La proposta di un consigliere comunale ai Municipi: creare un ponte ciclopedonale sostitutivo tra Tegna e Losone, utilizzabile in caso di emergenza
Un sistema viario privo di alternative funzionali per la Vallemaggia, le Centovalli, l'Onsernone e le Terre di Pedemonte, con una frana – quella caduta a Ponte Brolla martedì scorso – che ha messo a nudo tutta la fragilità delle strade a livello regionale. Da qui la necessità di escogitare delle soluzioni. Una di queste la suggerisce l'autore di queste affermazioni, il consigliere comunale onsernonese Andrea Voumard. Voumard negli scorsi giorni ha inviato una mail ai Municipi dei Comuni interessati dall'evento (con copia all'Associazione dei Comuni valmaggesi e all'Ers Locarnese e Vallemaggia) per suggerire delle misure da adottare per evitare il caos viario successivo all'evento. L'attuale sistema – rileva in sintesi – è privo di alternative funzionali. Code anche chilometriche e tempi di percorrenza infiniti sono la conseguenza di attraversamenti degli abitati critici (strettoie come a Verscio, Cavigliano, al Ponte di Golino o di tornanti problematici come sulla ripida salita del Mürasc di Intragna). “Il geologo cantonale ha ricordato pubblicamente come il versante di Ponte Brolla sia caratterizzato da roccia di scarsa consistenza. Ciò significa che simili eventi si ripresenteranno anche in futuro. Non possiamo dunque limitarci a gestire emergenze: è giunto il momento di pensare a soluzioni strutturali” scrive il consigliere onsernonese. Quali, a questo punto, le sue proposte concrete?
La prima, alquanto ‘audace’, suggerisce di sostituire, a medio termine, l'attuale passerella ciclopedonale sulla Melezza (tra Tegna e Losone) con una nuova infrastruttura posizionata più a est e rettilinea alle strade di accesso esistenti. Pur rimanendo a uso ciclopedonale ma opportunamente calibrata, in caso di emergenza potrebbe essere sfruttata (nelle ore diurne) per il traffico leggero monodirezionale, sulla falsariga di quanto avvenuto a Cevio col vecchio ponte della Valmaggina (oggi ciclopista) trasformato, durante il nubifragio, in provvisorio attraversamento del fiume per le automobili. Lato Losone, la strada d'accesso attraverserebbe un comparto quasi privo di abitazioni, raccordandosi poi sulla cantonale all'altezza del Silo Melezza/ex Caserma. Sponda Tegna, invece, si sfrutterebbe (sempre a titolo provvisorio) la strada esistente per il Pozzo e il vicino campo sportivo. Così facendo, secondo Voumard, si creerebbe un anello percorribile a senso unico, sgravando gli abitati pedemontani e centovallini inadatti ai forti flussi di traffico e facilitando l'accesso alla Vallemaggia.
Una proposta destinata sicuramente a far discutere e che, sempre secondo l'interessato, deve viaggiare di pari passo con l'elaborazione di un piano di emergenza viaria regionale dalle misure attuabili in tempi rapidi, applicabile in caso di franamenti o incidenti. Alle autorità interpellate, il compito di valutare le idee.
«Questo evento dimostra, una volta ancora se ce ne fosse bisogno, l'assoluta necessità di procedere con il mini allargamento della strettoia al ponte di Golino. Il progetto relativo a questo intervento viario è stato elaborato dal Cantone (Divisione costruzioni), con alcune varianti, tempo fa. Come Municipio, tramite il nostro delegato in seno alla Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese (Cit) faremo richiesta scritta affinché si passi al più presto alla fase esecutiva, perché con simili eventi saremo sicuramente ancora confrontati in futuro». Sono, queste, considerazioni del sindaco di Centovalli, Michele Turri, interpellato da laRegione. Il riferimento è all'imbuto presente all'altezza del ponte sulla Melezza nella frazione di Golino, dove il calibro esiguo della carreggiata rende difficoltoso l'incrocio tra auto (e impossibile quello tra camion o autobus), lasciando anche i pedoni in una situazione di potenziale pericolo (per l'assenza di marciapiede). «Sosteniamo l'assoluta necessità dell'allargamento del campo stradale. Non si tratta di consentire l'incrocio di grossi automezzi, sia ben chiaro, ma che almeno due auto che procedono in direzione opposta possano incrociarsi a velocità ridotta (30 km/h) ci sembra più che indicato per evitare che si formino colonne di veicoli in caso di emergenza».