Grigioni

Bocciato il piano di salvataggio per l'ospedale di Samedan

Il progetto da 51 milioni di franchi non ottiene l'unanimità necessaria.

4 novembre 2025
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Il piano di salvataggio da quasi 51 milioni di franchi per l'ospedale dell'Alta Engadina è stato respinto. L'approvazione richiedeva l'unanimità di tutti i comuni coinvolti, ma in alcune assemblee la proposta è stata bocciata. Ora si prospettano due scenari: una moratoria concordataria o il fallimento.

Gli elettori dei comuni di Bever, Celerina, La Punt Chamues-ch, Madulain, Sils, Silvaplana e Zuoz erano chiamati a decidere sul futuro della struttura sanitaria, che include anche case di riposo, il servizio Spitex e un centro di consulenza per anziani e salute.

Tre comuni hanno respinto il piano di salvataggio, mentre quattro si sono espressi a favore. Il primo "no" è arrivato da Silvaplana, con 74 voti contrari e 46 favorevoli. Anche Madulain ha negato il prolungamento degli accordi di prestazione per i prossimi due anni. Zuoz ha espresso una chiara bocciatura con 130 voti contrari e 33 favorevoli.

Celerina ha invece approvato il credito con 163 voti a favore e 40 contrari. Anche Bever ha accettato la proposta con 76 voti favorevoli e 43 contrari. La popolazione di La Punt Chamues-ch e Sils si è espressa per il "sì".

"È un momento difficile, ma faremo del nostro meglio per i collaboratori, i pazienti e la nostra popolazione", ha dichiarato Selina Nicolay, sindaca di Bever e presidente della Fondazione Sanitaria Alta Engadina (FSAE), durante l'assemblea.

Negli ultimi tempi, le critiche al piano si sono intensificate, provenendo inizialmente dai partiti UDC e PLR, e successivamente da alcuni municipi, tra cui Zuoz e Samedan, oltre al consiglio comunale di St. Moritz, che hanno consigliato di votare "no" al credito ponte di due anni.

Il finanziamento avrebbe concesso tempo alla struttura sanitaria per trovare una soluzione futura. I quasi 51 milioni di franchi sarebbero stati necessari per mantenere operativo il nosocomio fino al 2027. Gli accordi di prestazione tra la FSAE e i comuni scadranno a fine dicembre 2025 e senza di essi l'ospedale rischia di chiudere entro la primavera del 2026.

In caso di bocciatura del piano, la FSAE ha previsto che la Clinica Gut e l'ospedale cantonale di Coira potrebbero intervenire per garantire l'assistenza sanitaria di base. "Non abbiamo ancora una soluzione concreta, ma sono possibili diverse varianti", ha affermato la sindaca di Bever.

Le case di riposo, i servizi di assistenza domiciliare e il centro di consulenza verrebbero trasferiti a un'altra organizzazione, richiedendo un nuovo voto. Le partecipazioni della FSAE al servizio di soccorso dell'Alta Engadina verrebbero vendute e gli edifici ospedalieri trasferiti in una massa fallimentare. Per continuare alcune prestazioni, come il reparto maternità, sarà necessario richiedere un ulteriore credito e tornare al voto.

La decisione finale spetterà a un amministratore o a un giudice, una prospettiva criticata dalla FSAE poiché l'indipendenza decisionale verrebbe affidata a esterni e non più ai comuni.