Bocciato il primo, partito il secondo ricorso contro la risoluzione adottata ‘senza cognizione di causa’ dal Legislativo di Mezzovico-Vira
Non c’è pace per il progetto di Parco solare all’alpe Duragno sulle pendici del Monte Tamaro. Un progetto che a valle continua a far discutere. Dopo la sentenza del Tribunale amministrativo cantonale (Tram) che ha annullato la risoluzione del Patriziato di Mezzovico-Vira (proprietario del sedime) attraverso la quale è stata approvata la convenzione con i promotori, nel mirino di un altro ricorso è finito anche il via libera dato dal Legislativo del Comune dell’alto Vedeggio. Il ricorso, di cui diamo conto per dovere di cronaca, è stato presentato al Tram e contesta la decisione del Consiglio di Stato che, invece, ha confermato il consenso dato nella seduta del 24 giugno scorso dal Consiglio comunale alla realizzazione del parco solare alpino. Un consenso che il governo cantonale interpreta quale decisione politica di principio.
Nel ricorso, invece, l’autore sostiene che il governo cantonale, confermando la decisione del Legislativo, abbia omesso di applicare le leggi che regolano il processo decisionale. Secondo il ricorrente, già la risoluzione municipale alla base messaggio licenziato dall’Esecutivo di Mezzovico-Vira il 7 maggio dello scorso anno è stata adottata senza la necessaria documentazione della procedura di autorizzazione cantonale. Di riflesso, quindi le commissioni e i consiglieri comunali non hanno avuto a disposizione informazioni complete. Il progetto vero e proprio, quello sottoposto al Cantone, sul quale il Legislativo comunale avrebbe dovuto e potuto deliberare, è stato pubblicato all’albo comunale soltanto pochi giorni prima del voto, ossia il 12 giugno. Di riflesso, non è stata presentata la documentazione indispensabile affinché i rappresentanti del Popolo potessero deliberare con cognizione di causa ed entro i termini fissati dall’articolo 56 della Legge organica comunale (Loc): “I messaggi al Consiglio comunale, motivati per iscritto, devono essere depositati e trasmessi ai consiglieri comunali almeno trenta giorni prima della seduta”. Non basterebbe una decisione sul principio come proposto dall’Esecutivo e confermato dal Consiglio di Stato.
Il ricorrente segnala che solo qualche settimana fa ha ricevuto alcune comunicazioni rilevanti dai servizi cantonali. A cominciare da quella dell’Ufficio forestale, che ha attestato l’avvenuta ricezione e successiva convalida del rapporto steso dai promotori sui rischi valangari. A metà dicembre 2024, l’Ufficio acquisizioni ha intimato alle parti, per le osservazioni, nuovi documenti a completazione degli atti del progetto di parco all’alpe Duragno. Inoltre, l’autore del ricorso è convinto che non sia sufficiente sostenere, come ha fatto l’Esecutivo che il Patriziato abbia dato il proprio benestare, tramite una convenzione. Anzi, a tal proposito, il ricorrente ricorda che quando il Consiglio comunale ha votato non era ancora cresciuta in giudicato la risoluzione adottata dal Patriziato di Mezzovico-Vira, al quale appartiene il fondo. Risoluzione che è tuttora sub iudice, visto che è stata annullata dal Tram. Non basta neppure la serata informativa organizzata per i consiglieri comunali, prima della seduta di Legislativo. Di conseguenza, sostiene il ricorrente, è difficile ritenere, come scritto nel messaggio, che tutto fosse in regola.
Nessuno di questi aspetti è stato inserito nel messaggio municipale, che, per i dettagli del progetto, rimanda ai piani e alle relazioni tecniche, che tuttavia non erano disponibili. Secondo il ricorrente, il Consiglio comunale è pertanto stato indotto a ritenere che potesse bastare un’approvazione generica di realizzare un non meglio precisato parco solare in montagna. Invece, il Consiglio di Stato ha stabilito che i consiglieri comunali abbiano potuto decidere con cognizione di causa, perché il messaggio municipale ha permesso comunque una visione completa dei contenuti del progetto di parco solare alpino previsto in cima alla valle Duragno. Le obiezioni e in particolare le lacune sollevate dal ricorrente, agli occhi del governo cantonale, sono state colmate dalla serata informativa organizzata il 3 giugno. Una serata indetta dallo stesso Esecutivo, nel corso della quale i promotori del progetto hanno potuto presentare in maniera dettagliata l’investimento, permettendo ai membri del Legislativo di chiarire tutti gli aspetti dell’iniziativa. La parola passa ora al Tram.