crearsi gli uomini di Geoff Ward, ma anche per l’incredibile aggressività messa in pista sin da subito da Yannick Weber e compagni, probabilmente irritati dallo smacco dell’altra sera, in gara 3. Ma quell’aggressività è incredibile al punto da risultare spesso eccessiva: infatti, e il paradosso è proprio questo, ogni volta che il Losanna riesce a uscire indenne dall’immensa pressione sul proprio terzo difensivo, poi l’impressione è che per Rochette e compagni la strada verso il terzo offensivo si faccia improvvisamente in discesa, anche se, poi, alla fine del pendio c’è un invalicabile muro chiamato Simon Hrubec: il trentatreenne portierone di Vimperk – paesotto boemo sconosciuto ai più, a un tiro di schioppo dalla Baviera – ha una calamita al posto del guanto da presa, e in quei venti e un po’ folli minuti, guardando al contesto, sarà davvero l’uomo della provvidenza per i Leoni della Limmat. Poi, dove non arriva lui (come al 2’18”, sull’incursione di Jordann Bougro, o al 23’40” sulla clamorosa sberla di Glauser) ci arrivano i pali della sua gabbia. Col senno del poi, è in quei primi ventiquattro minuti che il Losanna getta alle ortiche la partita, e chissà, magari non solo quella. Lo Zurigo, intanto, è già avanti di due reti, frutto di appena sette tiri in porta, oltretutto. E il merito, per una volta, non è delle molte star dei Lions, bensì di due ragazzi del ‘bottom six’, ovvero Riedi e il giovanissimo Baechler, bravissimi entrambi a sfruttare altrettante sviste degli avversari nel loro terzo offensivo: la prima, clamorosa, è un tocco suicida di Frick, che getta in pasto a Rohrer e al citato Riedi il più comodo degli assist per l’1-0, al 4’55”; la seconda, invece, è l’esitazione di Vouardoux al ventitreesimo, che non riesce a spazzare il puck dal terzo difensivo, dando così origine a un duello nell’angolo da cui uscirà vincitrice l’ala destra della quarta linea avversaria. Poi, quando – al trentacinquesimo – quel Brendan Perlini che in molti alla Valascia senz’altro ricorderanno (correva l’anno 2021) si farà sbatter fuori per aver dimenticato di togliere il bastone da sotto i piedi di Sigrist, regalando poco dopo a Zehnder la gioia del 3-0 – anche se, in verità, si è trattato di una sfortunata autorete di Sklenicka –, la pratica poteva già considerarsi liquidata.

In vantaggio 3-1 nella serie dopo aver superato la prova più difficile fin qui, almeno in casa sua, ora lo Zurigo è a un passo dalla conferma del titolo vinto un anno fa. Poi sarà anche vero che il Losanna si era già trovato nella medesima situazione in semifinale e aveva saputo ribaltare la serie partendo dall’1-3, ma il Friborgo è una cosa, lo Zsc un’altra. C.S.