Locarnese

Gambarogno, l'impatto (salato) dell'abolizione del valore locativo

Le risposte del Municipio a un'interrogazione del consigliere comunale Michele Sargenti (Il Centro)

Preoccupazioni condivise con altri 32 Comuni ticinesi
(Ti-Press)
21 settembre 2025
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Quale impatto sulle le finanze di Gambarogno avrebbe l'abolizione del valore locativo, legata all'imminente voto federale sull'introduzione di una tassa per le residenze secondarie? È una delle questioni sollevate da un'interrogazione presentata al Municipio dal consigliere comunale Michele Sargenti (Il Centro).

Pronta, vista l'urgenza del tema, la risposta: “Per il nostro Comune le prime valutazioni indicano una potenziale perdita di gettito, sul fronte dell’imposizione di reddito delle persone fisiche, che potrebbe superare il milione di franchi – afferma l'Esecutivo –. È importante sottolineare che una stima precisa delle ricadute finanziarie derivanti dall’abolizione del valore locativo non può essere effettuata a livello comunale, in quanto presuppone l’accesso e l’elaborazione di dati protetti dal segreto fiscale. È infatti compito del Cantone estrapolare e trattare tali informazioni, distinguendo, ad esempio, tra valore locativo proprio e redditi derivanti da affitto a terzi, tra interessi non più deducibili, e considerando l’impatto dell’abolizione della deduzione forfettaria per le spese di manutenzione, eccetera. Complessivamente il Cantone ha quantificato la perdita fiscale per i Comuni ticinesi nell’ordine di circa 45 milioni di franchi”.

Gambarogno, manifestando forte preoccupazione in merito all’abolizione dell’imposizione del valore locativo – in particolare per quanto concerne le abitazioni secondarie – ha promosso un’iniziativa indirizzata ai Municipi dei Comuni ticinesi soggetti ai vincoli della Legge federale sulle abitazioni secondarie (ossia quei Comuni in cui la quota di residenze secondarie supera il 20 per cento). L’invito consisteva nell’esprimere pubblicamente le proprie riserve in vista della votazione del prossimo 28 settembre, per evidenziare le principali criticità della riforma. Criticità che vengono ribadite nella risposta a Sargenti. Da una parte c'è l’incertezza istituzionale e democratica: “L’introduzione di un nuovo tributo immobiliare presuppone una modifica legislativa, con tutte le procedure e i tempi che ne conseguono. Anche in caso di una rapida approvazione da parte del Gran Consiglio, non vi è alcuna garanzia che la norma sia confermata in sede di eventuale votazione popolare e soprattutto non è dato sapere in quale misura la nuova imposta potrà compensare il ricavo fiscale derivante dall’attuale imposizione del valore locativo. Una compensazione integrale sembra in ogni caso poco probabile”.

Dall'altra ci sono le perplessità sulla natura indefinita del nuovo tributo: “Per garantire un’imposizione neutrale – indica il Municipio –, si ipotizza un’aliquota dell’11 per mille a livello comunale, una soglia che appare difficilmente sostenibile. Resta inoltre da chiarire in che modo tale imposta possa coesistere con l’attuale imposta immobiliare ordinaria. Questa preoccupazione lascia presagire problematiche d’ordine giuridico. Ricordiamo poi che in ogni caso il gettito fiscale, per l’imposizione del valore locativo, decadrebbe definitivamente per i proprietari di abitazioni primarie: una riduzione del nostro gettito sarebbe quindi in ogni caso assicurata”.

Ricordiamo che all'iniziativa di Gambarogno hanno aderito 32 Municipi, oltre all’Associazione dei Comuni di Leventina, evidenziando una diffusa preoccupazione per le possibili ripercussioni fiscali, “in un contesto in cui le finanze comunali risultano già oggi particolarmente sollecitate”. Il timore condiviso è che, “se non dovesse entrare in vigore la nuova imposta sulle case secondarie, saranno poi i cittadini domiciliati nei Comuni a doversi far carico del mancato gettito – conclude l'esecutivo –. La defiscalizzazione del valore locativo per le abitazioni secondarie sarebbe certamente un obiettivo ambito, ma che contrasta con la situazione finanziaria del nostro Comune e con il costo importante dei servizi allocati proprio a favore delle residenze secondarie, soprattutto se si pensa che in Gambarogno non si possono costruire abitazioni secondarie (l’effetto perverso del cambiamento di destinazione da primario a secondario non potrebbe che accentuarsi)”. Il mancato coinvolgimento del Consiglio comunale nella presa di posizione viene motivato con l’impellenza e la rilevanza del tema in votazione e il periodo estivo in cui si è svolto il dibattito.