Rispetto al 2022 i campionesi hanno dichiarato un reddito medio superiore del 15,77%
Gli anni d’oro in riva al Ceresio sono custoditi nella cassaforte della memoria, dove resteranno per sempre. A Campione d'Italia, dopo il periodo buio dello “tsunami”, i redditi pro capite hanno mostrato segnali di ripresa. Merito della riapertura del Casinò, avvenuta nel gennaio 2022. Il reddito pro capite dichiarato nel 2024 (relativo ai guadagni del 2023) ha permesso all'enclave di risalire la china e uscire dalla lista dei Comuni “poveri”, come attestano i dati diffusi settimana scorsa dal Ministero dell’economia e delle finanze.
Nel corso del 2023, i 1'600 contribuenti campionesi hanno dichiarato un reddito medio di 24'627 euro, con un aumento del 15,77% rispetto al 2022. Ben diversa la situazione nel 2019, anno successivo al “crollo” che travolse Campione d’Italia con la chiusura del Casinò, il licenziamento di 500 dipendenti e la drastica riduzione del personale comunale, passato da 103 a 17 unità.
Cinque anni fa, il reddito medio pro capite era sceso a 10’559 euro, poco più di 800 euro al mese – un valore lontano anni luce dai quasi 60'000 euro registrati nel 2016, quando Campione d’Italia era, da diversi anni, il Comune più ricco della Penisola. Ci si aspettava qualcosa in più anche dalle agevolazioni fiscali previste dal regime speciale riservato a residenti e imprese, che include riduzioni su tasse e contributi. Tuttavia, i benefici attesi non si sono concretizzati. Al contrario, la popolazione continua a diminuire: molti residenti emigrano in Ticino, registrandosi come cittadini Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero).
Una curiosità: anche dai redditi dichiarati nel 2023, Cavargna – Comune confinante con il Luganese – risulta il più “povero” d’Italia, con un reddito pro capite di 7'318 euro (contro i 6'766 euro del 2022). Questo dato è dovuto al fatto che circa l’80% dei suoi abitanti (un centinaio) lavora in Canton Ticino. Situazione analoga per i Comuni limitrofi di San Bartolomeo Val Cavargna, Val Rezzo (in crescita del 30% rispetto al 2022) e San Nazzaro Val Cavargna, che si trovano ai margini del Luganese e si posizionano in fondo alla classifica nazionale per reddito pro capite.