Il Distretto locarnese scrive al capo del Datec. Marco Calzascia: ‘Proposta più semplice, meno invasiva e a portata di mano’
La variante Panoramica 51/73 per salvare il collegamento A2-A13. Perché sarebbe un “completamento” del tracciato esistente e permetterebbe al Locarnese un avvicinamento non solo al Bellinzonese, ma anche al Luganese e al Mendrisiotto.
L’uovo di Colombo in merito all’allacciamento autostradale arriva dal Distretto del Centro del Locarnese, che ha comunicato la sua idea al capo del Datec, consigliere federale Albert Rösti. In una lettera di cui “laRegione” ha potuto prendere visione in esclusiva, il Distretto fa riferimento a una serata organizzata nello scorso ottobre a Villa Negroni per presentare e sostenere il credito di 6 miliardi a favore dei progetti autostradali (credito poi bocciato al voto popolare). Ebbene, il Centro sa che Rösti era stato avvicinato dall’ideatore della variante Panoramica 51/73. “Variante questa, come ben capirà, che a noi appare quantomeno riproponibile visti soprattutto i costi nettamente minori di realizzazione (un quarto rispetto a quella ufficiale) e, vista l’urgenza, con dei tempi esecutivi nettamente più rapidi”.
Una soluzione che, come accennato, il Centro distrettuale considera più un “completamento” del tracciato esistente, “dato che per i due terzi percorrerebbe le rampe dell’A2 già esistenti, per risalire il Monte Ceneri”. «Noi insistiamo sul termine “completamento”, piuttosto che sulla variante, perché in effetti di ciò si tratta; ma anche per far capire che questa proposta è molto più semplice, meno invasiva e a portata di mano», puntualizza, contattato dalla “Regione”, il presidente distrettuale del Centro, Marco Calzascia.
Rösti, ricorda il Centro rivolgendosi direttamente a lui, e sottolineando “il pragmatismo che lei sin dai primi giorni dalla sua entrata in carica sta dimostrando di avere”, avrebbe risposto all’ideatore della variante Panoramica 51/73 che “gli addetti ai lavori, tra le soluzioni possibili, dovranno proporre al Consiglio federale il tracciato più valido”.
Poi il Distretto locarnese del Centro ricorda l’investimento da 10 milioni effettuato dal Cantone per accelerare i tempi esecutivi e il responso popolare negativo in occasione della votazione popolare del 24 ottobre; e fa ulteriori considerazioni riguardo la tempistica per il previsto collegamento (non prima del 2040) il costo (1,8 miliardi preventivati, che “anche se concessi dall’Assemblea federale, non potranno mai bastare”) e l’isolamento del Locarnese ravvisato dalla presidente del Locarno Film Festival Maja Hoffmann.
Su tutte queste basi, al ministro dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni – nonché responsabile dell’Ufficio federale delle strade – vengono poste delle domande. La prima è se il progetto attualmente in “pole position” (l’A13 Cobello) non sia “già vetusto ancor prima di iniziare”; poi, se sia lecito pensare che esso, visti i costi e la votazione popolare, “ben difficilmente prenderà avvio”. E ancora: “Lei garantisce che, per finalmente proporre ai suoi colleghi in Consiglio federale il tracciato più valido, anche la soluzione che prevede una nuova uscita dall’A2 prima del tunnel sul Monte Ceneri da e per il Locarnese (la Panoramica 51/73) venga nuovamente e seriamente ripresa in considerazione? Non crede pure lei che il citato completamento del tracciato sull’esistente A2 possa riscontrare il consenso allargato dei vari attori in campo, compresi coloro che hanno le legittime sensibilità ecologiche, visto che agendo in questo modo si eviterebbero, oltre ai già accennati elevati costi e ai lunghissimi tempi esecutivi, lo smaltimento di milioni di metri cubi di roccia scavata per il lungo traforo (8 km), i camini di sfiato dei gas di scarico inevitabili in queste opere eccetera?”.
Si firmano il presidente Calzascia e il suo vice Romolo Pawlowski. Copia della lettera, datata 26 febbraio, è andata alla Cit del Locarnese e all’Ente regionale di sviluppo.