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Dissesto finanziario di Campione d'Italia: tutti assolti

I dieci imputati escono indenni dalla sentenza pronunciata dal Tribunale di Como. I reati ipotizzati sono estinti o sono stati abrogati

Una veduta dell’enclave
(Ti-Press)
23 gennaio 2025
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A cinque anni dalla prima udienza del processo in Tribunale a Como per la gestione del Comune di Campione d’Italia dal 2013 al 2018, finito in dissesto finanziario a causa di una montagna di debiti (molti dei quali ancora da pagare), un colpo di spugna ha cancellato buona parte dei reati contestati: il collegio giudicante, presieduto da Valeria Costi, nella tarda mattinata ha emesso una sentenza di assoluzione per i dieci imputati. A chiedere l’assoluzione è stata la stessa pm Antonia Pavan, sostituto della Procura di Como. Una richiesta scontata, in quanto l’accusa ha dovuto prendere atto che alcuni reati (come l’abuso d’ufficio) erano stati abrogati dal Parlamento italiano su proposta del governo Meloni, mentre su altri reati è calata la scure della prescrizione, per cui sono da considerare istinti.

Alla richiesta dell’accusa si sono associati i difensori, anche in considerazione del fatto che nessuno degli imputati ha respinto la via d’uscita della prescrizione, per chiedere il dibattimento e il proscioglimento pieno, cioè anche nel merito. Insomma, una conclusione del processo (non è definitivamente finito in quanto restano da valutare altri due capi d’imputazione) che lascia senza risposta il quesito di fondo: ci sono state responsabilità nel crac del Comune da parte degli amministratori (gli ex sindaci Marita Piccaluga e Roberto Salmoiraghi, i loro vice e alcuni dirigenti comunali)? La sentenza pronunciata stamane dal collegio giudicante del Tribunale di Como non chiude definitivamente il lungo e tormentato iter giudiziario, in quanto due capi di imputazione (non più di competenza del tribunale collegiale, ma del giudice monocratico) debbono ancora essere affrontati.

L’udienza davanti alla giudice Valeria Costi è stata fissata per il prossimo 15 dicembre. I reati contestati sono “falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici” e “falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici”. Fra gli imputati, figurano gli ex sindaci Marita Piccaluga e Roberto Salmoiraghi, due ex segretari comunali, una dirigente del Comune e i revisori dei conti. L’esito di questa coda del processo è scontato, essendo dietro l’angolo la prescrizione del reato. L’11 giugno prossimo riprende l’udienza preliminare in Tribunale a Como nei confronti di dieci imputati a vario titolo di diverse tipologie di bancarotta, dissipazione e distrazione di fondi. Accuse legate alla gestione del Casinò, chiuso nel 2018 sotto il peso di oltre 150 milioni di euro. Per ora non c'è rischio di prescrizione, ma visti i tempi della giustizia non si può escludere che anche questo possa finire con un nulla di fatto.