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Non più privata, ma pubblica: secondo tentativo per l’Id-e

Sarà sicura e facoltativa, affermano i suoi fautori. Privacy e libertà di scelta a rischio, replicano i contrari. Ecco quel che c’è da sapere

Il consigliere federale Beat Jans mostra il nuovo mezzo di identificazione elettronico e il ‘vecchio’ documento d’identità
(Keystone)
3 settembre 2025
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I documenti d’identità ‘fisici’, che paghiamo e spesso ci ritroviamo a dover fotografare o passare allo scanner, continueranno ad esistere. Ma dal prossimo anno, passaporto e carta d’identità potrebbero essere affiancati dal mezzo d’identificazione elettronico (Id-e). L’essenziale da sapere sulla legge in votazione il 28 settembre.

Come funziona e a cosa serve?

L’Id-e funziona come una carta d’identità digitale. Contiene i nostri principali dati: nome, cognome, data di nascita, età, foto, sesso, altezza, luogo di nascita, nazionalità, numero Avs. Gli utenti possono utilizzarlo in Internet per identificarsi nei confronti delle autorità e delle imprese e così accedere a servizi (come aprire un conto in banca), ottenere documenti o acquistare qualcosa (vedi tabella). Anche altre autorità e imprese potranno utilizzare l’infrastruttura dell’Id-e per emettere propri mezzi d’identificazione elettronici (diplomi, tessere di socio, carte clienti, ecc.).

L’Id-e viene custodito sullo smartphone in un portafoglio elettronico (‘wallet’), nell’app della Confederazione swiyu (disponibile gratuitamente negli app store, e dove il nuovo Id-e può già essere testato) o in altre applicazioni. In teoria, l’Id-e serve anche per i viaggi all’estero: ma gli altri Paesi lo devono prima riconoscere. A questo proposito, il Consiglio federale concluderà degli accordi bilaterali prima dell’entrata in vigore della legge.

Cosa cambia rispetto al vecchio progetto?

Il 7 marzo 2021 il popolo aveva respinto in modo netto (64,4% di no) l’introduzione di un Id-e, in particolare perché sarebbe stato emesso da imprese private. Invece, l’Id-e previsto nel progetto in votazione è statale: verrà emesso dalla Confederazione, che gestirà anche l’infrastruttura tecnica necessaria (i centri di calcolo nei quali verranno immagazzinati i dati).

Perché si vota un’altra volta?

Perché contro la legge approvata lo scorso dicembre dal Parlamento, il Partito pirata e il gruppo di ‘coronascettici’ Mass-Voll hanno lanciato con successo il referendum (oltre 55mila le firme raccolte). Se il nuovo Id-e verrà approvato dal popolo il 28 settembre, entrerà in vigore al più presto nel terzo trimestre del prossimo anno.

Chi è a favore? Chi è contro?

Per difendere la nuova legge è scesa in campo un’alleanza che riunisce entità della società civile (come Digitale Gesellschaft, all’origine del referendum che oltre quattro anni fa affossò il vecchio progetto) e politici di diversi partiti (Ps, Evangelici, Verdi, Verdi liberali, Centro). A battersi per il sì c’è anche un comitato formato da politici di tutti i principali partiti (tranne l’Udc) e da numerose organizzazioni economiche (tra cui Economiesuisse). A dar man forte, il Consiglio federale e il Consiglio degli Svizzeri all’estero. Contrari all’Id-e sono invece il Partito pirata, l’Udc (che ancora in Parlamento si era espressa a larga maggioranza a favore), i Giovani Udc, l’Unione democratica federale e gruppi di ‘coronascettici’ come Mass-Voll, gli ‘Amici della Costituzione’ e Aufrecht Schweiz.

Quali sono gli aspetti positivi?

Sono numerosi, affermano i fautori dell’Id-e. Tra i principali:

  • I difetti fondamentali del progetto affossato alle urne nel 2021 sono stati eliminati: questo Id-e è pubblico al 100%; e i dati personali verranno registrati in modo decentralizzato (sugli smartphone degli utenti), non in una banca dati centrale.
  • Sarà facoltativo, oltre che semplice e gratuito: tutti i residenti in Svizzera e tutti gli svizzeri all’estero lo potranno richiedere, ma non avranno alcun obbligo di utilizzarlo. Sarà infatti sempre possibile utilizzare un mezzo di identificazione analogico. Se un domani si volesse rendere obbligatorio l’Id-e in determinati casi, occorrerebbe modificare la legge (referendum possibile).
  • Sarà sicuro: per proteggere l’utente da furti d’identità, l’Id-e è associato allo smartphone; in tal modo non può essere copiato. Chi perde il telefono o lo cambia, dovrà richiedere un nuovo Id-e. La Confederazione verifica regolarmente la sicurezza del sistema, ricorrendo a esperti esterni.
  • L’Id-e garantisce la massima protezione possibile della sfera privata: gli utenti decidono a chi comunicare i dati e quali dati comunicare; autorità e imprese possono registrare solo i dati effettivamente necessari per lo specifico utilizzo, senza poter risalire all’identità della persona. “Chi utilizza l’Id-e condivide dunque meno informazioni rispetto a quanto avviene esibendo la carta d’identità”, fa notare il Consiglio federale.
  • L’Id-e agevola il disbrigo di numerose attività quotidiane: anche a vantaggio delle persone anziane e con disabilità, che potranno risparmiarsi faticosi spostamenti e code davanti agli sportelli.
  • L’Id-e è uno strumento efficace contro la falsificazione delle firme e crea le basi per firmare in modo sicuro iniziative e referendum con lo smartphone in futuro.
  • Risparmiando alle aziende i costi connessi ai processi analogici, l’Id-e promuove l’innovazione e la concorrenzialità della piazza economica svizzera. Anche i processi in seno alle amministrazioni pubbliche risulteranno facilitati.
  • La Svizzera così non resterà indietro rispetto ad altri Paesi in materia di digitalizzazione, ambito nel quale finora non ha brillato.
  • Se la legge sull’Id-e dovesse essere respinta, potrebbero imporsi mezzi privati d’identificazione elettronica promossi da grandi gruppi tecnologici internazionali.

Quali sono gli aspetti negativi?

Sono svariati, secondo i detrattori dell’Id-e. Ecco i principali:

  • Nemmeno il nuovo Id-e, come il vecchio, protegge a sufficienza la sfera privata. Ogni utilizzo dell’Id-e nei confronti di imprese private verrà registrato da queste ultime. Il risultato: l’accumulo di un’enorme quantità di dati sensibili, che potrebbe favorire sorveglianza di massa e abusi.
  • La nuova legge non offre garanzie contro la possibilità per aziende e grandi gruppi tecnologici di tracciare il comportamento degli utenti e accedere ai loro dati personali.
  • Non vi è nemmeno alcuna garanzia che l’Id-e resti facoltativo: prima o poi, la popolazione – che vuole continuare ad avere una vita offline, ossia accedere sempre a servizi analogici, statali o privati – verrà costretta a utilizzarlo. E allora chi non intende registrarsi come utente dell’Id-e, non possiede uno smartphone e/o non è ferrato in ambito tecnologico, subirà una discriminazione. Aziende private (uno shop online, ad esempio) che offrono servizi digitali non potranno essere obbligate a offrire alternative analogiche per l’identificazione, ha spiegato alla ‘Nzz am Sonntag’ Rolf Rauschenbach, responsabile del dossier all’Ufficio federale di giustizia.
  • La democrazia è a rischio, giacché la nuova legge consentirebbe la creazione di profili e la pubblicità mirata.
  • Mass-Voll paventa un futuro in cui i diritti civili potranno essere esercitati solo tramite l’Id-e. Inoltre, in caso di crisi l’Id-e “fungerà da base per misure coercitive che distruggono la democrazia e i diritti fondamentali”.
  • Oggi nella vita quotidiana è raro che le persone in Svizzera si debbano identificare. Un domani, se il nuovo Id-e entrerà in vigore, saranno costrette a farlo molto più spesso.

Qual è il pronostico?

I primi sondaggi (Tamedia: 56% di sì; Ssr: 60%) accreditano i fautori del nuovo Id-e di un discreto vantaggio. La nuova identità elettronica rappresenta un grosso passo avanti rispetto a quella respinta nel 2021. Allora, con pochi mezzi a disposizione, due ‘nerds’ – lo specialista di campagne Daniel Graf ed Erik Schönenberger di Digitale Gesellschaft – lanciarono il referendum e alla fine – col sostegno della sinistra e del Pvl – la spuntarono “contro il potere chiuso delle grandi aziende e della Berna federale”, come ha scritto di recente la ‘Wochenzeitung’. Graf e Schönenberger oggi sostengono il nuovo Id-e, rimpinguando in maniera significativa il già ampio fronte dei favorevoli alla legge. I gruppi che la avversano invece litigano fra loro e sembrano essere a corto di argomenti convincenti. La giravolta dell’Udc rende la partita più aperta. Ma non sarà facile per loro creare un’altra clamorosa sorpresa dopo quella del 2021.