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Nessuna autorizzazione necessaria per detenere un ragno velenoso

Lo conferma la veterinaria cantonale aggiunta Chiara Menegatti: ‘La legislazione in materia di protezione degli animali non contempla gli invertebrati’

La tarantola Pterinochilus murinus catturata a Carasso
(Spab)
13 settembre 2025
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La cattura di una tarantola nei pressi di un asilo a Carasso ha sicuramente generato sensazioni di stupore e preoccupazione nella popolazione. Resta il fatto che grandi ragni velenosi non autoctoni possono «essere facilmente reperiti in commercio», senza dover chiedere alcuna autorizzazione, visto che «la legislazione in materia di protezione degli animali non contempla gli invertebrati, per i quali non sono definiti i requisiti di spazio e allestimento per la detenzione», spiega a ‘laRegione’ Chiara Menegatti, veterinaria cantonale aggiunta. Detenzione che, stando a Emanuele Besomi – presidente della Società protezione animali Bellinzona (Spab) che, dopo la segnalazione ricevuta, ha catturato la migale a Carasso, consegnandola poi a un’aracnologa esperta –, «dovrebbe senz’altro essere limitata: solo persone esperte dovrebbero poter detenere animali esotici pericolosi». Infatti «sono animali che tendono a fuggire, visto che non si trovano nel proprio habitat» e per i quali non vi sono requisiti minimi da rispettare per la detenzione.

Per i serpenti vi sono invece regole precise

Una Pterinochilus murinus – questo il nome scientifico della migale (volgarmente chiamata tarantola) catturata a Carasso – si può reperire facilmente anche su internet, oppure in negozi, fiere, allevamenti specializzati, così come da privati. «Se vengono acquistate all’estero, occorre prestare attenzione al fatto che molte specie sono protette dalla Convenzione di Washington», precisa Menegatti. «Pertanto bisogna essere in possesso dell’autorizzazione d’importazione rilasciata dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (Usav), e del certificato originale Cites che ne attesti la provenienza legale. Gli animali devono poi essere presentati al posto di controllo relativo alla conservazione della specie al momento dell’entrata in Svizzera». Tuttavia, se si acquistano nella Confederazione, come detto, per gli invertebrati non vi è alcun controllo: «Per i ragni non vi è nessun obbligo di notifica», conferma la veterinaria cantonale aggiunta. Discorso diverso invece per quanto riguarda i serpenti: per la detenzione privata di quelli velenosi, così come per quella di esemplari che da adulti possono oltrepassare i 3 metri (ad eccezione del Boa constrictor), «vige l’obbligo del possesso di un’autorizzazione cantonale, che viene rilasciata se sono rispettati i requisiti strutturali e gestionali (corsi di formazione specifici)», sottolinea Menegatti. «Per i serpenti velenosi, a dipendenza dell’aggressività, della tossicità del veleno, della difficoltà di manipolazione e detenzione, occorrono in aggiunta anni di comprovata esperienza».

‘Vietato rilasciare in natura qualsiasi animale’

In generale sono la Legge e, più dettagliatamente, l’Ordinanza federale sulla protezione degli animali che definiscono le specie per le quali è richiesto il possesso di un’autorizzazione cantonale, che permette poi a privati di acquistare un determinato animale. Fra queste figurano ad esempio tutti i mammiferi (ad eccezione dei piccoli roditori e degli insettivori indigeni), i marsupiali, armadilli, pinguini, coccodrilli, tartarughe, iguane e così via. «A seconda della specie, la persona deve disporre della relativa formazione riconosciuta dall’Usav, che può essere un corso di un giorno, oppure un corso di 40 ore di teoria e 3 mesi di parte pratica, o 3 anni di apprendistato come guardiano d’animali», precisa Menegatti. La legge definisce inoltre le dimensioni minime dei parchi che devono essere messi a disposizione, nonché i requisiti relativi all’allestimento interno. E per quanto riguarda invece eventuali sanzioni? «Chi abbandona o lascia andare un animale che teneva in casa o nell’azienda, con l’intento di disfarsene, commette un reato di maltrattamento animale ai sensi della Legge federale sulla protezione degli animali ed è quindi perseguibile penalmente», sottolinea la veterinaria cantonale aggiunta. «È inoltre vietato rilasciare in natura animali di qualsiasi specie, anche ai sensi della Legge federale sulla caccia».

Emanuele Besomi: ‘Solo per professionisti con motivazioni scientifiche’

Anche se la detenzione di parecchie specie è dunque regolamentata, per altre (invertebrati) non è invece il caso. E ragni esotici potenzialmente pericolosi per l’uomo rientrano in quest’ultima categoria. Di conseguenza è possibile che persone inesperte acquistino una migale, senza sapere a cosa vanno incontro e, magari, senza avere un terrario adatto. «La maggior parte delle persone che detengono queste specie lo fa solo per apparire, ad esempio sui social media», sostiene da parte sua Besomi. L’auspicio è quindi che «a detenere questi animali siano solo i professionisti che abbiano anche delle motivazioni scientifiche e non puramente estetiche o per soddisfare proprie brame».

‘Segnalare alle autorità e cercare di evitare di farli scappare’

Ma cosa fare in caso di incontro ravvicinato con un ragno o un serpente potenzialmente pericoloso? Innanzitutto bisogna «segnalare la presenza di questo animale alle autorità (polizia, veterinario cantonale), permettendo così eventualmente anche alla Spab di intervenire in modo appropriato». Segnalazione che dovrebbe «in primo luogo essere fatta dal proprietario, anche per una questione di sicurezza pubblica». Inoltre sarebbe importante «evitare che scappi: per un ragno ‘basta’ un secchio o un contenitore dal quale non può fuggire. Per un serpente anche una giacca o un asciugamano, sotto i quali si sente al sicuro, essendo abituato a nascondersi». Ovviamente, solo se la persona in questione se la sente e non si mette in pericolo.

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