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A Berna, l’Ambrì parte bene ma si spegne cammin facendo

I biancoblù aprono le danze, ma restano a bocca asciutta. Bürgler: ‘Non siamo stati capaci di giocare in modo semplice’

Lukas Landry cerca di contenere Schild
(Keystone)
17 settembre 2025
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Questo non è il calcio. E lui non è Renato Cesarini, il calciatore italo-argentino passato alla storia per le sue parecchie reti, anche pesantissime, cadute proprio negli scampoli finali delle partite. Quella… porzione di sfida che poi, giustamente, è stata ribattezzata proprio con il cognome del ‘Cé’. Nell’hockey, specie in quello a tinte biancoblù, i gol realizzati a fil di sirena stanno invece diventando una sorta di marchio di fabbrica di Tim Heed. Che già aveva timbrato il cartellino nella prima stagionale contro il Kloten, realizzando il definitivo 2-1 quando al termine dei tempi regolamentari mancavano otto secondi, e che a Berna concede il bis, stavolta aprendo le marcature con una fiondata che s’infila sott’asta a velocità supersonica battendo l’incolpevole Reideborn quando alla prima pausa mancano undici secondi appena. È la seconda rete stagionale del numero 72, la quarta (su cinque) di un difensore della truppa agli ordini di Luca Cereda, che per l’occasione a Berna ributta nella mischia Tierney lasciando fuori rosa Petan nel tentativo di dare vigore alla manovra offensiva della sua squadra. Ed è anche la prima stagionale che l’Ambrì Piotta trova con l’uomo in più sul ghiaccio, al primo tentativo della serata, dopo che Häman Aktell s’era macchiato di un ingenuo sgambetto ai danni di Kostner. La panchina degli Orsi non ci sta, e manda gli arbitri a rivedere al video l’azione del gol biancoblù per una presunta ostruzione (di Bürgler) ai danni di Reideborn, il quale tuttavia quando Heed scocca il suo micidiale tiro, si trova oltre il limite della sua area protetta, perdendo così il suo statuto di ‘intoccabile’. Cosa che si traduce in altri due minuti – inframmezzati dalla prima pausa – sul conto della squadra locale. Una buona occasione per cercare il raddoppio, che tuttavia i ticinesi non riescono a capitalizzare.

Purtroppo per i biancoblù, però, quella di martedì è una sera delle prime anche per i padroni di casa. Che poco dopo metà partita trovano pure loro la prima rete stagionale in superiorità numerica (espulso Lukas Landry) segnata, tanto per restare in tema, da Emil Bemström, alla sua prima apparizione in National League con la maglia degli Orsi. E a quel punto inizia tutta un’altra partita, con gli uomini di Tapola che prendono gradatamente quota trovando il gol del sorpasso con un tiro di precisione millimetrica di Alge in… zona Heed del periodo centrale. «Guardando al film della partita, penso che non siamo riusciti a giocare in modo semplice come sono invece stati capaci di fare i nostri avversari – analizza a fine partita ai microfoni della Rsi Dario Bürgler –. Il Berna è stato in particolare molto bravo nell’uscita dal terzo».

Piombati nella penombra, i biancoblù da lì innanzi faticano a vedere la luce, che si spegne definitivamente quando Füllemann a poco meno di due minuti e mezzo dal sessantesimo infila il disco della sicurezza per i padroni di casa. «Col tempo per ricucire lo strappo ormai agli sgoccioli, abbiamo cercato di spingere un po’ di più, finendo col pagare dazio. È comunque stata una partita molto tirata, anche se è innegabile che all’appello ci mancano ancora una o due reti». E le occasioni per realizzarle, anche alla PostFinance Arena non sono mancate. Come quel ficcante diagonale di De Luca che in avvio di partita trova la deviazione sotto porta di Joly, ma anche un attento Reideborn che chiude prontamente ogni spiraglio. O, ancora, la pericolosa deviazione volante di Formenton, parata, poco prima di metà partita, che avrebbe potuto portare i biancoblù in doppio vantaggio. Ma che, appunto, invece sono rimasti fermi a quell’unica rete di Heed. Troppo poco.

A Berna, infatti, non basta la… trazione posteriore per mettere gli Orsi in gabbia. M.I.