Lontano dalla forma migliore, l'ex numero uno ha scelto di separarsi dal britannico. ‘Grazie coach Andy, mi è piaciuto approfondire la nostra amicizia’
Ben lontano dalla forma migliore, e dal raggranellare vittorie in rapida successione in questa stagione, Novak Djokovic (Atp 6) ha scelto di separarsi dal suo allenatore (e, in passato, anche giocatore) Andy Murray. Una collaborazione sbocciata ‘appena’ l'anno scorso e, dunque, durata poco: il giro di qualche mese. A pochi giorni dall'inizio del Ginevra Open, a cui sarà presente grazie a una wild card, e del Roland-Garros, la decisione non ha sorpreso più di quel tanto l'ambiente. “Grazie, coach Andy, per tutto il duro lavoro, i bei momenti e il sostegno mostrato in questi ultimi sei mesi sia dentro che fuori dal campo. Mi è piaciuto molto approfondire la nostra amicizia”, ha scritto il vincitore di 24 titoli del Grande Slam tramite un post sui propri social network. Il britannico ha confermato a sua volta la fine della collaborazione, augurando "tutto il meglio a ‘Djoko’ per il resto della stagione. Grazie a Novak per l'incredibile opportunità di lavorare insieme”, ha dunque aggiunto Murray, che, come il serbo, ha 37 anni e si è ritirato la scorsa estate dopo le Olimpiadi di Parigi a causa di un fisico logorato fino allo sfinimento.
Djokovic aveva chiamato il suo ex rivale alla fine della passata stagione, quando i risultati cominciavano a scarseggiare: il serbo ha chiuso l'anno in settima posizione, conquistando praticamente solo l'oro... olimpico. Da quel momento la situazione non è tuttavia migliorata, anzi, il 37enne pare assai lontano dal poter conquistare un 25esimo titolo del Grande Slam. Abbandonato causa infortunio l'Open d'Australia nel mese di gennaio, e tralasciata la finale del Masters 1000 di Miami, Djokovic ha conosciuto una serie di prestazioni che non rispecchiano la sua caratura di campione. E questa tendenza è stata confermata pure sulla terra battuta, in cui ha giocato (e perso) solo due partite contro rivali di basso profilo. Ossia il cileno Alejandro Tabilo, 6-3 6-4 a Monte Carlo, e l'italiano Matteo Arnaldi, 6-3 6-4 a Madrid.
Il 37enne ha inoltre preferito saltare il Masters 1000 di Roma, in corso di svolgimento proprio in questi giorni sui campi del Foro Italico, e la sua presenza fra due settimane a Parigi sembra in forte dubbio. Sì, perché alcune speculazioni dicono che Djokovic rinuncerà pure all'aria del Roland-Garros così da concentrarsi su Wimbledon e Us Open, prima di ritirarsi (definitivamente) dalle competizioni. Il torneo ginevrino, in cui l'anno scorso aveva raggiunto le semifinali rilanciando la propria stagione, attende dunque notizie.
Nella sua lunga e ricca carriera, Djokovic ha già collaborato a fianco di ex campioni quali ad esempio Boris Becker, Andre Agassi e Goran Ivanisevic. Il britannico è dunque l'ultimo di una lunga serie, ma, mai come questa volta, la collaborazione... è stata breve. Scoperto da un connazionale, tormentato da un croato e costruito da uno slovacco. Che sia il suo canto del cigno?