laR+ Luganese

Cultura indipendente, Bienne e Friborgo esempi virtuosi

In tantissimi all’incontro promosso dall’associazione Idra a Villa Saroli. Presentate le esperienze delle due città svizzere, mentre a Lugano...

3 marzo 2025
|

Faticano ad attecchire le proposte culturali indipendenti a Lugano. Non stiamo svelando un arcano. Dopo l’intervento delle ruspe sul centro sociale, lo spazio Morel sta traslocando e la Carta della Gerra resta un appello finora inascoltato. Così è, se vi pare. Nonostante il tema sia dibattuto da oltre cinquant’anni e malgrado il successo oltre ogni migliore aspettativa della Tour Vagabonde nei suoi tre mesi di permanenza sullo sterrato di Cornaredo, le iniziative non istituzionali sono costrette ad arrabattarsi e ad accontentarsi delle briciole.

Con queste premesse, sabato a Villa Saroli si è tenuto l’incontro promosso dall’Associazione Idra intitolato ‘Parliamo di spazi che non ci sono ancora’. Un incontro (trasmesso in diretta da Radio Gwen) che ha attirato tantissime persone, tanto che in parecchi hanno dovuto recuperare altre sedie, sistemandosi ai margini della sala o hanno assistito in piedi. Lo spunto, come è noto, proviene dalla mostra allestita alla Limonaia, dove sono esposti i progetti disegnati dalle allieve e dagli allievi del corso di Architettura d’interni sul sedime che ospita il deposito delle Arl di Viganello. La mostra, ricordiamo, è il frutto della collaborazione tra Idra e il Bachelor of Arts (corso di laurea) in Architettura d’interni della Suspi (Dipartimento ambiente costruzioni e design), l’Istituto Internazionale di Architettura i2a ed è sostenuto dalla Città di Lugano e dall’Associazione svizzera degli architetti d’interni. L’appuntamento è stato introdotto da Olmo Cerri e moderato da Chiara Fanetti.

Le proposte culturali indipendenti, dicevamo, non trovano terreno fertile a Lugano. Eppure, il gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Municipio, dell’amministrazione cittadina e della realtà alternativa è stato attivato da tempo e almeno uno spazio pubblico inutilizzato esiste già, come ha sottolineato uno dei relatori al dibattito andato in scena sabato a Villa Saroli: l’ala nord dell’ex Macello di Lugano, rinnovata diversi anni fa, poi sfruttata per qualche evento, poi più nulla. Raoul Ghisletta, titolare del Dicastero immobili di Lugano, ha confermato che si tratta di un luogo che figura nella lista di quelli che potrebbero essere concessi. Ma il municipale socialista non si è sbilanciato oltre, auspicando una soluzione favorevole, per la quale il suo grado di ottimismo non supera il 50%. Sì, perché se un accordo venisse raggiunto, occorrerebbe in seguito allestire un messaggio municipale e l’ultima parola spetterebbe comunque al Consiglio comunale.

Se la promozione viene dal ‘basso’

Già. Siamo a Lugano. Non a Friborgo né a Bienne, dove sono in corso due esperienze che non nascono dalla conflittualità con le istituzioni, ma sono partite dal basso e in seguito hanno ottenuto il supporto statale. Le due esperienze, la Caserne de la Poya e l’ex stadio di calcio Gurzelen di Bienne, sono state illustrate rispettivamente da Rana Bassil e da Matthias Rutishauser e Andrea Marioni. Se a Bienne, dopo qualche perplessità iniziale, tutto è filato più o meno liscio, a Friborgo è stato un po’ più complicato per via del tira e molla tra Città e Cantone. In entrambe le località, simili a Lugano solo in termini di numero di abitanti, spiccano le modalità di promozione di cultura dal ‘basso’ che in Ticino, come detto, fatica a mettere le radici, perché se ne occupa principalmente (o ancora se ne vuole occupare) direttamente lo Stato (che sia Cantone o Città).

A Bienne le autorità hanno concesso nel 2017 l’ex stadio a titolo provvisorio per tre anni, poi hanno dato fiducia al collettivo che si occupa del monitoraggio delle attività, che deve poter ‘camminare con le proprie gambe’ e raccoglie attività di ogni tipo, dalla musica all’arte, dal tennis all’agricoltura, dal sociale al parco giochi. Tanto che lo stadio, dopo la conclusione dei lavori di quello nuovo, è diventato un luogo di incontro e di aggregazione rientrando pure nel marketing istituzionale. A Friborgo si è insediata definitamente anche la Tour Vagabonde, ha trovato spazio pure un centro per rifugiati e nell’ampio sedime dell’ex caserma dismessa si propongono concerti e spettacoli culturali di ogni genere e gli artisti vengono pagati adeguatamente. L’esperienza friburghese riceve 35mila franchi pubblici, altri 60mila dalla lotteria romanda e 80mila da tre fondazioni. Inoltre, le due esperienze sono state raccontate dai protagonisti che hanno messo in evidenza l’impatto sociale, culturale ed economico che le svariate attività hanno generato sui rispettivi territori. I rappresentanti hanno spiegato come vengono gestite le realtà, quali sono i rapporti che intrattengono con le istituzioni e la popolazione locale e come si finanziano.

Alla doppia presentazione è seguito il dibattito attorno alla domanda: “Uno stadio a Bienne, una caserma a Friborgo; e a Lugano?”. Tra i relatori, alcune e alcuni rappresentanti della scena indipendente, il municipale Ghisletta e Laura Brenni, responsabile dello sviluppo culturale della Città di Lugano. Il membro dell’Esecutivo ha descritto il contesto sfavorevole in cui ci si trova, in particolare le ristrettezze finanziarie e il relativo clima di rigore finanziario, dopo il grosso investimento per il Polo sportivo e degli eventi. La lista di possibili spazi è stata inoltrata anche al Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) e nel frattempo sono stati coinvolti i Comuni del Luganese tramite l’Ente regionale di sviluppo. Dal canto suo, Noah Sartori, presidente dell’associazione Idra, ha ribattuto che non se ne dovrebbe fare una questione di spesa e che sarebbe proprio questo il momento giusto per investire, perché con poco si genera molto. In merito all’apertura di spazi agli operatori culturali indipendenti, Brenni ha detto che a Lugano non c’è una commissione che assegna i luoghi e soprattutto che è in corso di revisione il regolamento che finalmente distingue tra figure amatoriali e professionisti.

Si riparlerà di questi temi nel prossimo incontro intitolato ‘Parliamo di spazi che ci sono già’, in programma sabato 8 marzo alle 16 sempre a Villa Saroli.