Malgrado prezzi non proprio popolari, a ruba i biglietti per i Mondiali ‘casalinghi’ della prossima primavera. Colpa anche degli stadi poco capienti
Per gli appassionati di disco su ghiaccio, questa era la settimana che si può definire da bollino rosso. Quella con due date evidenziate col pennarello rosso sul calendario: lunedì 8 settembre e martedì 9. La seconda, come facilmente deducibile anche dai più profani di quello che rimane lo sport nazionale per eccellenza, per segnare la fine delle... vacanze e dunque l’ingaggio d’apertura della stagione 2025/26. Il primo circolino, altrettanto importante se non ancor di più, a significare invece l’appuntamento con l’apertura delle prevendite delle giornaliere per la fase preliminare dei prossimi Mondiali, che si svolgeranno negli stadi di Friborgo e, soprattutto, Zurigo, dove giocherà la Svizzera. E lunedì sono stati davvero in tantissimi a rispondere presente all’appuntamento, pronti a smanettare sulla tastiera per assicurarsi uno degli ambiti lasciapassare. Andati quasi per intero, manco a dirlo, in un amen, con l’immancabile coda di polemiche via forum e social per chi è rimasto a bocca asciutta. Se non asciutto, sicuramente un bel po’ più leggero è però diventato anche il borsello dei ‘fortunati’, ossia di quelli che invece ce l’hanno fatta a portarsi a casa una di queste giornaliere, giacché i prezzi proposti non erano dei più popolari. Basti pensare che per il pacchetto più a ‘bon marché’, ossia in terza categoria, per assistere a una partita della truppa di Patrick Fischer (col ‘bonus’ dell’altra sfida programmata quel giorno) occorreva sborsare 130 franchi. Mica bruscolini… E chi invece puntava ad accaparrarsi un posto in prima categoria per il ‘big saturday’ del 23 maggio, con un menu di tre portate comprendente nell’ordine Lettonia-Stati Uniti, Svizzera-Ungheria e Austria-Germania (dunque nemmeno partitone da attirare folle oceaniche da ogni angolo del globo) l’obolo che ha dovuto versare è stato più di due volte tanto: 410 franchi (più un’altra decina di franchi derivanti dai costi di prevendita). ‘Ha dovuto’: se scriviamo al passato è appunto perché questi pacchetti sono ormai irreperibili presso il rivenditore ufficiale (Ticketcorner), andati anche loro. Chi vuol respirare comunque l’aria del Mondiale in riva alla Limmat, accontentandosi di guardare ‘le altre’, può pur sempre optare per la giornaliera del martedì 19 maggio (quando il cartellone propone Lettonia-Austria e Ungheria-Gran Bretagna), benché la terza categoria (al prezzo di 40 franchi) sia pure già ‘sold out’ e rimangano ancora pochissimi posti nella seconda categoria (60 franchi): i 100 franchi da metter sul piatto per i posti migliori sono comunque ‘tollerabili’. Altrimenti non resta che migrare a Friborgo, dove (udite udite) con soli 30 franchi a cui vanno aggiunti i costi della prevendita – dunque pagando meno che in diverse piste di National League per un posto sugli spalti… – si può ancora mettere le mani su un pass giornaliero per guardarsi Cechia-Norvegia e Slovenia-Italia. O, ancora, attendere fino a febbraio, quando i biglietti residui per le singole partite verranno messi in vendita. In alternativa, dal 15 settembre apriranno anche le iscrizioni per annunciarsi come volontario alla manifestazione…
Il Campionato mondiale, che di hockey, di calcio o di qualsiasi altra competizione sportiva si tratti, dev’essere prima di tutto una festa. E, come tale, aperta al maggior numero di fruitori possibili. Lo si è ben visto con la fase finale del Campionato europeo di calcio di quest’estate, che ha mobilitato qualcosa come 657’291 persone (con ben 29 ‘sold out’ su 31 partite complessive), polverizzando il precedente primato di affluenza per questa competizione di 574’875 presenze conteggiate quattro anni prima in Inghilterra. Dove, fra l’altro, a falsare i dati c’era anche il ‘catino’ di Wembley, con i suoi 70mila spettatori, ossia quasi il doppio dell’impianto calcistico più capiente in Svizzera.
Per simili eventi servono tuttavia infrastrutture adeguate, e dunque, per restare ai Mondiali di hockey, con più posti di quelli che possono offrire gli impianti di Zurigo (12’000 spettatori) e Friborgo (9’000), ma fors’anche di quello di Berna (17’000 spettatori), che a questo giro non ospiterà partite del torneo. Perché è innegabile che se l’offerta (di posti) è limitata, la domanda sale, e con essa pure i prezzi…