Fra lo spagnolo e l'altoatesino non c'è partita, con il numero uno al mondo che, debilitato, s'arrende sul 5-0. ‘Mi spiace, mi sento troppo male’
È un lunedì nero per Jannik Sinner, quello nell’Ohio. Dove il numero uno al mondo scende in campo per contendere al rivale Carlos Alcaraz il titolo nel Master 1000 di Cincinnati, ma dall’inizio alla fine non c’è mai partita. E da come cominciano le cose, col senno del poi già si potrebbe capire che qualcosa non quadra. Infatti, non appena si comincia Sinner perde subito il game in bianco, sul proprio servizio (!), regalando immediatamente la battuta ad Alcaraz in un lunedì torrido, su un cemento particolarmente veloce, in una finale che è un test difficile per entrambi, ma lo è soprattutto per l’italiano, la cui difesa del primato nell’Atp dall’assalto dell’iberico passa proprio dai risultati di Cincinnati e di Flushing Meadows.
In difficoltà nei primi due game, nonostante un paio di ottimi colpi alternati però a un gran numero di errori diretti, dopo dodici minuti Sinner è sotto 3-0, con due break da recuperare. E le cose in seguito non vanno meglio, visto che lo spagnolo dapprima si porta sul 4-0, poi addirittura sul 5-0, dopo soli venti minuti, quando l’altoatesino si rende autore di un doppio fallo sul 15-40, regalando all’avversario il terzo break, tra l’incredulità generale. Quello sarà anche l’ultimo colpo del match, per un Sinner che prima chiede il medical timeout e poco dopo getta la spugna. «Mi spiace, mi sento troppo male» sono le parole che si riescono a captare, prima del ritiro, ventitré minuti dopo l’inizio una finale-lampo che lascia tutti amareggiati, a cominciare dal pubblico. Tutti, naturalmente, eccezion fatta per Carlos Alcaraz, che vince il torneo di Cincinnati praticamente senza spendere una goccia di sudore. Pur se il ventiduenne murciano avrebbe preferito trionfare in altro modo: «Non volevo vincere così», sono le sue parole.