Sarà sicura e facoltativa, affermano i suoi fautori. Privacy e libertà di scelta a rischio, replicano i contrari. Ecco quel che c’è da sapere
I documenti d’identità ‘fisici’, che paghiamo e spesso ci ritroviamo a dover fotografare o passare allo scanner, continueranno ad esistere. Ma dal prossimo anno, passaporto e carta d’identità potrebbero essere affiancati dal mezzo d’identificazione elettronico (Id-e). L’essenziale da sapere sulla legge in votazione il 28 settembre.
L’Id-e funziona come una carta d’identità digitale. Contiene i nostri principali dati: nome, cognome, data di nascita, età, foto, sesso, altezza, luogo di nascita, nazionalità, numero Avs. Gli utenti possono utilizzarlo in Internet per identificarsi nei confronti delle autorità e delle imprese e così accedere a servizi (come aprire un conto in banca), ottenere documenti o acquistare qualcosa (vedi tabella). Anche altre autorità e imprese potranno utilizzare l’infrastruttura dell’Id-e per emettere propri mezzi d’identificazione elettronici (diplomi, tessere di socio, carte clienti, ecc.).
L’Id-e viene custodito sullo smartphone in un portafoglio elettronico (‘wallet’), nell’app della Confederazione swiyu (disponibile gratuitamente negli app store, e dove il nuovo Id-e può già essere testato) o in altre applicazioni. In teoria, l’Id-e serve anche per i viaggi all’estero: ma gli altri Paesi lo devono prima riconoscere. A questo proposito, il Consiglio federale concluderà degli accordi bilaterali prima dell’entrata in vigore della legge.
Il 7 marzo 2021 il popolo aveva respinto in modo netto (64,4% di no) l’introduzione di un Id-e, in particolare perché sarebbe stato emesso da imprese private. Invece, l’Id-e previsto nel progetto in votazione è statale: verrà emesso dalla Confederazione, che gestirà anche l’infrastruttura tecnica necessaria (i centri di calcolo nei quali verranno immagazzinati i dati).
Perché contro la legge approvata lo scorso dicembre dal Parlamento, il Partito pirata e il gruppo di ‘coronascettici’ Mass-Voll hanno lanciato con successo il referendum (oltre 55mila le firme raccolte). Se il nuovo Id-e verrà approvato dal popolo il 28 settembre, entrerà in vigore al più presto nel terzo trimestre del prossimo anno.
Per difendere la nuova legge è scesa in campo un’alleanza che riunisce entità della società civile (come Digitale Gesellschaft, all’origine del referendum che oltre quattro anni fa affossò il vecchio progetto) e politici di diversi partiti (Ps, Evangelici, Verdi, Verdi liberali, Centro). A battersi per il sì c’è anche un comitato formato da politici di tutti i principali partiti (tranne l’Udc) e da numerose organizzazioni economiche (tra cui Economiesuisse). A dar man forte, il Consiglio federale e il Consiglio degli Svizzeri all’estero. Contrari all’Id-e sono invece il Partito pirata, l’Udc (che ancora in Parlamento si era espressa a larga maggioranza a favore), i Giovani Udc, l’Unione democratica federale e gruppi di ‘coronascettici’ come Mass-Voll, gli ‘Amici della Costituzione’ e Aufrecht Schweiz.
Sono numerosi, affermano i fautori dell’Id-e. Tra i principali:
Sono svariati, secondo i detrattori dell’Id-e. Ecco i principali:
I primi sondaggi (Tamedia: 56% di sì; Ssr: 60%) accreditano i fautori del nuovo Id-e di un discreto vantaggio. La nuova identità elettronica rappresenta un grosso passo avanti rispetto a quella respinta nel 2021. Allora, con pochi mezzi a disposizione, due ‘nerds’ – lo specialista di campagne Daniel Graf ed Erik Schönenberger di Digitale Gesellschaft – lanciarono il referendum e alla fine – col sostegno della sinistra e del Pvl – la spuntarono “contro il potere chiuso delle grandi aziende e della Berna federale”, come ha scritto di recente la ‘Wochenzeitung’. Graf e Schönenberger oggi sostengono il nuovo Id-e, rimpinguando in maniera significativa il già ampio fronte dei favorevoli alla legge. I gruppi che la avversano invece litigano fra loro e sembrano essere a corto di argomenti convincenti. La giravolta dell’Udc rende la partita più aperta. Ma non sarà facile per loro creare un’altra clamorosa sorpresa dopo quella del 2021.