Percepita la sensibilità della popolazione, il Comune vuole limitare e definire chiaramente le zone idonee all’installazione degli impianti di telefonia
Come permesso dalla Legge sullo sviluppo territoriale, il Comune di Riviera intende dotarsi di una variante di Piano regolatore per disciplinare la posa di antenne di telefonia mobile. Telefonia che tutti o quasi utilizzano, ma di cui alcuni temono le conseguenze sulla salute. Sembre essere il caso nel Comune all’imbocco delle Tre Valli dove – scrive il Municipio nel messaggio sottoposto per approvazione al Consiglio comunale –, la popolazione ha mostrato “particolare sensibilità”, portando le autorità e ritenere “di dovervi fare fronte con strumenti efficaci” per evitare una “proliferazione incontrollata”. Come più riconosciuto dal Tribunale federale, “per ampie fasce degli abitanti gli impianti possono comportare un disagio anche psicologico suscettibile di minacciare e compromettere la qualità di vita”.
Nel Comune di Riviera, le analisi delle caratteristiche del territorio “hanno confermato l’esigenza di pianificare una procedura di disposizione delle antenne data l’esistenza di un interesse pubblico nel tutelare diverse zone di utilizzazione”, ritenuto anche un “tessuto edificato di carattere principalmente residenziale e artigianale-industriale”.
Ritenendo dunque importante la sensibilità di parte degli abitanti, d’altro canto il Municipio riconosce “il mandato d’interesse pubblico” degli operatori di telefonia mobile, tramite la Legge federale sulle telecomunicazioni, volto ad assicurare un adeguato approvvigionamento dei servizi a livello nazionale. “Lungi dagli intenti di questa proposta è l’impedimento in generale della realizzazione di impianti di telefonia mobile, anzi la buona volontà del Comune di Riviera è testimoniata dall’analisi approfondita e dettagliata sfociata nella delimitazione di una moltitudine di ubicazioni, secondo un chiaro regime di priorità e di condizioni, in cui sarà ammessa la posa di nuove antenne”. Si ritiene dunque di poter dare “egual importanza sia all’accesso alla tecnologia sia alla tutela della qualità di vita e del paesaggio”.
Entrando nei dettagli della normativa proposta, il Municipio ha ritenuto che il modo migliore per garantire un giusto equilibrio sia una variante di Piano regolatore articolata in una combinazione a tre stadi: la pianificazione positiva e negativa (zone di esclusione), il modello a cascata (gradi di priorità) e un raggio di distanziamento. Nella pianificazione positiva vengono indicate diverse zone adibite all’installazione di antenne, “in cui sono ammesse senza restrizioni”. A queste, previa giustificazione, possono aggiungersi altre zone definite dal modello a cascata, secondo tre gradi di priorità. Le antenne sono invece escluse nelle zone di nucleo e in quelle pubbliche con contenuti ritenuti sensibili (pianificazione negativa). Fa stato anche un raggio di distanziamento di 50 metri attorno al limite delle zone di conservazione della zona tradizionale del nucleo e un raggio di distanziamento di 100 metri dal limite delle zone con edifici e attrezzature di interesse pubblico con contenuti ritenuti sensibili.
Riferendosi ai parametri definiti, il Municipio ritiene che vi sia la possibilità di una copertura pressoché totale nelle zone inserite in pianificazione positiva. Ma in prospettiva “di un fabbisogno crescente e di un’offerta di ugual portata su tutto il Comune”, il modello a cascata individua altre zone per l’ubicazione di antenne” oltre a quelle previste dalla pianificazione positiva. Modello a cascata che prevede tre gradi di priorità: al grado 1 devono corrispondere delle zone per il lavoro (industriali, artigianali, per depositi e cave). In priorità 2 ci sono invece le zone residenziali con contenuti artigianali, mentre in priorità 3 quelle prevalentemente residenziali e di nucleo.
Da ultimo ci sono le zone dove le antenne non sono ammesse definite dalla pianificazione negativa, “per tutelare le fasce della popolazione particolarmente sensibili alle immissioni”. “Queste zone di esclusione sono state delimitate attorno a edifici pubblici quali scuole e chiese, oppure attorno ad aree particolari come settori destinati al gioco dei bambini, o allo svago o alla ricreazione. La relazione visiva e spaziale tra un’antenna ed edifici/aree di questo genere sarebbe in effetti problematica dal profilo della tutela dalle immissioni ideali”.
Se il Consiglio comunale approverà la proposta, in futuro gli operatori dovranno dunque mettere in conto di fornire il servizio universale prescritto per legge dalle ubicazioni in pianificazione positiva, se del caso in seconda battuta nei settori di priorità 1 e oltre ancora se del caso nei settori non vincolati di priorità 2. Per il Municipio “la ponderazione degli interessi può essere considerata positiva, in quanto gli interessi degli operatori e degli utenti non sono pregiudicati dalla variante e le restrizioni imposte agli operatori sono ragionevoli”. Attualmente le antenne presenti sul territorio sono 7: 4 a Cresciano, una a Osogna e due a Lodrino. Con la variante proposta, gli impianti sono confermati, eccetto l’antenna a Cresciano a poche decine di metri dalla scuola e dalle relative aree di gioco.