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Natura su prescrizione

Il verde che cura

La montagna in autunno
(© Kari Schnellmann)
11 ottobre 2025
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Ti è mai capitato di fare una passeggiata in un bosco e sentirti improvvisamente… meglio? Non è un caso. Il legame tra natura e salute mentale è scientificamente provato. Tanto che alcuni medici hanno iniziato a prescriverla come cura. La dottoressa Stacy Beller Stryer è pediatra negli Stati Uniti. E prescrive natura ai suoi pazienti. Ricette vere, che invitano a passare tempo all’aperto. “La natura non è importante solo per alcuni di noi. È una necessità per tutti”, dice. A livello globale le persone trascorrono tra il 60 e il 90% della giornata al chiuso (gran parte di esso davanti a uno schermo). Questo influenza l’equilibrio mentale, ma anche la vita in famiglia e/o con gli amici. I benefici? Misurabili. Il tempo nella natura riduce ansia e depressione. Abbassa lo stress diminuendo i livelli di cortisolo, l’ormone che lo indica. Migliora la pressione e i sintomi del diabete. Ma c’è qualcosa in più. La natura combatte la solitudine. “Quando esci nel mondo naturale provi un senso di meraviglia”, spiega Stryer. “È così grande che ti fa sentire connesso. Aumenta il senso di appartenenza”. E poi c’è il doppio beneficio: chi passa tempo all’aperto sviluppa più attenzione per l’ambiente. La salute umana e la salute del Pianeta camminano mano nella mano. Sempre.

Il verde che cura

Quattordici anni fa, a un congresso di pediatria, la dottoressa Stacy Beller Stryer scoprì un termine nuovo: “disturbo da deficit di natura”. I bambini stanno sempre meno all’aperto e questo causa problemi, fisici e mentali. Ed è lì che arriva la svolta nella sua vita: “Volevo unire il mio lavoro di pediatra con l’amore per la natura in modo scientifico e serio”. Così ha iniziato a collaborare con Park Rx America, un’organizzazione che promuove il tempo nella natura come strumento di salute. Il legame tra natura e benessere esiste da sempre. Ma è negli ultimi decenni che la ricerca è letteralmente esplosa. Il motivo? Stiamo fuori sempre meno. Più del 90% della nostra giornata si svolge tra quattro mura o seduti in una macchina. E i disturbi mentali crescono.

Anche in Svizzera iniziative simili stanno prendendo piede. Medici e ricercatori promuovono sempre più spesso “ricette verdi”: passeggiate nei parchi, attività all’aperto e immersioni nella natura come parte integrante della cura e della prevenzione. Diverse città stanno sperimentando programmi per integrare la natura nella pratica medica, con risultati promettenti. Studi delle università di Zurigo e Basilea confermano i benefici sul sistema immunitario e per ridurre lo stress. Il Canton Ticino promuove diverse attività all’aperto, come misure terapeutiche e preventive. Per questo ora alcuni medici prescrivono natura. Ricette personalizzate: camminare in un parco, meditare o giocare a basket. L’importante è stare fuori, da soli, con le persone che si ama oppure con i propri pelosetti. Connettersi con quello che ci circonda. Non è new age, è scienza.

Dieci minuti di verde

Basta poco. Anche solo osservare degli alberi dalla finestra fa differenza. Lo dimostra uno studio effettuato all’interno di un ospedale: i pazienti che erano stati sottoposti a un’operazione sono stati divisi in due gruppi. Metà con vista sul verde, metà no. I primi sono stati dimessi prima. Significativamente prima.

Ma l’accesso alla natura varia moltissimo. Chi vive in città spesso non ha parchi vicini. La buona notizia? Le cose stanno cambiando. Sempre più città decidono di aumentare gli spazi verdi urbani, per le persone e per il Pianeta. Basti pensare agli innumerevoli studi che dimostrano come una strada alberata aiuti a combattere i fenomeni di caldo estremo. Creando ombra, si abbassa la temperatura dell’asfalto. Nulla di nuovo, insomma. Lo sappiamo tutti che in una giornata calda si sta meglio all’ombra. Ma queste strategie aiutano anche chi soffre di malattie croniche, che vanno a peggiorare con il caldo estremo. Parigi è una delle città che ha investito di più in tal senso. Poi c’è chi espande gli orti comunitari o gli spazi “blu”: più fontane, più stagni, aree che calmano.

Il punto chiave, secondo Stryer, è ridefinire cosa intendiamo per natura. “Chi ha la fortuna di visitare un parco nazionale vede la natura in un certo modo. Ma la maggior parte delle persone non vive vicino a un parco nazionale”. Per questo le “prescrizioni di natura”, che prima si chiamavano “prescrizioni di parco”, hanno cambiato nome.

Non tutti infatti hanno accesso a un parco. Un vaso di piante sul davanzale conta. Un albero lungo la strada, cinque minuti in un giardino. Non serve andare lontano o organizzare chissà cosa. La natura è ovunque ci sia vita verde, acqua, cielo. E da quel punto di vista, noi in Svizzera, siamo molto fortunati, abbiamo laghi, boschi e montagne a due passi.

La giornata tipo

Come si prescrive la natura? La dottoressa Stryer lo fa ogni giorno. Il suo obiettivo è educare i medici sui benefici del tempo all’aperto. Conferenze, podcast, articoli. Ogni prescrizione è diversa. Qualcuno ama camminare, altri meditare, altri giocare a basket. L’importante è che funzioni per quella persona.

In Svizzera non esiste (ancora) la prescrizione medica, ma c’è un interesse sempre più crescente. Alcuni ospedali e cliniche svizzere (come, per esempio, l’ospedale universitario di Ginevra, che ospita all’interno del proprio parco anche capre nane) stanno sperimentando programmi di “green care” (la cosiddetta terapia della natura) che include far fare ai pazienti passeggiate nei parchi, attività all’aperto o persino giardinaggio terapeutico. Tutto questo per garantire una ripresa maggiore nei pazienti e per ridurre stress, ansia e burnout. Molte campagne cantonali incentivano il contatto con la natura per migliorare la salute mentale e fisica, spesso con il supporto di medici e operatori sanitari che consigliano attività outdoor come parte di un approccio integrato.

È un cambio di prospettiva. La natura non come svago del weekend, ma come necessità quotidiana. Come l’esercizio fisico o mangiare bene. Il tempo all’aperto diventa parte della salute. E funziona per tutti. Bambini con il “deficit di natura”, adulti sommersi dallo stress digitale, anziani che combattono la solitudine, professionisti sull’orlo del burnout. La natura non fa differenze, offre i suoi benefici a chiunque si prenda il tempo di starci.