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‘Un nodo intermodale migliore serve. Ma non è quello progettato’

A Muralto tornano a farsi sentire i referendisti del comitato ‘Salva viale Cattori’ che il 15 giugno porteranno alle urne la popolazione ticinese

La stazione Ffs di Muralto
(Ti-Press)
20 maggio 2025
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«Nessuno è contrario alla sistemazione del nodo intermodale alla stazione Ffs di Locarno-Muralto! Anzi, di fronte all’incapacità politica di portare a termine, dopo 10 anni, una pianificazione in gran parte già in esercizio, non possiamo che essere i primi a volerlo».

Lo hanno premesso stamattina Renza De Dea e Gian-Luigi Varini, per il comitato “Salva viale Cattori”, in occasione di una (ri)presentazione alla stampa delle argomentazioni contrarie al credito votato dal Gran Consiglio per la realizzazione del nodo intermodale; voto sfociato in una domanda di referendum (ampiamente riuscita, con quasi 10mila firme valide raccolte) che porterà la popolazione ticinese alle urne il prossimo 15 giugno. La raccomandazione del comitato è quella di votare “no”.

De Dea ha inquadrato i referendisti come «i rappresentanti del tessuto della zona commerciale e turistica» che con il nodo intermodale così come progettato dal Cantone convoglierebbe su viale Cattori circa 250 bus al giorno, più i taxi, più una porzione residua del traffico motorizzato privato. Ciò, ha sottolineato, «mettendo seriamente in gioco il futuro di tutto il comparto che comprende la stazione e il debarcadero».

«Noi – ha aggiunto Varini – non siamo assolutamente contrari al nodo intermodale, quanto al nodo realizzato con queste modalità». E cioè, sostanzialmente, sfruttando viale Cattori come indicato e non utilizzando invece l'ampio terreno di proprietà delle Ffs a nord della stazione. Terreno «acquistato anni fa per tre soldi e che, con la nuova pianificazione voluta da Ffs e Comune di Muralto che lo renderà edificabile, varrà milioni, non tenendo minimamente conto delle reali esigenze dei muraltesi».

Lo stesso consigliere comunale ha voluto smentire l'idea che il referendum sia una conseguenza di un accanimento politico: «Quello che serve è una soluzione condivisa con le Ffs, che comprenda il terreno a nord – se necessario scavando sotto via Collegiata – per modernizzare ed ampliare il disegno di nodo intermodale previsto».

Sullo spauracchio della perdita dei sussidi federali (5,4 milioni di franchi) qualora i lavori non partissero entro fine 2025, la risposta dei referendisti è che «i sussidi restano vincolati allo scopo originario. Pertanto a questo stadio è certamente ingiustificata e fuorviante la pressione sul rischio di perderli».

Come detto, convinzione dei referendisti (e delle 4'500 persone che avevano firmato l'ultima petizione delle 4 lanciate finora), è che, per dirla con Varini, «la situazione attuale in stazione funziona molto bene e garantisce, come negli altri centri ticinesi, un efficiente, perfetto e comodo collegamento al resto del cantone. Non manca nulla per essere all’altezza delle altre stazioni principali, se non un ammodernamento ed eventualmente un ampliamento, che però non richiedono assolutamente uno stravolgimento radicale nella percorrenza e nello stazionamento dei mezzi pubblici. Le criticità esistenti possono venir risolte facilmente e con una spesa contenuta. Lo spazio e le soluzioni non mancano».

E ancora: «L’irresponsabile accanimento politico del Municipio è per una soluzione non condivisa. Il che ha portato a un increscioso stallo nella sistemazione di un’opera di valenza regionale, facilmente adattabile alle moderne esigenze in vigore ormai ovunque, sfruttando semplicemente quanto già abbiamo di collaudato e funzionante».

Sono poi stati ricordati alcuni elementi sensibili. «In finale sono arrivati 4 studi e quello prescelto è il più impattante e penalizzante per territorio, ambiente e sicurezza; ed è l'unico che prevede l'utilizzo di una via alternativa (viale Cattori, ndr) per lo scorrimento e lo stazionamento dei bus». Altre controindicazioni arriverebbero dall'aumento dei semafori su via della Stazione, «che peggiorerà il già caotico traffico di transito»; dal fatto che il previsto autosilo sul sedime Ffs «arriverà se va bene entro 5 anni, se no non prima di 10»; e dalla certezza che «la Zona incontro prevista su piazza della Stazione sarà un ingestibile groviglio di utenti, fra mezzi pesanti come i bus di 18 metri e i taxi, mettendo costantemente a rischio l'incolumità di pedoni e ciclisti». Un ipotetico scenario, questo, «abilmente camuffato con “rendering” irrealistici e simulazioni pilotate che portano solo confusione e incertezza nei cittadini, i quali più volte hanno manifestato il proprio disappunto senza peraltro venire mai minimamente ascoltati».

Insomma, è l'appello, «votare “no” significa dimostrare rispetto, oculatezza e senso civico per la cosa pubblica, riflettendo sul fatto che quest’opera prettamente locale verrà finanziata da tutti i ticinesi. La soluzione l’abbiamo sotto gli occhi ma c’è chi, ostinatamente, non la vuole vedere».