Al via un progetto di prevenzione in cui la compartecipazione e la condivisione degli obiettivi e delle strategie da parte di più soggetti è l'arma in più
Creare una rete integrata di sostegno antiviolenza domestica e anti-disagi familiari. È quanto si propongono di raggiungere, attraverso il progetto sinergico ‘VIDO+’, la Città di Locarno, la Polcantonale, il Consultorio coppia e famiglia di Locarno, la locale Polizia cittadina e i servizi sociali comunali. Un protocollo operativo dunque condiviso, che coinvolge diverse realtà istituzionali, illustrato in occasione di una conferenza stampa nella quale la parola chiave, risuonata più volte in aula, è stata ‘prevenzione’. La violenza domestica è infatti, oggi più che mai, una grave emergenza a livello nazionale (nel 2024 sono stati 21'127 i reati, in aumento del 6,1% con 26 omicidi domestici), che coinvolge ancora troppe donne e bambini. Proprio per frenare la pericolosa escalation, occorre intervenire affrontandone le cause alla radice. Allo scopo di individuare le più idonee metodologie di intervento da adottare da parte dei soggetti coinvolti, ciascuno secondo le rispettive professionalità e competenze, si è dunque pensato di creare un team operativo. Elena Zaccheo, municipale capodicastero Sicurezza della Città, nell'introdurre la tematica ha ricordato come quest'ultima riguardi tutti e non interessi semplicemente un numero limitato di persone: «Come Municipio non possiamo limitarci a intervenire quando è troppo tardi. Bisogna prevenire. Vido+ vuole rompere il silenzio. La Città di Lugano, ente capofila che ringraziamo, l'ha già fatto e ci ha fornito un ottimo supporto. Oggi diciamo che anche Locarno c'è e vuole mettere la lotta alla violenza al centro del dibattito politico, lanciare un segnale che dica: non chiudiamo gli occhi, non abbassiamo la voce! È un nostro dovere e una nostra grande opportunità da cogliere. Usiamo lo strumento della politica per proteggere, educare e cambiare le cose». Riflessione seguita dall'appello alla cittadinanza, affinché questo messaggio venga diffuso.
Gli ha fatto eco la collega di Municipio e capodicastero Socialità, giovani e cultura Nancy Lunghi, che ha brevemente ricordato le specificità di questo progetto (che presenta delle differenze rispetto a quanto proposto da Lugano in termini di complementarità nei servizi sociali coinvolti). La violenza domestica e i disagi familiari, ha ricordato, sono spesso anche il frutto di difficoltà economiche che possono contribuire a rendere l'ambiente familiare teso. Trattare il tema in tutti i suoi molteplici aspetti risulta dunque cruciale al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, migliorare le leggi di protezione delle vittime e fornire risorse adeguate alla prevenzione e al sostegno. Solo così sarà possibile «sciogliere l'iceberg della violenza domestica».
Christian Brusa, vicecomandante della Polizia di Locarno, nel suo intervento ha dapprima spiegato la genesi del progetto, nato per rispondere a una casistica particolarmente allarmante: ogni anno gli agenti del corpo cittadino intervengono per una settantina di casi di presunta violenza domestica, che diventano circa il doppio se il discorso si allarga agli interventi dei tutori dell'ordine della Regione VI e a più di 250 se consideriamo l'intero Locarnese. Seguendo la strada tracciata nel 2023 dalla Città di Lugano, e consapevoli di dover portare alle persone che ne hanno bisogno una maggiore informazione, ecco che il primo di aprile ha preso avvio la fase esecutiva di Vido+ Locarno. Ma quale è la filosofia di questo progetto atto a intercettare situazioni di potenziale pericolo? Ci si muove su tre livelli operativi: la valutazione dei rischi; l'ascolto e il supporto, la consulenza specialistica. Nel primo caso, la Polizia (una quarantina gli agenti appositamente istruiti) utilizza uno strumento di screening messo a disposizione dal Centro competenza violenza per analizzare i fattori di rischio e impedire che si ‘inneschino’; per quanto attiene l'ascolto e il supporto, il team Vido+ (composto da agenti e operatori sociali) offre un punto d'ascolto imparziale e propone, ai membri della coppia, delle soluzioni concrete; a seguito di ciò, entra in gioco il terzo livello: la consulenza specifica. A complemento del follow-up, il Comune di Locarno finanzia, per i suoi domiciliati, tre sedute gratuite con gli specialisti del Consultorio Coppia famiglia per sostenere, psicologicamente, le parti coinvolte, così da permettere di capire l'origine a monte dei disagi e di trasmettere, ai partner della rete, le informazioni necessarie.
Sul funzionamento e il coordinamento del Centro competenza violenza si è soffermata Marina Lang, responsabile di questa realtà per la Polizia cantonale. In particolare ha auspicato un allargamento del progetto a tutto il territorio, coinvolgendo altre realtà comunali. Infine Elisabetta Canepa, direttrice dei Consultori coppia e famiglia, ha spiegato le finalità di questo tassello all'interno del Vido+.
Tra un anno si cominceranno a tirare le somme di questa iniziativa, di questo «progetto di prevenzione che ha un senso logico e migliora la qualità di un servizio fondamentale per la Polizia e i servizi sociali, a tutto vantaggio del benessere della collettività», ha concluso Christian Brusa. Per sensibilizzare la popolazione, intanto, sono pure stati realizzati due flyer informativi che illustrano il senso dell'iniziativa e forniscono suggerimenti pratici nei casi di disagi familiari. Pieghevoli disponibili agli sportelli comunali, dai servizi sociali e che saranno pure distribuiti dagli agenti nel corso degli interventi in quest'ambito».