Locarnese

‘Un lucido assassino’. Per i fatti di Aurigeno detenzione a vita

Pesantissima condanna per il 44enne che l'11 maggio del 2023 uccise con tre colpi di pistola il 41enne con cui la moglie aveva una relazione

(Ti-Press)
16 maggio 2025
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Colpa gravissima per quello che è stato «un lucido assassinio» e merita la detenzione a vita. Non ha fatto sconti, la Corte di Assise criminali di Locarno presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. Il 44enne che due anni fa ai Ronchini di Aurigeno uccise con tre colpi di pistola alle spalle il custode delle scuole che aveva una relazione con sua moglie dovrà scontare il massimo della pena. Non è stata invece riconosciuta la complicità in assassinio a carico dei due altri imputati: il 33enne che procurò la pistola e la 34enne che fece da intermediaria. Il primo è stato condannato a 7 anni di detenzione per messa in pericolo della sicurezza pubblica (più una lunghissima serie aggiuntiva di reati, fra cui quelli inerenti ai permessi falsi); la seconda a 3 anni (di cui 2 sospesi per 2 anni) per complicità in omicidio per dolo eventuale.

Non è dunque stato accolto l'invito della difesa del principale imputato, rappresentato dall'avvocato Fabio Bacchetta-Cattori, che riteneva si potesse considerare l'atto criminoso un omicidio per dolo eventuale e non un assassinio come indicato nell'atto d'accusa dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri.

Per il 33enne, accusato di complicità in assassinio e di un'altra sfilza di reati (fra qui quelli relativi all'inchiesta sui permessi facili), l'avvocato Gianluigi Della Santa aveva chiesto una pena massima di 48 mesi (contro i 10 anni auspicati dall'accusa), mentre per la 34enne, per la quale il pp aveva formulato una proposta di pena di 7 anni, sempre per complicità in assassinio, l'avvocato Matteo Poretti si era spinto fino a chiedere il proscioglimento.