Operazioni di voto per le comunali 2024 in Borgo, a quasi un anno dai fatti è cresciuta in giudicato la sentenza del Tribunale amministrativo
A quasi un anno dall’episodio è stata scritta la parola fine. Cala il sipario sulla vicenda delle schede finite nel tritacarta durante lo spoglio dei voti alle elezioni comunali di Ascona dell’aprile 2024. La sentenza con cui in febbraio il Tribunale cantonale amministrativo ha respinto i ricorsi diventa definitiva. Patrocinati dall’avvocato Gianluca Padlina, i ricorrenti, tre cittadini del borgo, hanno infatti deciso di non impugnare davanti al Tribunale federale il verdetto del Tram. Non ha fatto ricorso al Tf neppure un quarto cittadino.
Non verrà dunque imboccata la strada per Mon Repos. Per quale motivo? «I tre cittadini da me rappresentati – spiega l’avvocato Padlina, contattato dalla “Regione” – hanno preso atto con soddisfazione del fatto che il caso relativo alle controverse tritature delle schede delle ultime elezioni comunali è stato oggetto di attenta disamina da parte del Tribunale cantonale amministrativo. Le voci e le speculazioni di cui i media avevano dato ampio risalto necessitavano di essere chiarite. L’obiettivo dei ricorrenti è stato sin dall’inizio quello di battersi per il rispetto dei diritti democratici e di esigere una verifica della correttezza dei risultati scaturiti dalle urne. Che le questioni sul tavolo non fossero di lana caprina, emerge, con cristallina evidenza, dal fatto che per giungere a determinarsi, con una sentenza di ben trentasei pagine, il Tribunale cantonale amministrativo ha ritenuto di procedere a un’istruttoria approfondita, con ben sei audizioni testimoniali». I giudici del Tram, annota ancora il legale, «hanno effettivamente accertato la violazione di diverse disposizioni ma, nel contempo, sono giunti a ritenere che a essere triturate siano state unicamente schede che non avrebbero comunque potuto essere conteggiate, in quanto depositate all’interno delle cassette per il voto anticipato, prive dell’indispensabile carta di legittimazione. L’auspicio dei ricorrenti è ovviamente quello che da questo precedente si possano trarre gli opportuni insegnamenti, affinché simili situazioni non abbiano più a ripetersi».
Quella dei diritti politici è materia delicata: quali insegnamenti, per l’appunto, è possibile trarre dall’episodio di Ascona. «L’insegnamento principale è evidentemente quello per cui tutto il materiale di voto, senza eccezione alcuna, debba essere conservato sino alla crescita in giudicato dei risultati elettorali – afferma Padlina –. A essere poi assolutamente fondamentale è il fatto che non debbano sussistere dubbi per quanto attiene alla composizione degli Uffici elettorali e il ricorso a eventuali subentranti avvenga in maniera formalmente rigorosa. Infine è assolutamente fondamentale che i verbali degli Uffici elettorali diano conto in maniera precisa di tutte le decisioni prese e di eventuali situazioni particolari che dovessero determinarsi nel corso degli atti preparatori e delle operazioni di spoglio».
La chiosa è del sindaco di Ascona, Giorgio Gilardi: «Il caso è dunque chiuso. Siamo contenti dell'esito finale, ma non dubitavo potesse andare diversamente. Il personale merita dunque la nostra piena fiducia. Quanto a noi politici in carica, abbiamo sempre lavorato al 100%, senza pensare che c'era questo aspetto in ballo. Evidentemente continueremo a farlo».