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Da Kandersteg alla Bavona, dimostrazioni di resilienza alpina

A Cevio si è svolta, alla presenza del consigliere federale Albert Rösti, la consegna a Comune e Fondazione del premio ‘Paesaggio dell'anno 2025’

In sintesi:
  • ‘La Svizzera per ⅔ è costituita da montagne, non possiamo costringere la gente ad andarsene per via dei pericoli naturali’
  • L'operato della Fondazione Bavona definito ‘un modello da seguire per tutto il Paese’
(Ti-Press)
24 maggio 2025
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«Sono estremamente impressionato da cosa è successo in Valle Bavona. Sono anch'io originario di un Comune di montagna, Kandersteg, nell'Oberland bernese e so cosa vuol dire dover convivere con le difficoltà della natura essendo nato in una famiglia di alpigiani, ma quanto ho visto qui ha davvero dell'incredibile». Sono parole del consigliere federale Albert Rösti, giunto oggi in Vallemaggia per presenziare, di persona, alla consegna, al Comune di Cevio e alla Fondazione Valle Bavona, del prestigioso premio ‘Paesaggio dell'anno 2025’ assegnato dalla Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (Fstp). Un riconoscimento che sensibilizza e avvicina i cittadini e le istituzioni ai valori della salvaguardia del territorio. Un territorio particolare come quello della Valle Bavona, devastato dalla terribile alluvione di fine giugno 2024 e che ora sta vivendo, a quasi un anno di distanza da quei tragici eventi, la delicata fase della monumentale ricostruzione. Un valore essenziale per lo sviluppo consapevole della vallata che si vuole trasmettere soprattutto alle nuove generazioni e che ha portato, in dote, l'ambito riconoscimento.

‘Un sistema di aiuto Comuni-Cantone-Confederazione che funziona‘

Il capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha rivolto parole di ringraziamento alla popolazione indigena e alle istituzioni per quanto fatto in questi mesi. Più volte interpellato sulla questione degli aiuti economici promessi da Berna, ha ricordato come la decisione debba passare dal Parlamento, assicurando tuttavia che Berna e Ticino si divideranno a metà l'importo da donare ai Comuni di Cevio e Lavizzara. «Eventi del genere – ha proseguito Rösti – saranno sempre più frequenti in futuro. Con i pericoli della natura saremo sempre chiamati a convivere. Il nostro sistema di risposta alle catastrofi, che prevede dapprima l'intervento dei Comuni, in seguito dei Cantoni e, infine, della Confederazione è un modello che funziona. La popolazione svizzera non ama le decisioni calate dall'alto e anche in caso di necessità l'attuale procedura di aiuto rappresenta un'ottima risposta. La sicurezza della popolazione svizzera sarà sempre una priorità del Consiglio federale anche in futuro». A coloro che, come soluzione al problema, suggeriscono l'abbandono di quelle zone discoste del territorio nazionale ritenute troppo a rischio, la risposta del consigliere federale è stata lapidaria: «la Svizzera per 2/3 è costituita da montagne e valli, se dessimo ascolto alla richiesta dovremmo costringere la popolazione ad andarsene altrove. Dobbiamo invece aiutare queste zone alpine attraverso un incremento delle misure di prevenzione, monitorando il territorio e dotandolo delle necessarie protezioni grazie anche alle nuove tecnologie».

‘La coesione elemento fondamentale della nostra sopravvivenza’

La consegna del premio è stata preceduta da tutta una serie di interventi. Il consigliere di Stato Norman Gobbi, presentatosi come rappresentante del Governo e come «uomo di valle e semplice cittadino» ha da parte sua ricordato l'impegno dell'autorità cantonale sin dalle prime ore della disgrazia, rassicurando i presenti del fatto che «noi ci saremo sempre!». Gobbi ha pure evidenziato il lavoro di raccolta fondi portato avanti dalla Commissione indipendente per il coordinamento delle donazioni con la Catena della solidarietà (altri 400mila franchi sono in arrivo), lodando la generosità e il pragmatismo della popolazione ticinese nei più svariati ambiti (durante la pandemia e la guerra in Ucraina, ad esempio). Infine ha definito «la coesione come elemento fondamentale per la sopravvivenza della Svizzera; dobbiamo stringerci gli uni agli altri, superare le paure e trovare il coraggio di ricostruire». Il microfono è in seguito passato a Kurt Fluri, presidente della Fstp, il quale ha portato esempi storici e virtuosi di lotte a difesa e valorizzazione dell'ambiente (come il caso della cascata di Foroglio, minacciata da un progetto di sfruttamento delle acque). Gianni Roberto Rossi, presidente del Cda di Migros Ticino (il riconoscimento odierno è donato dalla Federazione delle cooperative Migros, ndr), ha spiegato come la cooperativa regionale si sia messa subito a disposizione nelle ore successive alla catastrofe per cercare di aiutare la popolazione e il territorio ferito, complimentandosi col prezioso lavoro svolto sin dalla sua istituzione, nel 1983, della Fondazione Bavona, impegnata a difesa del comprensorio, della sua cultura e delle sue peculiarità naturalistiche. «Migros Ticino è orgogliosa della scelta di assegnare alla Fondazione questo premio – ha concluso – È la dimostrazione della stima dimostrata per questo stupendo territorio». Tra i relatori, anche l'ex direttore della Fstp, Raimund Rodewald, che in entrata ha reso omaggio alle donne («non me ne vogliano gli uomini, ma sono loro la forza della valle»); in questa giornata di festa Rodewald ha voluto ribadire tutto l'apprezzamento per l'operato della Fondazione Bavona, definendolo «un modello sa seguire per tutta la Svizzera». Prima di congedarsi ha esortato i valmaggesi a «non mollare mai, noi vi sosterremo!».

‘Immaginare un futuro con radici salde’

Da ultimi, ma non per ultimi, i ‘padroni di casa’. Dapprima Wanda Dadò, sindaca di Cevio, la quale ha formulato i ringraziamenti di rito alle istituzioni, mettendo in rilievo come «la tragedia abbia fatto emergere una tale forza della collettività che non credevamo di avere. La Bavona è un bene prezioso per tutta la Svizzera. Il premio odierno ci dà la forza per immaginare un futuro con radici salde». Infine Lorenzo Dalessi, presidente della Fondazione Bavona, ha parlato della nascita di questo ente inserito nell'Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d'importanza nazionale («un paesaggio fragile che i cambiamenti climatici mettono alla prova»).