laR+ Bellinzonese

Sul mandato diretto insorge pure il Seminario (e la politica silura)

Incarico di progettazione contestato per la sede Dop: anche da Monte Carasso e da buona parte del Legislativo tante critiche sulla decisione municipale

Il terreno in questione è oggi occupato dal vecchio prefabbricato destinato alla demolizione
(Ti-Press)
17 giugno 2025
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Dopo la Commissione edilizia del Consiglio comunale (maggioranza e minoranza) e dopo la Conferenza cantonale delle associazioni tecniche (Cat), alle cui critiche abbiamo dato spazio il 12 giugno, anche il comitato del Seminario internazionale di progettazione di Monte Carasso insorge contro la decisione del Municipio di Bellinzona di progettare la nuova sede del Dicastero opere pubbliche – prevista in città nel terreno di via Lavizzari 10 fra l’ex Stallone e Casa Marta al posto del vecchio prefabbricato – tramite mandato diretto inserito nell’iter di un appalto generale. Questo anziché un concorso di progetto che sarebbe d’obbligo in base alla Legge sulle commesse pubbliche considerando l’importante investimento globale stimato in 8,5 milioni di franchi.

La deroga governativa

Previsto è uno stabile prefabbricato di qualità in grado di ospitare per 30 anni anche la Direzione scolastica, la Giudicatura di pace, l’Ufficio di conciliazione in materia di locazione, le direzioni dell’Ente sport e dei Servizi urbani, gli sportelli Laps e una sala riunioni per 35 persone. Un edificio dunque ampio, con un impatto sul territorio e sulle vicinanze che a detta di più istanze merita un confronto di idee aperto e non limitato a una sola visione. L’incarico municipale, ricordiamo, è andato allo studio Orsi & Associati con sede in città e già messosi al lavoro in collaborazione col Dop. A benedire l’operazione il Consiglio di Stato che accogliendo la richiesta municipale motivata dall'urgenza ha concesso la deroga (impugnabile con ricorso al Tram) all’obbligo di concorso. Tempi stretti, ricordiamo, dettati dal fatto di dover lasciare l’attuale sede Dop di vicolo Von Mentlen a inizio 2027, quando inizierà il cantiere per la realizzazione del terzo binario ferroviario.

‘Proviamo inquietudine’

Giunto quest’anno alla 32esima edizione, il Seminario di progettazione ha pubblicato sui social il nostro servizio del 12 giugno accompagnandolo da un testo nel quale ricorda che dal 2013 indaga il territorio bellinzonese attraverso il progetto di architettura. Gli intenti sono “promuovere il confronto sulle questioni pianificatorie e rimettere al centro del dibattito le questioni spaziali proprie dell’architettura: il concorso di architettura è certamente uno strumento per attuare questi propositi”. Nel caso specifico “la vicenda suscita la nostra inquietudine. Riteniamo infatti che l’importanza urbanistica dell’area preposta ad accogliere la nuova sede Dop e la scala dell’intervento (che rientra, per il suo importo, nell’ambito e negli intenti della Legge sulle commesse pubbliche) richiedano un concorso di architettura”. Da notare peraltro che le autorità cittadine, di anno in anno, sostengono l’attività del Seminario e il focus che di volta in volta si concentra su comparti diversi della capitale. Input preziosi che però faticano a trovare un approdo pratico.

La Cat medita un ricorso?

La Cat riunisce in Ticino circa duemila professionisti attivi nell’ambito della progettazione e pianificazione: dopo le dichiarazioni rilasciateci sei giorni fa dal direttore Loris Dellea, questo lunedì il presidente Mauro Galfetti ha incontrato e cercato di sensibilizzare il municipale Henrik Bang. Operazione riuscita? Lo si saprà nelle prossime settimane quando il tema sarà aggiornato dall’Esecutivo. A ogni modo la Cat pare assai determinata e non sono da escludere ricorsi contro l’eventuale messaggio municipale sugli 8,5 milioni atteso per l’estate-autunno.

‘Vale anche per un prefabbricato’

Che il tema sia sentito lo dimostra l’acceso dibattito di stasera in Consiglio comunale sul credito di 755mila franchi necessario a demolire il vecchio prefabbricato di via Lavizzari, credito infine avallato dal plenum con 40 sì, 2 no e 7 astenuti. Sia la maggioranza commissionale (Plr, Lega/Udc e Centro) sia la minoranza (Più Donne-Noce-Avanti con Ticino&Lavoro, Unità di sinistra e Verdi/Fa) hanno proposto di votarlo, ma la seconda ha insistito sul concorso di progetto. La sua relatrice Maura Mossi Nembrini (Più Donne) invitando il Municipio ad avviare quanto prima la procedura ha ribadito che «procedere per incarico diretto non è possibile, visti i valori in gioco delle varie commesse. Un altro dubbio sorge sulla deroga del CdS: non è possibile che si possa procedere con un appalto generale, poiché la cifra deliberata all’architetto è solo per un progetto di massima, quindi quando si va in appalto generale bisogna avere un progetto definitivo con relativo preventivo. In ogni caso anche la realizzazione di un prefabbricato fra inizio e autunno 2027 non preclude minimamente l’organizzazione di un concorso di progetto. Già solo per il pregio del comparto si ritiene che il Municipio debba promuovere una forma di messa in concorrenza che possa garantire una qualità architettonica e urbanistica scelta dal committente tramite la valutazione di più progetti».

‘La minoranza è andata oltre’

Il relatore di maggioranza Tiziano Zanetti (Plr) ha usato il guanto di velluto: «Il rapporto di minoranza va oltre le competenze della commissione per questo specifico credito di demolizione. La maggioranza non ha invece voluto vincolare la progettualità. Prioritario, dopo anni di valutazioni, in questo momento è dare una nuova sede al Dop nei tempi stretti imposti».

Urgenza censurata

Manuela Genetelli (Lega/Udc): «Dubbie le modalità sulla procedura adottata, con l’ennesima accelerazione motivata dalla solita mancanza di tempo. Non è possibile continuare a operare con procedure d’urgenza permanenti». Martino Colombo (Mps): «C’è una tendenza a uno stato di emergenza continua. Le leggi e le procedure ci sono e vanno applicate». Giulia Mozzini (Plr): «Tempistiche ancora una volta ristrette e urgenti che incidono sulle decisioni politiche. Inoltre spacchettare il progetto non è un buon modo di procedere». Claudio Buletti (Unità di sinistra): «Sono esterrefatto della relazione di maggioranza. E sono preoccupato per la decisione municipale della modalità dell’appalto generale chiavi in mano che esclude di fatto gli artigiani». Alberto Casari (Unità di sinistra): «Visto che il Cantone ha adottato la stessa procedura per il Liceo di Lugano 3, come avrebbe potuto negare a Bellinzona la deroga per urgenza? Qui manca una visione d’assieme dell’intero comparto, perciò ritengo che un concorso sarebbe un’occasione unica per sviluppare anche un concetto culturale coinvolgendo giovani professionisti. Inoltre m’interroga il fatto che il nuovo stabile prefabbricato sia pensato per resistere solo una trentina d’anni. Come pure il fatto che il grande posteggio sia confermato, anziché prevedere un parco, così come indica la pianificazione del luogo». Nevio Canepa (Centro): «Fatichiamo a capire l’agire del Municipio. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Mancano trasparenza e visione d’assieme più chiara sull’intero progetto dalla A alla Z». Margot Broggini (Centro): «Urgenza confezionata ad arte per eludere la legge sugli appalti. Il dilagare di queste pratiche sfocia in soluzioni frettolose. Istigare l’agire veloce è un metodo scellerato che promuove la fuga dei nostri giovani professionisti». Claudio Cattori (Centro): «La gatta frettolosa fa i gattini ciechi».

Obbligo o non obbligo

Sommerso dalle critiche, il municipale Henrik Bang, capodicastero Opere pubbliche, ha spiegato che «il regolamento di applicazione della Legge sulle commesse pubbliche non sancisce l’obbligatorietà del concorso di progetto». Tesi questa respinta da Maura Mossi Nembrini. «Siamo comunque stati trasparenti – ha sottolineato Bang – nell’informare la commissione sul mandato diretto, senza alcun piano machiavellico. Prossimamente ci esprimeremo nel merito».

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