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Scuole di Sessa, Marchesi: ‘Nel Decs una Torre di Babele’

Il sindaco di Tresa critica i servizi dipartimentali che sostengono l’effetto sospensivo invocato dai ricorsi, dopo che è stato approvato l’ordinamento

La sede a rischio chiusura
(Ti-Press)
28 aprile 2025
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«Al Decs la mano sinistra non sa cosa fa la destra». Piero Marchesi, sindaco di Tresa, ha appreso con disappunto l’opinione della Sezione delle scuole comunali e dell’Ispettorato scolastico del Luganese sulla richiesta principale dei due ricorsi inoltrati contro la decisione del Municipio di chiudere con il corrente anno scolastico la storica sede di Sessa. Nei ricorsi si invoca infatti l’effetto sospensivo, sostenuto dai due servizi del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport. «Solo pochi giorni prima il Dipartimento ha però confermato il nostro ordinamento scolastico comunale, che prevede di concentrare tutti gli allievi nella sede scolastica principale a Croglio, chiudendo quella di Sessa, per meglio rispondere all’importante calo di allievi registrato negli ultimi anni e che si protrarrà anche nei prossimi» contesta Marchesi.

Sezione scuole comunali e Ispettorato: ‘Comunità scolastica da tutelare’

Le due prese di posizione, spiega ‘La Domenica’ che ha anticipato la notizia, sarebbero motivate dalla necessità di fare chiarezza sulla legittimità delle decisioni e in quest’ottica un effetto sospensivo permetterebbe a tutte le parti coinvolte, ossia personale scolastico, allieve/i e famiglie, di poter evitare notevoli disagi. Due in particolare gli aspetti che secondo l’Ispettorato necessiterebbero di essere tutelati: il rapporto di impiego dei docenti e il benessere degli allievi e delle famiglie. Si chiede pertanto di posticipare l’eventuale applicazione della decisione al settembre del 2026. La Sezione, da parte sua, esprimerebbe preoccupazione riguardo alle condizioni di chiusura dell’anno scolastico, chiedendo di avviare e pianificare in modo sostenibile e positivo quello che partirà il prossimo settembre, senza i disagi vissuti sin qui dalla comunità scolastica. Per questo, concedere l’effetto sospensivo permetterebbe di tutelare minori e personale, garantendo continuità didattica ed educativa.

La replica: ‘Opinioni partigiane’

Osservazioni che «sorprendono» Marchesi, da noi interpellato, «per il fatto che prendono posizione su aspetti che non sono neppure di competenza del Dipartimento. In particolare mi riferisco alla logistica e all’organizzazione della scuola, che per legge sono di stretta competenza del Municipio». Il sindaco sottolinea che l’Esecutivo comunale non prenderà posizione finché non arriverà la decisione del Servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato sull’effetto sospensivo, ma che a titolo personale ritiene le due prese di posizione «opinioni partigiane e acritiche a sostegno delle motivazioni sollevate dai ricorrenti. Questo modo di agire del Dipartimento conferma la Torre di Babele che anima il Decs, dove dapprima si avvalla l’ordinamento scolastico come proposto dal Municipio, con la chiusura della sede di Sessa e dunque confermando che la proposta di riorganizzazione è in linea con il quadro legislativo, e poi la settimana seguente ben due uffici, uno subordinato all’altro, prendono posizione come fossero dei sindacati dei ricorrenti a sostegno delle loro argomentazioni, sconfinando dalle loro competenze. Tutto questo è preoccupante».

Oltre all’apparente incoerenza di fondo, Marchesi lamenta quindi un problema di competenza. «Il Gran Consiglio ha definito che nella Legge sulla scuola non è previsto l’effetto sospensivo per le decisioni municipali, per non bloccare le decisioni e tenere in ostaggio i Municipi, compresi gli ordinamenti scolastici comunali. E questo vale dunque anche per i ricorsi. I ricorrenti chiedono la restituzione di questo effetto sospensivo, che giuridicamente è possibile fare, sebbene nel caso specifico sia dal mio punto di vista piuttosto difficile proprio perché la legge non lo prevede. Il ricorso è più che legittimo, ma l’aspetto relativo all’effetto sospensivo non ha nulla a che vedere con le questioni amministrative e organizzative della scuola. E che i servizi dell’amministrazione si permettano di dare indicazioni su questo aspetto, contraddicendo peraltro il legislatore, lo trovo fuori luogo. La direttrice del Decs Marina Carobbio farebbe bene a mettere un po’ di ordine nel suo Dipartimento».

‘Stiamo già preparando il cambiamento’

Nell’attesa che il Municipio – che si è schierato contro l’effetto sospensivo – decida se presentare ulteriori osservazioni o meno, il sindaco si dice tranquillo al riguardo. «In ogni caso, noi nel frattempo ci stiamo già organizzando per il cambiamento: trasporti, mense, incarichi ai docenti. Siamo quasi alla fine dell’anno scolastico, sono tutti aspetti che vanno già decisi, non possiamo rischiare di creare dei ritardi. Di principio la decisione è esecutiva, poi se l’effetto sospensivo dovesse venir effettivamente accordato, valuteremo cosa fare». E, altro punto centrale dei due ricorsi, sul fatto che sarebbero state disattese promesse fatte in fase aggregativa, puntualizza: «I ricorrenti sottacciono deliberatamente i motivi della riorganizzazione, ovvero che il numero di allievi delle scuole elementari è diminuito da 133 di sette anni fa a 92 per il prossimo settembre, numeri che scenderanno ulteriormente per i prossimi anni. Nel rapporto aggregativo si citava già il Centro di Croglio come il polo scolastico».

Si dice anche che si prevede di tenere aperte le sedi di Ponte Tresa e Sessa. «Sì. Ma la prima è stata chiusa per ragioni strutturali e presto verrà allestito un asilo nido per le famiglie, mentre per la seconda non si giustifica il mantenimento a causa del continuo calo di alunni. Nel rapporto c’era pure scritto che il gettito comunale sarebbe aumentato, e invece è diminuito del 10%: chi poteva prevederlo? In sette-otto anni, da quando è stato redatto il rapporto, le cose cambiano. Se ci fosse lo stesso numero di allievi di allora, nessuno avrebbe proposto di chiudere. Ma gli scolari sono diminuiti più del 30%. La prospettiva, tenendo aperto, è di fare delle pluriclassi sulle due sedi, anche dalla terza alla quinta elementare, un’organizzazione didatticamente alquanto discutibile. È vero, viene fatto, ma quando non ci sono alternative che qui invece ci sono. Un Municipio responsabile i problemi li gestisce, non li nasconde sotto al tappeto. E noi non ci siamo nascosti, come non lo facciamo ora difendendo la nostra decisione».