Il parlamento vota all'unanimità i 25 milioni di aiuti per la ricostruzione. A Berna va invece una ulteriore richiesta di sostegno agli agricoltori
Il governo cantonale e i suoi servizi, spesso bersaglio di critiche, diventano, per un giorno, gli eroi della porta accanto. A loro è infatti andato oggi il grazie dei vari portavoce dei partiti (all'unisono) per la maniera con la quale hanno gestito la situazione di crisi della grande alluvione che ha colpito, nel giugno del 2024, l'alta Vallemaggia (e in misura minore la Leventina). Dal pulpito, prima dell'approvazione unanime del credito di 25 milioni per l'opera di ricostruzione tutti, a turno, hanno voluto riflettere, brevemente, su ciò che è stato fatto, sulla solidarietà dimostrata, sulla resilienza delle comunità colpite, sulla necessità, in futuro, di una migliore prevenzione. A cominciare dal valmaggese Fiorenzo Dadò, la cui vita «è da allora segnata da un prima e un dopo la tragedia». Dadò ha dapprima chiesto di ricordare, con un momento di raccoglimento, le vittime. Ha poi lodato la determinazione dei valmaggesi nella ricostruzione invitando i Comuni e le comunità colpite a segnalare eventuali ulteriori richieste alle istituzioni preposte. Ha ribadito la necessità di rimuovere l'eccessivo materiale depositatosi nei fiumi (come tra l'altro richiesto da una mozione del deputato Plr Aron Piezzi). Quanto ai danni, che superano i cento milioni, il parlamentare del Centro ha spiegato che la stessa Gestione ha chiesto l'adozione di una risoluzione indirizzata al Consiglio federale allo scopo di ottenere ulteriori sostegni a favore delle aziende agricole valmaggesi colpite dal nubifragio. Proposta, quest'ultima, accolta all'unanimità.
Luca Renzetti, del Plr, ha sottolineato come «questo credito rappresenti solo un primo passo, c’è ancora tanto da restituire alla valle. Il parlamento dovrà sostenere la rinascita di un territorio fragile ma determinato. La politica c’è, lo Stato c’è e oggi, con questo primo passo, lo vediamo. L'alluvione ci ha mostrato anche cosa possiamo fare insieme». Dal canto suo Daniele Piccaluga (Lega) ha evidenziato la necessità di una pianificazione del territorio più attenta e l'adozione di misure di prevenzione opportune, in quanto in futuro simili eventi non saranno rari. Ha concluso il suo intervento affermando che «con questo credito facciamo capire alle comunità toccate che non sono sole. Il messaggio con il credito è un ottimo lavoro, fatto con competenza. Ora esorto tutti a continuare sulla strada intrapresa».
Fabrizio Sirica, a nome del gruppo socialista, ha rivolto un pensiero alle persone morte e alle loro famiglie. «È un dolore che ci segna tutti e rimarrà nella memoria collettiva del nostro cantone. Ci viene chiesto di stanziare un sostegno importante, non parliamo solo di numeri ma della necessità di creare i presupposti per consentire alle persone che lo desiderano di continuare a vivere lassù. Nessuna regione del Ticino deve sentirsi abbandonata e isolata». Quanto ai più volte sbandierati cambiamenti climatici, ha ricordato come l'adozione di politiche ambiziose a livello climatico e una gestione attenta del territorio siano scelte lungimiranti, in grado di evitare tragedie e risparmiare risorse pubbliche. Infine ha formulato un ringraziamento sincero alle autorità locali, resilienti e tenaci, come pure al governo che ha mostrato presenza («la politica si è mossa in maniera unitaria»).
Roberta Soldati, dell'Udc, ha pure ringraziato i soccorritori e coloro che si sono adoperati dando prova di solidarietà. Ha anche richiamato l'attenzione su alcuni aspetti importanti, come la celerità d'azione: «Laddove c’è la volontà, le procedure possono divenire più snelle e la burocrazia può essere aggirata». Ha infine ribadito la necessità di ricostruire le tre aziende agricole spazzate via e di rimuovere al più presto gli inerti dagli alvei dei fiumi per scongiurare ulteriori danni.
Samantha Bourgoin, dei Verdi del Ticino, visibilmente commossa, ha biasimato coloro che nei momenti successivi alla disgrazia sostenevano che certe aree periferiche andassero abbandonate. Dopo aver salutato positivamente la collaborazione interpartitica, si è soffermata sulla necessità di dotare il Paese di un fondo catastrofi e di chiedere a Berna maggiore sostegno.
Prima del voto hanno preso la parola Norman Gobbi («il credito non è un lusso ma una necessità. Il parlamento dà un segnale chiaro, lo Stato è presente e investe anche per il futuro delle nostre valli, per le quali costruiamo basi più solide») e il suo collega Christian Vitta, il quale ha ripercorso gli incontri con i consiglieri federali necessari all'ottenimento di un contributo straordinario («purtroppo, a oggi, non abbiamo ancora conoscenza dell'ammontare di questo ulteriore impegno della Confederazione»).