Professionalizzata anche la funzione di vicecomandante: ‘Passo richiesto e indispensabile, che va a favore della parte predominante del volontariato’
Un piccolo ma significativo passo avanti verso una sempre migliore gestione e operatività del Corpo pompieri di Biasca, Centro di soccorso cantonale per il comprensorio delle Tre Valli. Lo ha compiuto il Municipio di Biasca mettendo recentemente a concorso l’assunzione comunale a tempo pieno del vicecomandante. «Questa nuova figura permanente – spiega il comandante Corrado Grassi – permetterà di consolidare l’attuale struttura di condotta del Corpo pompieri garantendo la gestione professionale di compiti oggi presi a carico e svolti a livello di volontariato». In questo momento il Corpo conta cinque militi permanenti: il comandante, il caposervizio Neat (linea AlpTransit), due responsabili dei servizi tecnico, attrezzature e materiale e un milite operativo entrato in funzione recentemente, come richiesto dal Comando al Municipio già nel 2021; prossimo passo, questo l’auspicio, la professionalizzazione anche del responsabile dell’istruzione/operativo. Per un totale di sette.
«Il volontariato – sottolinea Grassi, che attualmente ricopre anche la carica a rotazione annuale di presidente del Consiglio direttivo della Federazione pompieri Ticino – è e rimane un caposaldo del pompierismo nel nostro cantone, la colonna portante che non va sostituita. Ma è un dato di fatto che l’evoluzione tecnica e operativa richieda giocoforza l’assunzione di figure professionali a tutti gli effetti salariate, non da ultimo perché sta diventando sempre più difficile conciliare la vita privata e lavorativa con gli impegni nella lotta agli incendi». Questa difficoltà, dettaglia il comandante, «si traduce purtroppo, un po’ ovunque, nella rinuncia di validi pompieri, specialmente nei Centri di soccorso, e nella difficoltà di arruolamento di giovani militi». A tal proposito la Federazione pompieri Ticino da qualche anno promuove la campagna di reclutamento ‘Diventa pompiere’ indirizzata ai giovani di ambo i sessi che intendono effettuare un servizio utile a favore della comunità: «I risultati a tutt’oggi sono incoraggianti, ma si dovrà attendere almeno quattro/cinque anni per avere un primo riscontro dal punto di vista del mantenimento degli effettivi».
Proprio per questo motivo dunque la professionalizzazione di determinate figure «va anche a favore della parte predominante del volontariato, specialmente quando si assumono incarichi di responsabilità con impegni gravosi in termini di tempo». La prossima serata informativa è agendata il 2 settembre in varie caserme del Ticino: tutti i dettagli e le iscrizioni sul sito www.diventapompiere.ch. Dal canto suo il Corpo di Biasca copre uno dei territori montani più vasti del Ticino, come pure il più lungo tratto autostradale, che va da Bellinzona ad Airolo, la vecchia linea ferroviaria e anche quella nuova in galleria. «Risulta quindi chiara l’importanza di poter far capo su un numero sufficiente di figure professionali, sia per questioni organizzative (le riunioni sui temi più disparati si sono moltiplicate) sia per quelle più operative».
Gli altri Centri di soccorso cantonali già sono andati in questa direzione: Lugano conta più di trenta professionisti, Bellinzona una ventina, Locarno una dozzina, Mendrisio otto. Centri che non hanno mancato di sollecitare il Gran Consiglio, visto che da ben sei anni è ferma in Commissione Costituzione e leggi la nuova Legge cantonale sui pompieri, voluta per sostituire l’attuale Legge sull’organizzazione della lotta contro gli incendi, gli inquinamenti e i danni della natura, risalente al 1996 e ormai non più al passo coi tempi. Nuova legge il cui testo definitivo, avallato dal Consiglio di Stato nel 2019, era stato elaborato da un gruppo di lavoro ove per la Federazione pompieri Ticino partecipava anche lo stesso Grassi. «Nuova base legale che a fronte delle mutate esigenze sul piano tecnico e strategico pone l’accento su una maggiore professionalizzazione mantenendo comunque l’indispensabile impronta del volontariato e un uso più coordinato delle risorse a disposizione».
In particolare è prevista la revisione del sistema di finanziamento dei Corpi introducendo il principio del contributo pro capite unico cantonale e affidando allo stesso Cantone il coordinamento strategico e di controllo tecnico-finanziario, in pratica l’onere di riassegnare le risorse tramite la costituzione di un’apposita piattaforma, andando così verso una più equa ridistribuzione ed evitando le attuali disparità fra chi riceve di più e chi meno. Un’altra novità prevista, oltre all’introduzione del principio dei mandati di prestazione, è il maggior coinvolgimento dei Comuni, cui verrebbe attribuita la competenza primaria in ambito politico e operativo. «L’auspicio – conclude Corrado Grassi – è che la politica cantonale si renda conto, sbloccando così l’impasse, di quanto sia per noi importante poter disporre di una nuova base legale al passo coi tempi».