Inchiesta penale a carico di un sessantenne che si è autoproclamato Agente 24, accusato di appropriazione indebita, truffa, estorsione e riciclaggio
Si autoproclamava Agente 24. Millantava conoscenze altolocate, contatti privilegiati con l’Interpol, con i servizi segreti italiani e svizzeri e con facoltosi investitori. Negli anni scorsi, grazie alla sua parlantina, sarebbe riuscito a convincere diverse persone ad affidargli parecchi soldi. In fumo sarebbero andati tanti milioni di franchi. Usiamo il condizionale, perché l’uomo avrebbe ingannato diverse persone in Italia, ma anche in Svizzera e soprattutto in Ticino. Stiamo parlando di un presunto truffatore professionista che è stato denunciato alcuni anni fa. L’uomo avrebbe vissuto, con il denaro ricevuto dalle persone che avrebbe ingannato, ben al di sopra delle proprie possibilità economiche, e avrebbe preso residenza anche a Montecarlo, mentre ora abita in Italia.
Tra le persone finite nella rete di Agente 24, c’è anche un uomo residente nel Luganese che ha sporto querela penale al Ministero pubblico alcuni anni fa. Il denunciante, che si è costituito accusatore privato, ha pure raccontato agli inquirenti di essersi trovato in una situazione in cui è stato costretto, nel giro di sei anni, a versare parecchi milioni di franchi al presunto truffatore. Dal canto suo, il Ministero pubblico, interpellato da ‘laRegione’ si limita a confermare che è stato aperto un procedimento penale. I reati ipotizzati nei confronti del sessantenne di nazionalità italiana, che ha precedenti penali e ha già scontato alcuni anni di prigione in Italia per illeciti di natura finanziaria, sono di appropriazione indebita, truffa, estorsione e riciclaggio. L’incarto è nelle mani del procuratore pubblico Daniele Galliano. Le verifiche degli inquirenti riguardano i trasferimenti di valori patrimoniali per alcuni milioni di franchi. Nel frattempo, anche altre persone si sono costituite accusatori privati. Ulteriori interrogatori sono in programma nelle prossime settimane, riferisce il Ministero pubblico, che, al momento e alla luce degli atti istruttori in corso, non rilascia ulteriori informazioni. La vicenda, del resto, è particolarmente complicata.
Stando a nostre informazioni, agli atti sono state assunte parecchie testimonianze, secondo le quali la narrazione raccontata dal sessantenne sarebbe stata supportata e sostenuta da suoi complici. La ricostruzione dei movimenti di denaro, che sarebbe transitato in varie società, si sta rivelando un’operazione particolarmente intricata. L’imputato principale, che è stato condannato dal Tribunale di Torino in via definitiva nel 2019 a sette anni e tre mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta ma ne avrebbe scontati poco più di quattro, è stato sentito recentemente dagli inquirenti. Il presunto truffatore avrebbe ammesso almeno in parte gli inganni perpetrati. Dal profilo delle indagini, tuttavia restano ancora aspetti di questa complessa vicenda da chiarire. A cominciare dal ruolo dei familiari del sessantenne in questa brutta storia e dalle responsabilità, eventualmente di natura penale, del gruppo di complici che avrebbero partecipato alle truffe.
L’uomo che ha denunciato Agente 24 al Ministero pubblico ha pure raccontato di essere stato minacciato a più riprese, anche di notte, a casa sua, dove è stato convinto a installare un sistema di videosorveglianza con microfoni, attraverso il quale veniva controllato anche dal presunto truffatore. La vicenda è emersa pubblicamente qualche anno fa grazie a un servizio della trasmissione ‘Le Iene’, che ha per certi versi smascherato il truffatore, che sarebbe riuscito a farsi consegnare parecchi milioni da altre persone residenti in Ticino. Il giornalista del programma televisivo aveva avvicinato il presunto truffatore quando era agli arresti domiciliari e gli ha strappato alcune ammissioni.