Vallemaggia

Valle Bavona, la rinascita vale un prestigioso riconoscimento

La Fondazione per la tutela svizzera del paesaggio ha gratificato il lavoro sinergico portato avanti con il premio ‘Paesaggio dell'anno 2025’

(Archivio Ti-Press)
11 aprile 2025
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Proprio alla vigilia della riapertura della valle Bavona al turismo (sabato), ecco la lieta sorpresa. Arriva da Berna ed è un riconoscimento di prestigio all'intenso lavoro che le autorità istituzionali del capoluogo valmaggese stanno portando avanti per ridare, al territorio martoriato dalla devastante alluvione, un nuovo volto. Parliamo del premio ‘Paesaggio dell'anno 2025’ assegnato dalla Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio che riconosce, così, citiamo, “sia la cura pluriennale del paesaggio culturale tradizionale della Bavona, sia l'intenzione della Fondazione Valle Bavona e del Comune di plasmare il futuro dell’area colpita dalla violenta alluvione insieme alla popolazione”. Dal 2011, si legge nel comunicato stampa, la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio nomina ogni anno un ‘Paesaggio dell’anno’. Con questo premio, si mette in evidenza i valori dei paesaggi svizzeri e si onora l’impegno profuso dalla popolazione locale per curarli. Il riconoscimento è sponsorizzato dalla Federazione delle Cooperative Migros e da Balthasar Schmid di Meggen, ed economicamente si traduce in un assegno da 10mila franchi. Le motivazioni alla base di questo premio sono molteplici: a cominciare dall'impegno, di lunga data, per la conservazione e la cura del paesaggio culturale tradizionale. Seguita “dall'integrazione della responsabilità statale con l’esperienza di un’organizzazione di utilità pubblica, dall'azione responsabile per il paesaggio e la società anche in situazioni di emergenza, da criteri quali l'azione partecipativa nello sviluppo del territorio all'approccio esemplare nei confronti dei crescenti pericoli naturali legati al riscaldamento climatico. Non è da meno, sempre secondo i vertici della Fondazione, l'apertura e la curiosità verso sviluppi del paesaggio e strategie climatiche sostenibili. La valle originaria, ricorda la Fondazione per la tutela del paesaggio, è inclusa sia nell'Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d'importanza nazionale (IFP) sia nell'Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS).

Il processo partecipativo nella ricostruzione

“Dal 1990, la Fondazione Valle Bavona si occupa della cura di questo prezioso paesaggio culturale tradizionale, dai castagneti e dalle aree di coltivazione terrazzate ai sentieri, ai muri a secco, agli edifici abitativi e agricoli e agli splüi, ossia le costruzioni e le strutture situate accanto o sotto a grandi massi. In questo modo, essa dà un contributo fondamentale al raggiungimento degli elevati obiettivi di conservazione nazionali. Questo lavoro non sarebbe possibile senza i numerosi volontari e le donazioni della popolazione locale ed esterna. La bellezza della valle è dovuta alla partecipazione attiva di molte persone e organizzazioni e al loro operato benefico. Questo rende possibile il mantenimento di un paesaggio naturale e commemorativo di rara qualità”. Meritevole è dunque la decisione delle autorità locali “di non affrettarsi a ripristinare lo stato precedente, bensì di raccogliere diversi pareri attraverso un processo partecipativo con la popolazione locale. È stata costituita una struttura progettuale in cui è coinvolto anche il Canton Ticino, unendo così la responsabilità dello Stato con il sapere e l’esperienza di lunga data nella cura del paesaggio”. Un approccio innovativo al termine del quale “dovrebbe essere possibile, da un lato mantenere visibili le tracce degli eventi e, dall'altro, integrare le esigenze delle persone e della natura con uno sguardo al futuro. Gli obiettivi di conservazione dell’IFP e dell'ISOS dovranno essere rispettati e le strutture di protezione dovranno essere integrate con sensibilità nel paesaggio”. La collaborazione dovrebbe iniziare nell’estate del 2025 e il masterplan dovrebbe essere disponibile entro il 2027. L’attuazione si estenderà probabilmente oltre il 2030. I responsabili stimano i costi tra i 5 e i 10 milioni di franchi, oltre ai 10 milioni di franchi necessari al Comune di Cevio per le misure infrastrutturali. Per il progetto è prevista una campagna di raccolta fondi.